Si parla troppo spesso di malasanità, ma dei medici che per fare il proprio dovere
quando si recano al domicilio dei pazienti, anche in situazioni d’emergenza e soggiacciono
alla costante “Spada di Damocle” del rischio di subire una multa nell’esercizio della
propria professione, se n’è parlato poco, pochissimo.Ed allora, la denuncia di un
operatore sanitario è utile a rispolverare il problema ed attirare l’attenzione
dei comandi di Polizia stradale (partendo dalle Municipali) e dei Prefetti, dopo
che – solo per fare un esempio – nel capoluogo leccese lo scorso 9 aprile, in pieno
centro cittadino un medico si è visto appioppare l’ennesimo verbale per divieto
di sosta nonostante esibisse in bella vista sul parabrezza l’adesivo dell’ordine
ed esponesse anche il motivo del non corretto posizionamento della propria autovettura
(una visita domiciliare urgente), seppur la stessa non intralciasse minimamente il
traffico veicolare.Non vi è dubbio che il medico nella scelta se salvare una vita
umana o subire un’altra multa per lo stesso motivo, sceglierebbe sempre la prima
opzione, ma questo pare non interessi a quei zelanti vigili urbani che hanno così
a cuore il rispetto del codice stradale tanto da farsi sfuggire le deroghe in esso
pur previste, come quella dello “stato di necessità”.E questa ennesima amnesia,
da parte di qualche agente della Polizia municipale leccese – perché sono tante
le multe subìte per lo stesso motivo e nelle medesime condizioni – che un operatore
sanitario leccese ha voluto portare all’attenzione dello “Sportello dei Diritti”, al quale ha segnalato l’episodio accadutogli in una via di Lecce, con l’unica
“colpa” di aver provvisoriamente parcheggiato in modo irregolare mentre era intervenuto
a prestare soccorso ad un paziente grave.Si tratta di un caso non isolato che ha
spinto il medico leccese a denunciare quest’ingiustizia che pare essere la conseguenza
del clima d’intolleranza che si respira a Lecce in materia di multe e per evitare
che in futuro gli agenti di polizia municipale continuino a perpetrare questo comportamento
oltranzista che pare la diretta conseguenza dell’esigenza più volte denunciata dall’associazione
di continuare a “far cassa”.E da qui l’appello di Giovanni D’Agata, presidente
dello “Sportello dei Diritti” affinché coloro che svolgono una primaria
funzione pubblica, ossia quella medica, durante il servizio di assistenza domiciliare
d’urgenza, non continuino ad essere facili “vittime” sacrificali della Polizia
Municipale che con poca accortezza e senza il benché minimo sentimento di tolleranza
sono pronte a sanzionare un malcapitato operatore sanitario “colpevole” solo e soltanto
di aver svolto la propria funzione.Ancora una volta, quindi, non possiamo non rivolgerci
al Sindaco ed al Comandante del Corpo dei Vigili urbani, affinché si facciano portavoce
presso i propri sottoposti di una diversa e maggiore attenzione verso coloro che,
nello svolgimento della propria primaria funzione di tutela della salute dei cittadini,
anziché essere batostati, meritano di essere tutelati in quanto equiparati a pubblici
ufficiali e non punibili secondo quanto stabilito dal Codice della Strada.Ovviamente
quando ciò non è stato possibile per disattenzione degli stessi controllori delle
pubbliche vie è giusto ed opportuno che gli eventuali ricorsi proposti dagli stessi
medici siano considerati alla luce della risalente normativa che anche tutt’ora considera
lo “stato di necessità” quale una scriminante al fine di ritenere non sussistente
la violazione con la conseguenza che i ricorsi dovrebbero essere annullati /de plano/
dall’autorità amministrativa, in particolare il Prefetto cui è demandato il controllo
finale degli atti posti in essere dall’ente comunale in materia di sanzioni al codice
della strada.Ciò anche perché da tempo, il locale Comando di Polizia Municipale
si è reso da tempo indisponibile all’annullamento a seguito d’istanze in via d’autotutela
per verbali ritenuti palesemente illegittimi anche se riguardano comportamenti commessi
nell’esercizio di un proprio dovere quale quello di salvare vite umane.