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TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

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Giro d’Italia, sulle Serre vince Battaglin. Paolini resta in maglia rosa

Giro d’Italia, sulle Serre vince Battaglin. Paolini resta in maglia rosa

Ieri da Tortora fino a Serra San Bruno la prima delle tappe calabresi. Oggi si riparte da Cosenza

Giro d’Italia, sulle Serre vince Battaglin. Paolini resta in maglia rosa

Ieri da Tortora fino a Serra San Bruno la prima delle tappe calabresi. Oggi si riparte da Cosenza

 

 

SERRA SAN BRUNO (VIBO VALENTIA) – Il cognome é di quelli che hanno fatto la storia del ciclismo. Al Giro d’Italia, vinto nel 1981, come al Tour, dove si aggiudicò la classifica scalatori nel 1979, con tanto di passerella in maglia a pois sui Campi Elisi, a Parigi. Quel Battaglin si chiamava Giovanni, quello che oggi si è imposto prepotentemente – e con uno sprint alla Roger De Vlaeminck – sul traguardo di Serra San Bruno, si chiama Enrico, non è parente dell’illustre predecessore, e deve compiere ancora 24 anni, ma dimostra di essere pronto per i grandi traguardi. Il giovane di Marostica (Vicenza) è partito negli ultimi 100 metri e ha creato il vuoto alle proprie spalle, staccando di poco un altro giovane, Fabio Felline, ma anche il palermitano Giovanni Visconti, che non riesce a ritrovare la strada della vittoria, dopo avere indossato pure la maglia rosa al Giro del 2008, partito dalla ‘sua’ Palermo. Luca Paolini ha conservato la maglia rosa conquistata ieri, mentre Bradley Wiggins è rimasto imbrigliato nella parte finale del percorso da una caduta che ha coinvolto Salerno e Garate, accumulando un ritardo di 17″, che il giudice di corsa ha convalidato, azzerando invece il ritardo (come da regolamento) dei due sfortunati corridori finiti a gambe all’aria. Insomma, per il ‘baronetto’ inglese, il Giro sembra essere cominciato in salita: il leader della Sky rischia di presentarsi alla cronometro di sabato a Gabicce Mare quasi in apnea. Niente di grave, per un asso delle prove contro il tempo come lui, tuttavia inducono quantomeno alla riflessione le incertezze palesate nella discesa di ieri, che non era certo un banco di prova durissimo, insormontabile. L’impressione è che questo Wiggins, sempre propenso a giocare a nascondino, nella parte iniziale della corsa rosa, possa essere attaccato e magari pure messo alle corde nei terreni a lui meno congeniali: le discese più ripide. Anche perché, il Giro, mai come quest’anno, può essere considerato d’Italia. Dopo la maglia rosa conquistata da Puccio, quella indossata da Paolini, le vittorie di quest’ultimo e, oggi, di Battaglin, sembra esserci poco spazio per i corridori venuti da lontano. A parte, ovviamente, l’exploit di Mark Cavendish, nella prima tappa, a Napoli. Ma c’é di più: nel finale di questa 4/a frazione si è rivisto Danilo Di Luca, vincitore del Giro d’Italia nel 2007, che a 37 anni sembra in grado di poter stupire ancora. L’abruzzese è stato protagonista di un’azione nella parte finale del tracciato, ma è stato ripreso a circa 300 metri dall’arrivo. Con lui c’era il colombiano Chalapud che non lo ha sostenuto come avrebbe potuto e dovuto, costringendolo a tirare per una decina di chilometri, a dare tutto, a spremersi in continue accelerazioni. E’ un vero peccato che Di Luca non abbia portato a termine la propria azione: sarebbe stato il suggello a una prova comunque da incorniciare. Quella odierna è stata una frazione caratterizzata dal maltempo che ha imperversato dalla partenza fino all’arrivo, con pioggia, vento, freddo, nebbia, strade insidiose, viscide. La lunghezza del percorso (quella odierna è la seconda tappa con più chilometri del Giro 2013) ha fatto il resto, trasformando il trasferimento dal profondo Cilento alla Calabria in una prova estremamente dura, complicata. Ha vinto Battaglin, un giovane di belle speranze, mentre un corridore meno giovane, Paolini, si è confermato in rosa, senza mostrare segni di cedimento.

