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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 01 MAGGIO 2024

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In carcere ingiustamente per 40 anni Errore giudiziario negli Stati Uniti

In carcere ingiustamente per 40 anni Errore giudiziario negli Stati Uniti
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Dopo quasi quarant’anni trascorsi dietro le sbarre per essere stato condannato ingiustamente
all’ergastolo, un uomo di 70 della Carolina del Nord, Joseph Sledge, è uscito oggi
di prigione e ha affermato che tra le prime cose che vuole fare ci sono una bella
dormita in un vero letto e anche un bagno in piscina. Sledge venne condannato al
carcere a vita nel 1976 per l’assassinio di una donna e di sua figlia, trovate morte
nella loro abitazione. Solo ora si è però arrivati a stabilire la sua innocenza,
dopo che uno dei testimoni chiave ha ritrattato e un esperto di Dna ha stabilito
che i capelli trovati sulla scena del delitto non sono i suoi. Per Giovanni D’Agata,
presidente dello “Sportello dei Diritti [1]”, è il caso che, dimostra come l’infallibilità
dei giudici non è che un mito poichè gli uomini sono condannati all’errore, e
i giudici, sono uomini. L’errore giudiziario diventa sempre meno un episodio isolato
per diventare un fenomeno collettivo, che può minacciare qualsiasi individuo del
corpo sociale. La fretta nelle indagini, l’eccessiva fiducia accordata ai testimoni
non sempre attendibili, la troppa importanza data alle presunzioni di colpevolezza
e agli indizi sono tra i fattori che predispongono all’errore, ai quali va ad aggiungersi
la pressione esercitata dall’opinione pubblica che desidera ad ogni costo trovare
un colpevole, anche in mancanza di certezze irrefutabili. Come in questo caso, dove
pur tardivamente, Joseph Sledge ha avuto la fortuna di imbattersi in un giudice capace
di affermare la verità dopo anni di carcere, certificando così un errore che si
poteva e che si doveva evitare prima.