Gratteri a Scilla in passerella: “Abolire le processioni è darla vinta alla ‘ndrangheta”
Ago 08, 2014 - redazione
“Non passi l’idea che tutta la Calabria è mafia”
Gratteri a Scilla in passerella: “Abolire le processioni è darla vinta alla ‘ndrangheta”
“Non passi l’idea che tutta la Calabria è mafia”
Oltre mille persone in Piazza San Rocco per ascoltare il magistrato
della Dda intervistato da Paola Bottero. E sugli “inchini” ai boss un
invito alla Chiesa: «Perché abolire le processioni quando basterebbe un
albo dei portatori? Così la diamo vinta alla ‘ndrangheta»/*
«La colpa è anche di noi magistrati. Molte volte, forse per fretta, ci
facciamo usare dalla stampa nazionale. Dobbiamo stare attenti, è
capitato anche a me: occorre dire le cose ma non pensare che tutta la
Calabria è ‘ndrangheta, altrimenti facciamo il loro gioco»: così Nicola
Gratteri ha risposto alla domanda di Paola Bottero, giornalista e
scrittrice, sul sensazionalismo di alcuni media che finisce per
alimentare il pregiudizio sui calabresi. Erano oltre mille le persone
presenti in Piazza San Rocco per ascoltare il magistrato antimafia
ospite della prima di Scilla in passerella, l’evento organizzato dalla
Filodrammatica Scillese con la direzione artistica di Ossi di Seppia e
Sabbiarossa Edizioni.
«Se fossi nato in un’altra abitazione, avrei potuto essere benissimo un
capomafia: l’educazione è fondamentale. Sono stato fortunato perché la
mia famiglia era di persone umili ma oneste, dai grandi valori, che mi
hanno insegnato ad essere me stesso e a ricordare le mie origini». È un
Nicola Gratteri inedito, più volte interrotto dagli applausi della
piazza strapiena, quello che si racconta a Paola Bottero: l’amore per la
propria terra, la speranza, il senso di una«denuncia costruttiva».
Perché «anche nei paesi a più alta densità mafiosa, la mafia resta
minoranza. Ma organizzata e ordinata, mentre noi viaggiamo in ordine
sparso». Da qui l’importanza di una «educazione alla cultura della
cooperazione» perché «ci sono i margini per arginare il fenomeno
mafioso. Ma occorre il coraggio e la volontà di cambiare le regole del
gioco».
Le regole vanno cambiate prima di arrivare ai Tribunali e qui sta il
senso della sua nomina a presidente della commissione voluta da Palazzo
Chigi per elaborare una piattaforma di riforme della legislazione
antimafia. «Occorre modificare la normativa parificando il 416 ter (voto
di scambio) al 416 bis (associazione a delinquere di stampo mafioso),
aumentando le pene cosicché non diventi più conveniente delinquere».
Allo stesso tempo è necessario «modificare il codice di procedura penale
riguardo l’ordinario, trasformando i reati bagatellari in
contravvenzioni, perché oggi il tribunale è un lavandino otturato, una
strada piena di buche». Rispondendo alla domanda della Bottero sulla
reale possibilità che la commissione non abbia ostacoli da parte del
potere politico, Gratteri ha ricordato che «chiunque**sia stato al
potere, non ha mai voluto un sistema giudiziario efficiente, perché il
manovratore non vuole essere controllato». Ma il magistrato si è anche
detto sicuro di poter ottenere una maggioranza bipartisan sulle riforme
che la commissione proporrà.
Gratteri non si è sottratto alla domanda su uno dei temi caldi: gli
“inchini” ai boss. E non sono mancati i distinguo rispetto alle
decisioni della Chiesa calabrese: «Perché abolire le processioni? Non
basterebbe regolamentare i portatori? Il sacerdote si assuma la
responsabilità di un albo di persone perbene che possano portare il
santo e programmino il percorso con i relativi momenti di sosta. La
diamo vinta alla mafia se non facciamo le processioni, che soprattutto
nei decenni passati sono state gestite dalle famiglie mafiose del paese
per esternare il proprio potere, con meccanismi che non c’entrano con il
credo».
Gratteri, sollecitato dalle domande di Paola Bottero, ha ricordato
quindi le fasi della sua mancata nomina a ministro della giustizia del
Governo Renzi e ha ribadito di non essere interessato a correre per la
carica di presidente della regione Calabria pur essendo stato
interpellato «da destra, da centro e da sinistra».
Terminato il faccia a faccia la serata è proseguita con un concerto
degli Hantura offerto dalla Provincia di Reggio Calabria.
Il programma di Scilla in passerella prevede per questa sera alle ore
21, presso la terrazza dell’Hotel le Sirene (ingresso sulla nazionale,
di fronte alla stazione Fs), la #Calabriaoltre il pregiudizio, con i
giornalisti Alessandro Russo, Manuela Iatì e Consolato Minniti, il
sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi e il leader del gruppo musicale
dei Mattanza Mimmo Martino. Condurranno la serata Josephine Condemi e
Filippo Teramo.