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Il Salone del libro di Torino si apre con la mostra su Mattia Preti

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In onore della Calabria, paese ospite dell’edizione 2013

# Il direttore editoriale del Salone del libro di Torino Ernesto Ferrero intervistato da Calabria on web

Il Salone del libro di Torino si apre con la mostra su Mattia Preti

In onore della Calabria, paese ospite dell’edizione 2013

 

 

TORINO – A fare gli onori del Salone del Libro di Torino, che si terrà dal 16 al 20 maggio al Lingotto di Torino e che quest’anno avrà come regione ospite la Calabria, sarà una grande mostra alla Reggia di Venaria dedicata ad uno dei maggiori pittori italiani seicenteschi, il calabrese Mattia Preti, curata da due esperti, Vittorio Sgarbi e Keith Sciberras, professore di Storia dell’Arte all’Università di Malta. Mostra e Salone del Libro avranno domani a Venaria i loro vernissage, dal giorno dopo entrambi apriranno al pubblico. La mostra di Preti, ‘il piu’ caravaggesco dei caravaggeschì, secondo Sgarbi, nasce da una volontà della Regione Calabria fatta propria dall’intraprendente Sgarbi, già presidente del Comitato per le celebrazioni del IV centenario della nascita di Mattia Preti e dalla stessa Reggia di Venaria alla quale è parso ottimale ospitarla anche in occasione della scelta del Salone del Libro del 2013 di raccontare la Calabria. La mostra si intitola ‘Il Cavalier calabrese Mattia Preti. Tra Caravaggio e Luca Giordano’ e vedrà esposte oltre 40 opere provenienti da 25 prestigiose collezioni pubbliche e private, italiane, maltesi, e inglesi presentate insieme ad importanti dipinti di Caravaggio e Luca Giordano che documentano le fonti, le influenze e gli esiti dell’originale ricerca pittorica barocca di Preti. E ancora, opere di suoi contemporanei quali Manfredi, Le Valentin, Ribera, Lanfranco, Guercino e Mola. Ad aprire l’esposizione sarà infatti una delle opere più note di Caravaggio: il Riposo durante la fuga in Egitto, proveniente dalla Galleria Doria Pamphilj di Roma, datata al 1595-1596, opera giovanile realizzata dal genio lombardo da poco arrivato a Roma, di straordinaria novità e qualità inventiva, contenente il ‘naturalismo’ che tanta influenza avrà sulla pittura successiva. La mostra di Sbarbi e Sciberras, destinata, secondo le intenzioni degli organizzatori e del Comitato presieduto da Sgarbi e poi sciolto, a venir poi portata più avanti a Roma a Palazzo Braschi, e anche in Brasile e in Cina, si sviluppa in 5 sezioni (i primi tre temi seguono lo sviluppo artistico di Mattia Preti in senso cronologico, gli ultimi due si riferiscono alla sua maturità artistica) ovvero Musicisti e Giocatori d’azzardo, Racconti ed Emozioni, Volti e protagonisti, la ‘maniera trionfante’, Eroine e la Virtù Stoica. “Preti teatralizzava, attualizzava, riscriveva Caravaggio – ha spiegato oggi Sgarbi passeggiando nelle Sale delle Arti della Reggia in attesa dell’anteprima di domani – era un militante della pittura, un eclettico, un uomo d’azione, uno che aveva anche amato molto la carriera militare e che aveva visto in Caravaggio l’azione in cui credeva. Come Caravaggio, e a differenza anche di altri pittori dell’epoca, non illustrava, non rappresentava, non descriveva, ma pensava. La loro era una visione del mondo, un modo d’essere, di guardare le cose, la vita delle persone. La luce nei loro dipinti, fosse quella del giorno, forte, o quella della notte, era vibrante, parlava. Una luce che ancora oggi colpisce il visitatore, mai indifferente”.