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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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I cittadini dicono sì al Comune unico Al referendum dei cinque centri cosentini prevale il Sì. Solo Spezzano Piccolo ha detto No

I cittadini dicono sì al Comune unico Al referendum dei cinque centri cosentini prevale il Sì. Solo Spezzano Piccolo ha detto No
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COSENZA – I cittadini della Presila dicono Sì al comune unico. Il referendum consultivo che ha interessato cinque comuni della fascia presilana (Spezzano Piccolo, Casole Bruzio, Pedace, Trenta e Serra Pedace) prevedeva un quesito relativo alla fusione dei citati cinque comuni e la successiva eventuale scelta del nome, nelle opzioni di “Casali del Manco” e “Villa Brutia”. Dei cinque enti locali chiamati al voto soltanto Spezzano Piccolo ha deciso di dire No alla fusione degli enti locali, “rivendicando” così la sua identità territoriale.

Una campagna elettorale, quella portata avanti dai fronti pro fusione e quelli contrari ad essa, non senza qualche scintilla. Molteplici i comizi nelle piazze dei comuni interessati che, spesso, hanno trovato continuazione sui social network, ormai visti come estensioni dei luoghi fisici che un tempo erano luogo di dibattiti e sani confronti. Nella stessa giornata i cittadini di Ricadi hanno, invece, partecipato ad un referendum che ha bocciato l’idea di cambiare il nome del paese, aggiungendo anche Capo Vaticano.

Se il fronte del Sì ha portato avanti il tema della possibilità di poter affrontare il futuro insieme, coesi e con maggiori possibilità di attingere a fondi regionali per lo sviluppo della zona sita tra l’area urbana e l’altopiano silano, il fronte del No ha puntato alla pancia dell’elettorato, parlando di possibili perdite delle identità dei borghi e di possibilità economiche non così fiorenti come pronosticate dal fronte del Sì.

Una netta scissione tra coloro i quali sostengono e hanno sostenuto partiti e movimenti politici per il Sì, con gli stessi partiti e movimenti che hanno palesato le loro intenzioni in questa campagna elettorale mentre, dall’altra parte, a dar man forte al No sono stati quelli che negli anni hanno sostenuto e/o formato liste civiche anche se, nel caso del comune di Pedace, anche l’ultima lista civica ha palesato la sua intenzione di voto favorevole alla fusione. Non bisogna dimenticare, però, da dove è partito tutto questo. Circa un lustro fa, infatti, un’iniziativa popolare prendeva il nome di “Movimento Presila Unita”. Una raccolta firma nei comuni interessati palesò la chiara voglia di cambiamento dai parte dei cittadini, raccogliendo al tempo circa tremila consensi tra i cittadini.

Nei comuni di Spezzano Piccolo, Pedace, Trenta e Serra Pedace il numero di firme necessario alla proposta di atto deliberativo era definito, mentre nel comune di Casole Bruzio non prevedeva ciò ma si arrivò a ciò tramite la proposta in consiglio comunale di tre consiglieri del tempo.

Tredici ore di voto, dalle otto alle ventuno, per conoscere la volontà di cinque comuni così vicini tra loro. Alle 21:05 l’arrivo dei primi dati. Spezzano Piccolo ha chiuso con 959 su 2061 che corrisponde al 46,5% degli aventi diritto al voto, Trenta ha chiuso con 991 su 2437 che corrisponde al 40,5% degli aventi diritto al voto, Casole Bruzio ha chiuso con 1305 su 2361 che corrisponde al 55,3% degli aventi diritto al voto, Pedace ha chiuso con 930 su 1850 che corrisponde al 50,2% degli aventi diritto al voto, Serra Pedace ha chiuso con 450 su 1086 che corrisponde al 41,4% degli aventi diritto al voto. Spezzano Piccolo ha visto vincere il No con 481 voti, il Sì si è fermato a 471 e 7 schede bianche. Trenta ha visto vincere il Sì con 760 voti, il No si è fermato a 224, con 4 schede bianche e 4 nulle. Pedace ha visto vincere il Sì con 702 voti, il No si è fermato a 213 voti, con 17 schede nulle e 8 bianche. Casole Bruzio ha visto vincere il Sì con 652 voti, il No si è fermato a 642, con 11 schede tra bianche e nulle. Serra Pedace ha visto vincere il Sì 321 voti, il No si è fermato a 128, con schede 2 nulle. Una vittoria, nel complesso, schiacciante per il Sì con 2906 voti, con il No che si è fermato a 1688 voti.
IRTO: FUSIONE COMUNI E’ SCELTA DEMOCRATICA CHE PUNTA A EFFICIENZA AMMINISTRATIVA

