Il rientro a Riace di Mimmo Lucano tra speranza e libertà L'ex sindaco non abbandona la sua terra: "Aiuterò ancora questa comunità". Dopo la smentita della candidatura alla Regione Calabria è arrivato l'affondo contro Matteo Salvini: "Alla fine io sono tornato a casa e lui è andato a casa"
«Nessun rancore o vendette contro nessuno. Neanche a livello locale». Lo ha detto Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta ieri mattina in una piazzetta del paese. «Abbiamo fatto battaglie importanti per acqua pubblica e la gestione dei rifiuti. Anzi tutto il teorema contro di me – ha detto Lucano – è stato incentrato sui rifiuti. Da quando posso stare a Riace ho la sensazione della libertà ma ancora la partita è aperta. Capisco che la gente dubiti di me. Addirittura pure io ho dubbi su quelli che ho fatto. Ma sull’accoglienza non ho dubbi. Ho sempre cercato di costruire una piccola comunità globale. Alla fine il modello Riace che cos’è? Quattro case abbandonate date ai migranti e il bonus sociale».
«Quando abbiamo cominciato io non ero sindaco. C’era il vescovo Bregantini e un sindaco che ci credeva. Nel 2004 sono diventato sindaco e fino al 2016 abbiamo fatto accoglienza non solo come volontariato – ha detto Lucano – ma come superamento di un ingiustizia sociale. E intanto l’immigrazione era diventato un dramma sociale. Sono stato eletto tre volte. Ma parliamoci chiaro. Non appartengo al partito degli amici degli amici».
Poi il lungo racconto delle vicende giudiziarie per l’operazione “Xenia”, con la condanna netta del ruolo svolto dall’ex prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari: «Io vorrei confrontarmi con lui – ha detto Lucano – la prefettura ha chiuso i contributi per l’accoglienza con premeditazione». Lucano ha poi ricordato la morte di una migrante nel campo di San Ferdinando, che era dovuta andar via da Riace. E ha anche citato l’ex ministro Marco Minniti, da cui si aspettava appoggio.
«Così come non ho pensato alle elezioni europee, non penso alle elezioni regionali. Non voglio questi ruoli», ha proseguito l’ex sindaco di Riace. «Mi piace fare il sindaco, ma già l’ho fatto tre volte – ha detto Lucano – ma non fraintendetemi, io non cerco il potere. Come diceva Salvini, io appartengo al popolo degli zero – ha continuato – ma lui pensava di essere onnipotente, ma alla fine io sono tornato a casa e lui è andato a casa».
«Le persone nel mare, lasciate nel mare, mentre lui – ha aggiunto – si faceva fotografare mentre mangiava, ma questo è un delirio, il fallimento umano. Da questo governo mi aspetto anche che me la facciano pagare, i poteri forti sono capaci di tutto – ha detto ancora Lucano – e non accostatemi al PD, io non sono PD, io sono di un’altra sinistra, quella che chiamavano extraparlamentare».
«Abbiamo perso ogni valore e ogni riferimento di umanità – ha detto poi Lucano in riferimento all’aggressione del bimbo marocchino avvenuta a Cosenza nei giorni scorsi – è il fallimento della società dei consumi. Salvini è l’epilogo di un processo iniziato tanti anni fa con Berlusconi, quando i valori umani sono crollati», ha concluso Lucano.