San Luca, operazione “Metano”: in atto 7 fermi affiliati cosca Mammoliti
redazione | Il 15, Set 2011
Avevano la gestione diretta del 23% dell’appalto di metanizzazione e la gestione dei lavori edili di rifacimento e restauro di parte dell’abitato di Polsi. Ultimi aggiornamenti – I nomi degli arrestati
San Luca, operazione “Metano”: in atto 7 fermi affiliati cosca Mammoliti
Avevano la gestione diretta del 23% dell’appalto di metanizzazione e la gestione dei lavori edili di rifacimento e restauro di parte dell’abitato di Polsi
I carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di delitto e contestuale decreto di sequestro preventivo di beni, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria – dal Procuratore dr. Giuseppe PIGNATONE, dal Procuratore Aggiunto dr. Nicola GRATTERI e dal Sostituto Procuratore dr. Federico PERRONE CAPANO – nei confronti di 7 presunti appartenenti e/o contigui alla ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca MAMMOLITI, alias “fischiante”, di San Luca (RC), indagati di associazione di tipo mafioso e intestazione fittizia di beni, illecita concorrenza in appalti, rapina ed estorsione, con l’aggravante mafiosa di cui all’art. 7 L. 203/91.
L’attività d’indagine trae origine dal danneggiamento, seguito da incendio, occorso il 03.05.2010 a un autocarro della ditta METANGAS di Rende (CS) impegnata nella conduzione del gas metano in San Luca.
Le investigazioni hanno consentito di accertare che a monte del danneggiamento vi era una strategia intimidatoria posta in essere dagli appartenenti alla cosca MAMMOLITI alias “fischiante” di San Luca, con a capo MAMMOLITI Francesco cl. 1949, finalizzata all’ingerenza nella gestione dell’opera, che fino a quel momento era stata eseguita dalla METANGAS con dipendenti e mezzi propri.
In particolare è stato accertato che, su ordine di MAMMOLITI Francesco cl. 1949, dei soggetti non identificati si erano presentati presso il cantiere della METANGAS e dietro la minaccia di un fucile si erano impossessati dell’autocarro per poi renderlo inservibile appicandovi l’incendio. La strategia intimidatoria aveva sortito immediati risultati, infatti, da lì a breve erano stati assunti, per l’impiego nel cantiere della METANGAS, diversi soggetti tutti provenienti da San Luca in gran parte contigui alla cosca MAMMOLITI “fischiante”. Successivamente, erano stati stipulati svariati contratti di fornitura di materiale e di nolo a freddo con ditte riconducibili agli indagati. Gli accertamenti hanno dimostrato che in realtà i “noli a freddo”, invece, erano veri e propri “noli a caldo” e che ciò nascondeva, di fatto, un subappalto non autorizzato dell’esecuzione delle opere di costruzione della rete di distribuzione del gas nel territorio del Comune di San Luca, realizzando così una gestione diretta della cosca MAMMOLITI di una grossa fetta dell’opera.
Le attività investigative svolte hanno confermato che la cosca MAMMOLITI si era sostanzialmente impadronita dell’esecuzione delle opere appaltate dalla METANGAS, emarginando il responsabile di cantiere e sostituendolo con il MAMMOLITI Francesco, che era quello che impartiva le direttive in merito alle attività materiali da svolgere per la prosecuzione dei lavori. Altresì, sono state registrate delle conversazioni in cui il responsabile del cantiere si limitava a chiedere informazioni al MAMMOLITI al fine di aggiornare e mantenere regolare la documentazione dell’impresa appaltatrice.
L’attività tecnica ha parimenti dimostrato che MAMMOLITI Francesco, pur essendo ristretto presso la propria abitazione poiché sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari per aver violato le prescrizioni inerenti alla misura di prevenzione, fosse il reale proprietario e gestore dell’impresa intestata al nipote MAMMOLITI Stefano, impartiva ordini ed acquisiva commesse per conto della stessa e che, stanti i limiti impostigli dalla misura cautelare in corso, si serviva di MAMMOLITI Domenico quale suo “uomo sul territorio”. La realizzazione dell’intestazione fittizia dell’impresa aveva la finalità di eludere la normativa antimafia in materia di sequestro e confisca dei patrimoni illecitamente acquisiti.
