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Il prossimo anno ritorna a Palmi la tradizionale “Varia”

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Ad annunciarlo il sindaco Giovanni Barone

di GRAZIANO TOMARCHIO

Il prossimo anno ritorna a Palmi la tradizionale “Varia”

Ad annunciarlo il sindaco Giovanni Barone

 

di Graziano Tomarchio

 

 

Dopo cinque anni, il 25 agosto tra le farfalle bianche tornerà a librarsi nel cielo

di Palmi, in provincia di Reggio Calabria, l’Animella della Varia, in occasione

della grande manifestazione religiosa dedicata alla Patrona Madonna della Sacra Lettera. Lo ha annunciato il

sindaco della città Giovanni Barone. Una tradizione cullata dal culto Mariano che

si pregia del patrocinio della Provincia di Reggio Calabria e della Regione Calabria,

cui si intende associare una cadenza temporale certa.

Presto, dunque, avviata la fase organizzativa in vista del grande giorno in cui per

le vie di Palmi avanzeranno nuovamente una nuvola a forma conica ad incarnare l’Assunzione

della Madonna al Cielo ed un carro sacro con la base – Ccippu – in legno di quercia,

venti tonnellate per un altezza di 16 metri, sollevato e trascinato da centinaia

di ‘mbuttaturi , dominato da una giovane donna, la Vergine Maria eletta dalla cittadinanza

di Palmi, affiancata da un uomo che rappresenta il Padre Eterno con altre bambine

a vegliare sulle Sacre Spoglie di Maria Ascesa al Cielo. Resiste tenacemente a Palmi

l’unica Varia d’Italia ad essere popolata da persone nel ruolo di figuranti.

Una tradizione centenaria che inizia dalla festa di San Rocco, il 16 agosto, con

diverse tappe, la processione della Madonna e del Sacro Capello, l’elezione dell’Animella

e del Padreterno da parte della cittadinanza presso la villa comunale Giuseppe Mazzini

– nell’ultima manifestazione nel 2008 Elisea Rotolo di 11 anni di Taureana e

Leonardo Rao – l’offerta delle travi, la sfilata dei Gonfaloni fino ad arrivare

al culmine con il trasporto della Varia, “scasata” nell’ultima decade di agosto

per attraversare Corso Garibaldi e trionfare in piazza Primo Maggio. La processione

della Varia ha cadenza pluriennale mentre la celebrazione della Madonna della Lettera,

un tempo coincidenti con la stessa Varia, dal 1991, per volere del parroco della

Concattedrale di San Nicola, si celebra l’ultima domenica d’agosto ogni anno con

Sante Messe e la Processione, senza mortaretti, sfilata dei Giganti (invece organizzata

nella giornata di Ferragosto nella città di Messina anch’essa devota alla Madonna

della Lettera), fuochi d’artificio.

Catalogata nel “patrimonio immateriale” delle regioni d’Italia dall’Istituto Centrale

per la Demoetnoantropologia, la Varia di Palmi è candidata, con le altre grandi

macchine a spalla (Gigli di Nola, Candelieri di Sassari, la Macchina di Santa Rosa

di Viterbo), al riconoscimento da parte dell’UNESCO per l’inserimento nella lista

dei beni da tutelare quali “patrimonio dell’umanità”. La decisione è prevista

per novembre del prossimo anno. Abolita nel 1867 a seguito di gravi incidenti verificatisi

a Messina, dove la processione della Varia ha luogo il giorno dell’Assunzione,

a Ferragosto, la tradizione della Varia sarebbe stata ripresa nel 1900 grazie all’invenzione

di Giuseppe Militano che ideò un carro sacro che camminava senza ruote e scivolava

su strada trainato dai portatori. Quella annunciata nel 2013 sarà la settima degli

ultimi 25 anni a Palmi, considerando la pausa di vent’anni tra 1967 e il 1987.

Sostenuta da cinque travi sotto ciascuna della quali si schierano i componenti delle

cinque corporazioni – Marinai, Carrettieri, Bovari, Contadini e Artigiani – che,

rappresentando cinque antichi mestieri, contribuiscono con la loro arte alla costruzione

del carro. La Varia ha origini antichissime. Si narra infatti che anche questa tradizione

religiosa nacque sul finire del 1500 quando in tutta Europa il popolo manifestò

questa volontà di avvicinarsi al Padre. Maria, Madre di Cristo, da sempre rappresenta

Colei che intercede e ricongiunge il Padre con i figli.

Una manifestazione, anche quella di Palmi, dunque, che ha origini antichissime e

che lega questo comune calabrese alla città di Messina, anch’essa devota alla

cosiddetta Madonna della Sacra Lettera. Pare infatti che i marinai palmesi offrirono

medicinali e viveri ai messinesi afflitti dalla pestilenza e che il Senato di Messina,

per ricompensare tale generosità, offrì alla città di Palmi uno dei tre Capelli

con cui Maria aveva avvolto la Lettera di Benedizione rivolta alla città di Messina

secoli addietro. La reliquia di tale Capello approdò a Palmi per mano di Patron

Peppe Tigano, l’11 gennaio 1582. Nacque così a Palmi il culto della Madonna della

Lettera, patrona della Città di Palmi (RC) e venerata anche nella città Messina

e di Finale di Pollina in provincia di Palermo.

Un documento ufficiale redatto nel 1730 dal vescovo della diocesi di Oppido Mamertina

monsignor Giuseppe Maria Perrimezzi riferisce, infatti, che: “nella religiosa e amena

Palmi, nella Calabria, è si grande la devozione verso la dolcissima memoria di Maria

della Lettera, che quasi pretende di gareggiare colla stessa Messina. Onde in ciasc’un

anno se ne celebra con molta pompa la festa, non già nel terzo giorno di giugno,

per non esser d’impedimento a quella della vicina Messina, ma nell’ultima domenica

d’agosto, in cui si dalla Sicilia, si dalla Calabria, è innumerevole il concorso

di popolo”.

Fu San Paolo nella sua opera di diffusione del Cristianesimo ad accogliere la richiesta

di una delegazione messinese desiderosa di conoscere la Madonna e condurre con sé

in Palestina questa stessa delegazione che giunse al cospetto dell’Immacolata con

una missiva dell’intera città. A tale missiva, Ella rispose in data 3 giugno con

un’altra lettera in cui, stando al racconto, scrisse ciò che si legge nell’epigrafe

posta alla base della statua dorata raffigurante la Madonna, eretta all’ingresso

del porto nel 1934, ossia “Vos et ipsam civitatem Benedicimus” (“Benediciamo

voi e la vostra città”). Si narra che tale lettera, giunta a destinazione unitamente

alla delegazione l’8 settembre del 42 d.C. fosse racchiusa da tre capelli di Maria

di Nazareth, uno dei quali fu poi, nel 1582, offerto alla città di Palmi ai tempi

della peste per l’aiuto riservato. Si rinnova l’incrollabile certezza di un Amore

che unisce nelle difficoltà per poi divenire parte di una Memoria capace di sopravvivere

al tempo e di essere tramandata e “festeggiata” nei secoli