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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 01 MAGGIO 2024

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“Il cupio dissolvi del Pd…meglio morire che cambiare?” Presentato il di Luigi Inturri, politico palmese ex segretario della sezione locale dei Verdi

“Il cupio dissolvi del Pd…meglio morire che cambiare?” Presentato il di Luigi Inturri, politico palmese ex segretario della sezione locale dei Verdi
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Sabato 24 gennaio, alle ore 17.00, nei locali della S.O.M.S. di Palmi, alla presenza di un folto pubblico, è stato presentato il libro: ‹‹Il “cupio dissolvi” del PD….meglio morire che cambiare?››
La presentazione, coordinata brillantemente dall’Editore Damiano Tripodi, ha visto il susseguirsi, dopo la forbita relazione introduttiva di Franco Russo, degli interventi programmati ampi e precisi di Nino Parisi e Luigi Sollazzo.
Il dibattito successivo ha messo a fuoco le tesi centrali del libro di Luigi Inturri, già noto nella sfera della politica palmese per il suo passato di Segretario della Sezione locale dei Verdi: anzitutto la distanza che appare inconciliabile tra le diverse anime del PD e l’altra distanza abissale che separa la base dal vertice rappresentato dalla classe politica dirigente, due elementi indissolubili per la vita di un partito.
Gli interventi di Enzo Curatola, Lilla Pipino, Pino Ippolito, Nicola Minasi, Enzo Solano hanno evidenziato le riflessioni che il testo suggerisce e delinea con l’esposizione puntuale e precisa dei fatti, da cui traspare l’onestà intellettuale dell’autore, il quale conclude il suo libro con l’interrogativo centrale: “È l’inizio di una nova scissione? L’ennesima a cui abbiamo assistito nella storia politica italiana, dopo quelle che si sono succedute da Antonio Gramsci a Gennaro Migliore, da Giuseppe Saragat ad Angelino Alfano? a questo sta portando l’esuberanza e il protagonismo di Matteo Renzi?”
Un libro che, come ha già scritto Nino Parisi nella prefazione dello stesso “chiunque si interessa di politica dovrebbe leggere per ricordare che, in politica, nulla accade per caso, ma ogni effetto è collegato ad una causa, talora risalente nel tempo”.
Un libro che potrebbe essere definito non un laboratorio del silenzio, come se la democrazia potesse difendersi da sé, ma un laboratorio di esperienza critica, di riflessione e preparazione ad una più tenace ed intensa coscienza democratica.