La caratura criminale di MAMMOLITI Francesco è stata già evidenziata in riferimento al processo “FEHIDA”, inerente la “faida di San Luca, scaturita dalla c.d. “strage di Natale” e che ha avuto il suo culmine nella “strage di Duinsburg”. Il MAMMOLITI, quale capo dell’omonima cosca, storicamente alleata dei “NIRTA – STRANGIO”, era stato interpellato da PELLE Giuseppe cl. 1960, alias “gambazza”, per mediare le posizioni dei due schieramenti contrapposti nella faida, ossia gli stessi “NIRTA – STRANGIO” ed i “PELLE – VOTTARI”.
Le persone arrestate:
- 1.COSMO Antonio, nato a San Luca (RC) il 31.08.1947;
- 2.COSMO Francesco, nato a San Luca (RC) il 10.03.1959;
- 3.COSMO Giuseppe, nato a Locri (RC) in data 11.08.1977;
- 4.COSMO Giuseppe, nato a Locri (RC) il 09.11.1987;
- 5.MAMMOLITI Domenico, nato a San Luca (RC) il 20.06.1962;
- 6.MAMMOLITI Francesco, nato a San Luca (RC) il 12.07.1949, in atto sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari per altra causa;
Nel corso dell’operazione sono stati eseguiti sequestri preventivi di alcuni camion e mezzi d’opera, per un valore totale di 800.000 euro circa.
Veniva, inoltre notificata informazione di garanzia a VENNERI Edmondo Rinaldo, titolare dell’impresa METANGAS con sede in Rende (CS), in ordine al reato di cui all’art. 21 Legge 646/1982 (subappalto non autorizzato).
SAN LUCA – I Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria stanno eseguendo sette fermi di indiziato di delitto, emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, nei confronti indagati liberi, ritenuti affiliati alla ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca Mammoliti, alias “fischiante”, di San Luca (RC).
L’attività investigativa iniziò dal danneggiamento, seguito da incendio, occorso il 03.05.2010 di un autocarro della ditta Metangas impegnata nella conduzione del gas metano in San Luca. Le investigazioni hanno consentito di accertare che il gesto intimidatorio preludeva all’ingerenza della criminalità organizzata locale nella gestione dell’opera. In particolare è stato accertato che:
– le assunzioni di manodopera in loco erano composte da soggetti ritenuti, a vario titolo, contigui a consorterie di ndrangheta di quel centro;
– era stato stipulato un elevato numero di contratti di “nolo a freddo” che, da verifiche effettuate, invece, erano veri e propri “noli a caldo” al fine di nascondere l’illecito subappalto ad imprese prive di certificazione;
– l’impresa appaltante svolgeva di fatto un controllo meramente formale, dato che non è mai intervenuta su anomalie relative alle fatturazioni dei subappalti.
Tale meccanismo, in un appalto del valore complessivo di 1.150.000 Euro, consentiva alla cosca dei Mammoliti “alias fischiante” la gestione diretta per oltre il 23% dell’opera, quantificato in circa 260.000 Euro.
I reati di cui gli arrestati dovranno rispondere a vario titolo sono: di associazione di tipo mafioso e intestazione fittizia di beni, illecita concorrenza in appalti, estorsione e rapina aggravati dall’art. 7 L 203.1991, da eseguire in San Luca (RC).
I particolari dell’operazione saranno resi noti agli organi d’informazione nel corso di una conferenza stampa alle ore 11.00 di oggi, che sarà tenuta presso il Comando Provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria dal Procuratore Capo della Repubblica dott. Giuseppe PIGNATONE.
Nel corso dell’attività è stata riscontrata la diretta ingerenza della cosca Mammoliti, alias “fischiante” di San Luca, nella gestione di lavori edili di rifacimento e restauro di parte dell’abitato del noto santuario di Polsi, svolti tramite ditte fittiziamente intestate a terzi.
Veniva, inoltre perquisita l’impresa METANGAS con sede in Rende (CS) e notificata informazione di garanzia nei confronti di VENNERI Edmondo Rinaldo, titolare dell’impresa, in ordine al reato di cui all’art. 21 Legge 646/1982 (subappalto non autorizzato) ed eseguiti sequestri preventivi di alcuni camion e mezzi d’opera, per un valore totale di 800.000 euro circa.
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