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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 25 APRILE 2024

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Il grande mistero dell’esistenza Siamo stati creati per vivere la nostra vita o per venire distrutti?

Il grande mistero dell’esistenza Siamo stati creati per vivere la nostra vita o per venire distrutti?
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di Domenica Licastro

Servirebbero poche parole per spiegare il concetto di creazione; noi stessi veniamo generati, nasciamo, cresciamo, e continuiamo ciò che i nostri avi hanno cominciato; da qui parte il circolo infinito della vita.

“In principio Dio creò il cielo e la terra (..)”, ciò che leggiamo durante le funzioni liturgiche ci appare come qualcosa di sacro, ma allo stesso tempo, nel nostro cuore si insinua una lieve sfumatura di incertezza, che ci colloca in una situazione di dubbio.

Dio, essere onnipotente, si servì delle sue capacità per costruire un mondo adatto a coloro i quali sarebbero stati i “guardiani” della sua creazione; è un paradosso pensare che il Dio di cui tutti parlano, ci abbia consegnato il prezioso mondo e che si sia fidato di noi, gente poco affidabile, che ha bisogno di continue rassicurazioni per sentirsi forte, perché in realtà è debole.

Il secondo giorno Dio decise di creare i monti, li modellò come meglio credette, poi toccò agli alberi, ne creò di diversi, le querce, col tronco più robusto, i salici, dalle grandi foglie, e i frutteti. Il secondo giorno creò gli animali; il terzo giorno il mare, i fiumi coi suoi affluenti, e i laghi.

“Il sesto giorno Dio creò l’uomo e dalla sua costola modellò la donna (..)”.

Quando Dio diede vita a questa nuova specie, la modellò con le sue mani e le donò il soffio della vita, stimolo importante per chi ha voglia e necessità di continuare a vivere; da allora, gli uomini, cominciarono a respirare. Diede loro un cuore e la necessità di amare. Diede loro dei sentimenti e delle emozioni, alcuni crebbero sensibili, altri più forti e indistruttibili, tutti figli di un unico Padre.

L’ultimo giorno, Dio, decise che ciò che aveva fatto era cosa buona e allora decise di riposarsi. In quel momento, il primo uomo e la prima donna vennero tentati da un animale creato e ben voluto da Dio, un serpente.

I passi del Vangelo non parlano di questa tentazione come una prova evidente della fragilità umana, ma è evidente l’uomo risultò tanto debole da riuscirsi a fidare ciecamente.

Come accade, spudoratamente, tutt’oggi. La gente coglie la prima occasione per disubbidire, e non perché questo provoca piacere, ma solo perché l’uomo è tentato continuamente, questo per dimostrare che oltre il bene esiste anche il male.

Quando Dio lasciò le tavole dei dieci comandamenti a Mosè, gli ordinò che l’uomo dovesse rispettarle, affinché potesse vivere bene sulla Terra.

Ama il prossimo tuo come te stesso. Il rispetto è ciò che ci insegna Dio, la consapevolezza che noi viviamo in un mondo da Lui stesso creato, quel mondo che a mano a mano sta diventando un’utopia.

Da sottolineare un altro fattore importante; quando parliamo di natura, non parliamo solamente di piante, cielo e mari, ma anche di uomini.

Tutt’oggi, purtroppo, le differenze sociali e le discriminazioni contro chi è più debole non mancano; il ragazzo di colore che abbiamo accanto viene attaccato perché diverso, come anche il ragazzo con handicap, che invece è capacissimo di compiere ogni singola azione, e l’omosessuale che ha deciso di rivendicare i propri diritti. Inoltre, in questo secolo, non mancano le continue guerre, che scrollano il nostro Paese; gli uomini che decidono di morire per poi venire prediletti da un dio che non c’è.

Dio che ha creato l’uomo e la donna, ha dato loro la libertà di scegliere; da non confondere la libertà, col fare tutto ciò che si vuole; Dio ha donato ad ognuno di noi il senso di discernere il bene dal male, e, come cristiani dobbiamo capire quando è il momento di tirare la corda e non mollarla più.

Dio non è venuto nel mondo per dimostrare che è Colui che ci ha creati, ma per indurre l’uomo ad essere se stesso, invitandolo a non esporsi a desideri carnali, ma ad elevarsi sempre di più, costruendo, qua in Terra, il paradiso a cui siamo destinati, l’Eden dal quale siamo arrivati. La rivoluzione nasce dalle piccole cose, un quadro storto, una goccia di pioggia che cade sull’asfalto, un treno che parte; la rivoluzione di ricredere in noi stessi, non facendoci sottomettere da false speranze che ci schiacciano il cuore.