“Il referendum consultivo di ieri ha sancito la netta affermazione del voto a favore
della creazione del Comune unico della Presila cosentina, che assume la denominazione
di Casali del Manco. Ritengo che la scelta compiuta democraticamente dai cittadini
di Casole Bruzio, Pedace, Serra Pedace, Spezzano Piccolo e Trenta sia stata la più
giusta, pur nel rispetto dei differenti orientamenti emersi in alcuni territori”.
E’ quanto afferma il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto,
che aggiunge: “Oggi i piccoli Comuni, in tutta Italia ma soprattutto al Sud, fanno
i conti con difficoltà gestionali e finanziarie. La fusione consentirà a quest’area
di giovarsi delle economie di scala che derivano dalla condivisione dei servizi pubblici,
ma anche di assumere un maggiore rilievo sul versante politico-istituzionale. Credo
– prosegue Irto – che il Consiglio regionale, sollecitando prima con una proposta
di legge e poi con il referendum questa scelta popolare, abbia dato l’opportunità
alle comunità locali di compiere un passo verso il futuro. Nel mantenere intatta
l’identità delle singole aree – conclude il presidente di Palazzo Campanella – i
cittadini di Casali del Manco potranno proiettarsi in una dimensione di maggiore
peso demografico e di maggiore efficienza amministrativa”.

NESCI E PARENTELA (M5S)

«Ha stravinto il “sì” al referendum sulla fusione dei Comuni presilani di Casole Buzio, Celico, Pedace, Spezzano Piccolo e Trenta. Adesso la volontà popolare dovrà essere rispettata alla svelta». Lo affermano in una nota i deputati M5s Dalila Nesci e Paolo Parentela, che avevano sostenuto la battaglia per il «sì», insieme al senatore del Movimento Nicola Morra, ad attivisti e ai consiglieri comunali 5 stelle di Celico, Rende e Corigliano Calabro, cioè Manlio Caligiuri, Domenico Miceli e Francesco Sapia. «La proposta di fusione dei Comuni presilani ha raccolto il consenso popolare necessario. Ne sarebbe lieto il fautore, padre costituente e ministro Fausto Gullo, già consigliere comunale di Spezzano Piccolo. L’unificazione deliberata è una risposta concreta alle ristrettezze della crisi finanziaria permanente, prodotta dal sistema dell’euro, che fa salire il debito pubblico e tagliare la spesa per i servizi ai cittadini». «Il risultato del referendum – proseguono i due parlamentari 5 stelle – ha una chiara valenza politica. Esso certifica la coesione tra la società civile impegnatasi sul territorio, le rappresentanze sindacali che hanno sposato la causa e quei soggetti politici che hanno lavorato senza ambiguità per sconfiggere le resistenze, anche mascherate, della vecchia guardia del centrosinistra». «Da qui – concludono Nesci e Parentela – inizia una nuova fase per i 5 Comuni presilani, che sapranno liberarsi della rovinosa egemonia dei baroni della politica locale».

Bevacqua: convinto plauso al voto referendario presilano

“Con il voto referendario di ieri – ha affermato Domenco Bevacqua – le popolazioni presilane hanno dato prova di grande maturità, dimostrando di avere pienamente compreso che il futuro possibile delle crescite territoriali non si persegue restando immobili e arroccati ognuno ai propri
campanili, bensì superando la debolezza proveniente dall’esiguità demografica e
diventando protagonisti di un localismo nuovo, consapevole della forza insita nel
rafforzamento di comunità. La fusione dei piccoli Comuni è sicuramente un’iniziativa
da incoraggiare e supportare nella nostra Regione perché rappresenta il modello
di riorganizzazione del sistema delle autonomie locali che più di altri risponde
alle esigenze di razionalizzazione della spesa, ottimizzazione della gestione e riduzione
delle diseconomie, nonché a quella di interventi per aree omogene che va ad incidere,
in maniera determinante, sull’utilizzo dei finanziamenti e delle risorse pubbliche,
in grado di colmare i divari infrastrutturali che caratterizzano i nostri territori
province. Mi auguro che l’esempio dato dagli amministratori e dai cittadini dei Casali
del Manco possa essere di sprone per i tanti territori calabresi, e in particolare
della provincia di Cosenza, che sono nelle condizioni di attivare meccanismi istituzionali
virtuosi, tali da dimostrare che anche in Calabria diventano maggioritarie sensibilità
culturali al passo coi tempi e pronte alle scelte coraggiose?”