In attesa che Taurianova si trasformi in… “Capitale italiana del libro”: ma di cosa si tratta? In molti stanno sognando per raggiungere questo traguardo importante, e tutti sognano, ma i "sognatori" hanno pure diritto a interpretare i loro sogni, e noi cerchiamo di spiegarlo
Di GiLar
In Italia secondo le indagini Istat ed altri indicatori di cultura, ci sarebbero tanti libri ma pochi lettori, e questo è induce non solo a riflessioni ma alla programmazione di una serie di iniziative volte alla promozione della lettura. Molti ci hanno chiesto cos’è questo traguardo di Taurianova che ambisce e diventare la “Capitale Italiana del Libro 2024”, in quanto la tendenza alla non lettura da parte di tanti è proporzionale al sapere le vicissitudini e i valori che una iniziativa potrebbe avere in termini di prestigiosità culturale.
Tutto nasce nel 2020, preoccupati per il calo demografico dei lettori che allora il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini emana un decreto appunto per incentivare la lettura dei libri, il n. 398 del 10 agosto 2020 e avevamo come premier Giuseppe Conte.
Cosa dice il decreto all’art 1 in merito alla “Capitale del libro”?
Oltre al fatto che possono candidarsi tutti i Comuni (in Italia sono 7.896, dati Istat), gli obiettivi fondamentali per fregiarsi del titolo di “Capitale del libro”, dopo un’apposita selezione fatta da una commissione di esperti nominata dal ministro e descritta principalmente nella prima parte, ovvero nel “miglioramento dell’offerta culturale, la crescita dell’inclusione sociale e il contrasto della povertà educativa, in considerazione delle esigenze della comunità locale di riferimento”, ma soprattutto “il rafforzamento della coesione e dell’inclusione sociali, nonché dello sviluppo della partecipazione pubblica”. Poi ancora la diffusione della cultura di frequentare le biblioteche, introducendo una sorta di “consumo culturale”, d’altronde Eco disse che “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria”, e quindi evitare egocentrismi di vita ma confrontarsi culturalmente come condizione di sviluppo culturale e infatti nel decreto è anche sottolineato un altro importante obiettivo, “l’utilizzo delle nuove tecnologie, anche al fine del maggiore coinvolgimento dei giovani e di altre categorie a rischio di esclusione sociale e dalle innovazioni tecnologiche, quali gli anziani e
i disabili”.
Il punto nodale di questa iniziativa è promuovere l’immagine del libro in tutte le sue immense e variopinte sfaccettature ed è un’ottima occasione di sviluppo per la città di Taurianova se qualora riuscisse ad ottenere l’ambito titolo di “Capitale del libro” che si dovrebbe sapere in questo mese di febbraio in quanto le audizioni con la commissione incaricata sono state tutte effettuate. La commissione è formata dallo scrittore Pierfranco Bruni e dagli esperti di chiara fama come Incoronata Boccia, Gerardo Casale, Antonella Ferrara e Sarà Guelmi.
Nel dicembre dello scorso anno, dando notizie degli aspiranti comuni per il 2024, il presidente, lo scrittore Pierfranco Bruni dichiarò, “Sulla base delle analisi progettuali, ci applicheremo a studiare e a valutare le istanze di merito per dare un significato forte alla cultura del libro attraverso una verifica profonda delle indicazioni che vengono proprio dagli obiettivi che le città candidate si prefiggono e si risvolti che possano dare al territorio e a tutta la Nazione”. I Comuni italiani che fecero la domanda sono stati in tutto dieci, ovvero Butera, Colleferro, Gaeta, Gallipoli, Grottaferrata, San Mauro Pascoli, Taurianova, Terni, Tito e Trapani. Di questi sono stati considerati per la valutazione finale cinque, oltre a Taurianova ci sono Grottaferrata, San Mauro Pascoli, Tito e Trapani. Ed entro questo mese dovrebbe essere assegnata la “Capitale italiana del libro” che succederà alla città di Genova, detentrice lo scorso anno, ed avrà come finanziamento, stabilito dalla “Direzione generale Biblioteche e diritto d’autore” del Ministero dei Beni Culturali fino a 500 mila euro.
Le audizioni dei cinque finalisti sono state eseguite ed ora tocca al presidente, ascoltati i suggerimenti della commissione ad indicare la città capitale nell’arco di un tempo piuttosto breve, in quanto la parola finale spetta al ministro della Cultura Sangiuliano e il Consiglio dei Ministri a decretare la Capitale del Libro che uscirà appunto dalla Commissione.
Sperando che sia proprio la città di Taurianova a diventare la “Capitale” della lettura che vorrebbe dire sapere e vorrebbe altresì dire, sviluppo mentale e culturale. Taurianova ha una tradizione di scrittori, di intellettuali e di persone di cultura, alcune ricordate altre ahimè troppo presto dimenticate anche da chi doveva essere il primo a dare un senso alla memoria e tra questi c’è sicuramente il sen. Emilio Argiroffi ed ex sindaco di Taurianova che paradossalmente ancora oggi in altre realtà culturali viene ricordato, ma a Taurianova resta una misera e inopportuna “viuzza” a ridosso del Municipio, non degna del personaggio che è stato, prima come medico e poi come politico, ma soprattutto intellettuale (scrittore, poeta, etc..etc..).
Taurianova saprà gestire bene anche in virtù della sua storia se dovesse arrivare questo riconoscimento in quanto è stata tra le prime a porre le basi di una manifestazione sui libri con “Taurianova Legge” nel 2017 con un assessore alla cultura che si chiamava Luigi Mamone (anche lui sempre in balia delle memorie corte), nei primi passi dell’Amministrazione targata Fabio Scionti. E da lì si sono succeduti tre edizioni di grande successo di critica e di pubblico per poi riprenderlo con l’avvento di Roy Biasi in una forma, termine utilizzato dagli stessi amministratori, “itinerante”, con al contempo numerose iniziative che hanno posto il libro come protagonista assoluto in tantissimi appuntamenti da oltre tre anni.
E noi speriamo che Taurianova raggiunga questo ambito traguardo che tutti stiamo attendendo con fervente trepidazione e grandi speranze e perché no, sognare non è solo giusto, ma soprattutto lecito e indispensabile, Grandi scrittori ne hanno fatto dei sogni ispirazioni nelle loro grandi opere letterarie. Uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi come l’immenso Borges disse che “I sogni costituiscono il più antico e certo non il meno complesso genere letterario”. Si sogna e si legge per legittima difesa!