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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Il mare della Calabria fa acqua da tutte le parti

di Nelly Dogali

Ancora una volta la situazione del mare calabrese è un disastro: a renderlo noto è Legambiente, attraverso la sua campagna itinerante “Goletta Verde” che denuncia gli scempi e promuove le esperienze positive lungo le coste della penisola. Quest’anno si avvale dell’aiuto di “Volontari X Natura”, il progetto che rende tutti sentinelle dell’ambiente, responsabilizzando la popolazione a segnalare discariche, condotte sospette e altre forme di aggressione all’ecosistema marino. La Calabria è una delle prime quattro Regioni nella classifica nazionale dell’illegalità ai danni del mare: sono dati che ci dicono che bisogna fare di più e meglio, attuando un’azione più incisiva, coinvolgendo associazioni, enti locali e forze di polizia. Un ruolo imprescindibile è quello dei singoli cittadini che hanno il dovere di segnalare gli episodi di illegalità per tornare ad avere un mare più sano e pulito.

Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, ha dichiarato: “I dati del nostro dossier ci dicono che l’Italia costiera è ancora sotto attacco, nonostante l’incessante lavoro delle Forze dell’ordine e dalla Capitaneria di porto che ora hanno a disposizione anche nuovi strumenti di contrasto offerti dalla legge sugli eco-reati. Un impegno che, anche se unito alla crescente sensibilità e attenzione dei cittadini, evidentemente non basta”. I problemi da risolvere sono molti: le trivellazioni per il petrolio, l’inadeguatezza del sistema depurativo, il cemento illegale, il marine litter, la cattiva gestione delle acque reflue e l’improprio smaltimento degli oli esausti. Proprio a causa di dello smaltimento errato quest’anno il CONOU, il Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, affianca, in qualità di partner principale, le campagne estive di Goletta Verde e di Goletta dei Laghi di Legambiente. Nel 2018, in Calabria, il Consorzio ha proceduto alla raccolta di 2.405 tonnellate di olio minerale usato.

L’olio – che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli – è un rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente che, se smaltito indiscriminatamente, può determinare gravi effetti inquinanti. In Calabria, la metà dei luoghi campionati da Legambiente sono risultati “fortemente inquinati”. Sembra che siano le foci di fiumi, torrenti, scarichi e piccoli canali a rappresentare i veicoli principali di contaminazione batterica, insieme all’insufficiente depurazione dei reflui urbani e agli scarichi illegali che attraverso i corsi d’acqua arrivano in mare. “È stato fatto poco e niente dalle istituzioni che spesso sono rimaste in silenzio su un tema così importante o lo hanno ignorato” ha spiegato Caterina Cristofaro, della segreteria regionale di Legambiente Calabria.

Nella provincia di Reggio Calabria sono sette i punti monitorati: tre hanno dato un giudizio di fortemente inquinato, ovvero a Brancaleone Marina, in località Sabbie Bianche, alla foce del fiume Pantano Grande; a Reggio di Calabria, al Lido Comunale di Reggio Calabria, alla foce del torrente Caserta; e a San Ferdinando, alla foce del fiume Mesima. Inquinato, invece, il prelievo a Bagnara Calabra, alla Foce del Torrente. Gli altri tre punti sono risultati entro i limiti di legge: a Marina di Gioiosa Ionica, spiaggia lungomare via Cristoforo Colombo, a Melito di Porto Salvo, in località Annà di Melito, spiaggia libera, a Gioia Tauro, alla foce del Petrace.