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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 MAGGIO 2024

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In permesso dal lavoro per assistere parenti disabili, erano a spettacoli ed in tv: denunciati due dipendenti pubblici Sono accusati di falsità materiale e truffa ai danni dello Stato

In permesso dal lavoro per assistere parenti disabili, erano a spettacoli ed in tv: denunciati due dipendenti pubblici Sono accusati di falsità materiale e truffa ai danni dello Stato
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Prendevano permessi e congedi per assistere parenti disabili ma facevano il proprio comodo, addirittura viaggi fuori dalla Calabria per assistere a spettacoli televisivi. A scoprire l’ignobile truffa i militari della Guardia di Finanza di Sibari al termine di un’indagine della Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta dal Procuratore Eugenio Facciolla. I due dipendenti di un ente pubblico, attraverso sistematici raggiri, avrebbero fruito di permessi e congedi retribuiti per l’assistenza a persone disabili, previsti dalla cosiddetta Legge 104/92 e dal D.Lgs. 151/01, utilizzandoli, in realtà, per svolgere incombenze private e familiari. Le indagini coordinate dal Sostituto Procuratore Dott. Antonino Iannotta, hanno verificato il reale utilizzo dei giorni di assenza dal lavoro retribuiti di due dipendenti pubblici che, per fruire dei benefici di legge, avevano appositamente e fittiziamente variato il proprio indirizzo di residenza presso le abitazioni dei congiunti disabili bisognosi di assistenza.

E così le Fiamme Gialle li hanno pedinati, hanno svolto servizi di appostamento e soprattutto li hanno ripresi con video e foto. Inoltre dal riscontro del traffico telefonico, hanno accertato un utilizzo illegale dei congedi e permessi retribuiti, ovvero l’abuso dei benefici, non utilizzati per prestare assistenza ai parenti disabili ma per adempiere a incombenze private, anche fuori regione, nonché per partecipare a spettacoli ed eventi televisivi. È stato infatti constatato come gli indagati abbiano truffato l’Ente dove prestano servizio, grazie a un cambio di residenza ad hoc e alle false dichiarazioni nelle quali hanno fittiziamente attestato di convivere e prestare assistenza in via continuativa ed esclusiva ai rispettivi parenti disabili.

Con tali comportamenti, i dipendenti hanno leso sia l’Ente pubblico di appartenenza, che ha dovuto fronteggiare l’assenza dei propri lavoratori, che l’I.N.P.S., chiamata a rimborsare la quota di retribuzione anticipata dal datore di lavoro. Grazie ai successivi approfondimenti documentali, allargati al trienno 2017-2019, sono stati calcolati i giorni di effettiva assenza ingiustificata (tra permessi e congedi retribuiti) e l’ammontare della retribuzione percepita indebitamente.

In particolare, gli indagati si sono assentati per 117 giorni di permessi retribuiti e 169 giorni di congedi retribuiti, per un complessivo importo indebitamente percepito di circa 23.000 euro a titolo di retribuzione. All’esito delle indagini i due soggetti sono stati segnalati alla Procura della Repubblica, per reati di falsità materiale e truffa ai danni dello Stato. I due dipendenti pubblici ora rischiano, oltre alla restituzione dell’indebito percepito e il procedimento disciplinare da parte dell’Ente di appartenenza, la pena della reclusione da 1 a 6 anni e della multa sino a 1549 euro.