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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 07 MAGGIO 2024

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I 100 lavoratori dell’Ara (Associazione regionale allevatori) Calabria non ricevono lo stipendio da 15 mesi

Ecco la missiva indirizzata al governatore Scopelliti e all’assessore al Bilancio Mancini

I 100 lavoratori dell’Ara (Associazione regionale allevatori) Calabria non ricevono lo stipendio da 15 mesi

Ecco la missiva indirizzata al governatore Scopelliti e all’assessore al Bilancio Mancini

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

Al Presidente Giunta Regionale
On. Giuseppe Scopelliti
All’Assessore al Bilancio
On. Giacomo Mancini
La nuova Associazione Regionale Allevatori della Calabria (ARA), riorganizzata quale Organismo di 1° grado, al di là della nuova denominazione, solo recentemente subentrata alle più note Associazioni Provinciali Allevatori (APA), non ha coinciso con un auspicato miglioramento delle condizioni generali dei lavoratori.
Siamo 51 dipendenti, tutti a tempo indeterminato più circa 50 collaboratori esterni, tutti con elevato grado di professionalità in agricoltura e sanità che da diversi anni vivono una condizione di assoluta precarietà determinata dalla corresponsione delle retribuzioni, che sopraggiungono con ritardi intollerabili e che vedono allo stato un ritardo di quindici mesi. Una situazione che si ripete oramai da tre anni,da quando la politica ha operato dei tagli drastici portando da 5,5 milioni di euro il finanziamento per le attività a soli 2 milioni di euro.
Eppure, ARA Calabria costituisce un punto di eccellenza per le attività di assistenza alle imprese agro/zootecniche con particolare riferimento al mondo degli allevatori, con circa 2.300 aziende socie assistite la cui attività si concretizza con il controllo della qualità dei prodotti, passando per il miglioramento tecnico-scientifico e sanitario dell’intero comparto. Ma la cosa più importante che non appare da nessuna parte è quella che noi,svolgiamo attività di prevenzione sanitaria sulle derrate alimentari di origine animale(Carne e Latte) e i suoi derivati. Tutelando i consumatori da eventuali patologie legate alla non salubrità di questi prodotti,questo determina una incidenza notevole sul servizio sanitario regionale e nazionale. A tali funzioni si aggiungono quelle istituzionali svolte su delega del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ed in piena armonia con l’Associazione Italiana Allevatori e le Associazioni Nazionali di Razza e/o specie, quali, la tenuta dei libri genealogici (LLGG) e dei registri anagrafici (RRAA), lo svolgimento dei controlli funzionali (CCFF), nonché l’anagrafe degli equidi. Ripeto,tali attività tutelano l’integrità e la qualità dei prodotti dell’agricoltura (carne e latte e i loro derivati in particolare) della Calabria nonché la genuinità a garanzia della sicurezza alimentare in linea con le normative Regionali, Nazionali e Comunitarie.
Ebbene, abbiamo il dovere di uscire dal silenzio che ha accompagnato le condotte di tutti i lavoratori in questione, perché anche la dignità del silenzio che caratterizza le persone spesso dotate di una maggiore capacità culturale, viene sovrastata dalla necessità di portare nelle rispettive famiglie dei punti certi di riferimento.
Ciascun lavoratore, spesso monoreddito, ha dovuto esporsi in una sorta di indebitamento.
Nonostante ciò ARA Calabria rimane un punto di forza di tutto il sistema zootecnico e allevatoriale della Calabria, insostituibile e non negoziabile per la qualità dei servizi e per l’univocità del ruolo che ha sempre svolto. Non è nostra volontà additare responsabilità ad alcuno, pur tuttavia si chiede che nell’immediato vengano erogati i finanziamenti, per consentire il pagamento degli stipendi arretrati,che ad oggi ammontano a quindici mensilità. Attualmente non vediamo soluzioni alla nostra precaria situazione,che diventa sempre più grave giorno dopo giorno. Non solo siamo senza stipendio,da tanti mesi ma sembrerebbe che per il bilancio del 2014 non ci sono nemmeno i 2 milioni di euro, per cui questa struttura rischia di chiudere.Siamo stremati noi e le nostre famiglie,ripeto oramai scivolate verso la soglia della povertà, siamo tecnici qualificati,tutti oltre i 40 anni non vediamo alternative senza un intervento radicale della politica regionale. In conclusione, chiediamo di essere ricevuti,ascoltati dagli organismi regionali per costruire una nuova ipotesi di organizzazione del mondo agricolo calabrese, che sia inclusivo dei punti di eccellenza che ARA rappresenta e restituisca dignità e certezze alle famiglie dei lavoratori.
Vincenzo Dimizio Rapr. Aziendale UIL