La Comunità “Papa Giovanni XXIII”, fondata da Don Oreste Benzi, prosegue la sua battaglia quotidiana al fianco dei più deboli
di STRANO ANGELA
Il lato buono della Calabria
La Comunità “Papa Giovanni XXIII”, fondata da Don Oreste Benzi, prosegue la sua battaglia quotidiana al fianco dei più deboli
di Strano Angela
Un’esperienza di vita che ha certamente lasciato un segno nel cuore di quanti sono intervenuti lo scorso 20 settembre presso il salone parrocchiale “S.Elia”, quella dei coniugi reggini Gianni e Vittoria Fortugno della Comunità “Papa Giovanni XXIII” fondata da Don Oreste Benzi. Il parroco Don Bruno Cocolo ha detto che “quest’ anno pastorale inizia proprio ricordando la figura di Don Oreste Benzi e ascoltando l’esperienza di amore e apertura alla vita di Gianni e Vittoria” . Una storia che dura da 25 anni quanti sono appunto gli anni di matrimonio dei coniugi Fortugno, e Gianni si commuove quando ricorda il dolore che ha provato nello scoprire di non poter diventare padre naturale mentre nei loro progetti c’era quello di avere una famiglia numerosa. “Ma il Signore”, ha detto “ha i suoi tempi e le sue strade, spesso tortuose, ma alla fine ci ha portati in un percorso che ci ha visti diventare genitori adottivi di cinque figli e nello stesso tempo abbiamo dato la disponibilità per gli affidi temporanei”. E così in questi anni i coniugi Fortugno hanno accolto nella loro casa tantissimi bambini, molti dei quali con gravi problemi di salute, nella certezza che la loro rappresenta una scelta di amore e che ogni bambino ha diritto di essere amato e rispettato. ” Noi abbiamo dato una famiglia a chi non l’aveva, ma nello stesso tempo a noi questi bambini hanno dato tanto”, ha detto Vittoria, ” anche attraverso la loro malattia e la loro sofferenza”. Poi i coniugi Gianni si è soffermato sulla scelta di entrare nella Comunità di Don Oreste, di lasciare il lavoro prestigioso e ben retribuito per dedicarsi agli altri portando loro la parola di Dio e aiutandoli anche nei bisogni materiali. La Comunità fondata da Don Benzi infatti è attiva in tutto il mondo specie nelle terre più povere. “Ora che ho lasciato il lavoro”, ha spiegato Gianni, “viviamo anche noi di “Provvidenza”, ma non ci è mai mancato nulla, i miei figli conducono una vita dignitosa, alcuni di loro si sono laureati e altri frequentano l’università”. Una scelta di vita dunque che ha sicuramente reso felici questo marito e questa moglie e i tanti bambini da loro accolti.