LA QUARTA TAPPA IN DETTAGLIO

La 4/a tappa del 96/o Giro ciclistico d’Italia, svoltasi ieri, è stata una maratona lunga e insidiosa di 246 chilometri, che ha portato i corridori da Policastro Bussentino a Serra San Bruno, in provincia di Vibo Valentia. I primi 190 chilometri erano pianeggianti, con leggeri saliscendi; la partenza è stata programmata alle 11,15, sulla Statale 18, dopo l’incolonnamento cittadino da piazza del Popolo. Superata la piana di Lamezia Terme è iniziata la salita verso Maierato e Vibo Valentia, dove è stato posto il Gran premio della montagna (498 metri d’altezza, dopo 203,7 km di corsa, 3/a categoria). Le pendenze erano in apparenza molto pedalabili, con brevi tratti più ripidi. Dopo Vibo, la carovana dei corridori è scesa, per poi risalire e affrontare la salita finale di Croce Ferrata (a metà c’era il traguardo volante di Soriano Calabro), con pendenze sempre attorno al 5 per cento. L’arrivo era posto 7 km dopo il secondo Gran premio della montagna della giornata: una salita di 2/a categoria, che ha raggiunto i 907 metri d’altezza (239,3 km). La strada scendeva dopo Croce Ferrata, prima con un andamento tortuoso e poi, dai -6 al -3 km, con una carreggiata larga. Gli ultimi 3 km erano in risalita verso il centro cittadino, ai 600 metri c’era un restringimento di carreggiata e il fondo diventava lastricato per l’intero rettilineo d’arrivo che è lungo 550 metri, largo 6, in lieve salita. L’arrivo, in corso Umberto, a Serra San Bruno. Per la prima volta nella storia la corsa rosa ha toccato questo centro di quasi 7 mila anime, che sorge nel cuore della Calabria e sede della Certosa, il più antico convento certosino italiano, fondato nell’anno mille.
A LAMEZIA TRAGUARDO VOLANTE PER RICORDO VITTIME STRAGE
Traguardo volante per la quarta tappa del Giro d’Italia lungo la strada statale 18, a Lamezia Terme, dove il 5 dicembre 2010 in un incidente stradale morirono otto ciclisti amatoriali. Lo ha tagliato, ieri pomeriggio, un solo ciclista che ha preceduto di circa tre minuti il resto della carovana. Dopo il passaggio, alla presenza dei familiari delle vittime, è stata deposta una corona di fiori sotto la stele che ricorda le vittime.
Alla cerimonia di ieri pomeriggio hanno partecipato il sindaco di Lamezia Terme Gianni Speranza, l’assessore allo Sport Rosario Piccioni, il dirigente del Commissariato della Polizia di Stato di Lamezia, Antonio Borelli, e il comandante Polizia Municipale Salvatore Zucco. “Abbiamo apprezzato molto la decisione degli organizzatori del giro – ha dichiarato Piccioni – di prevedere nuovamente la sosta della carovana pubblicitaria e delle troupe televisive a Lamezia Terme. E’ dovere di tutte le istituzioni civili e sportive porre l’attenzione sul problema della sicurezza stradale e soprattutto non dimenticare le vittime della strada. E’ stata una giornata in cui i tanti appassionati delle due ruote hanno avuto la possibilità di vedere dal vivo i grandi campioni, ma soprattutto, per la nostra città, è stata un’altra occasione per tenere vivo, ancora una volta, il ricordo di nostri concittadini”.
GIOVANE INVESTITA DA AMBULANZA MENTRE ASPETTA CICLISTI
Una dodicenne é stata investita da un’ambulanza mentre stava aspettando il passaggio dei ciclisti del Giro d’Italia a Belvedere Marittimo, nel cosentino. La ragazzina. G.M., si trovava lungo la strada quando, per cause ancora in corso di accertamento, è stata investita dal veicolo. La giovane è stata subito soccorsa ed accompagnata in ospedale; le sue condizioni non destano preoccupazione.

V TAPPA

Oggi si riparte da Cosenza. La città bruzia sta preparandosi per accogliere la vetrina mediatica, ripulendo strade e organizzando l’accoglienza per il villaggio di partenza, dove i ciclisti e le loro squadre si raccoglieranno prima del via. Il raduno sarà a piazza dei Bruzi e dintorni a partire dalle 9 con spettacoli e attrazioni dell’organizzazione del Giro e degli sponsor: la partenza sarà attorno a mezzogiorno con un prologo lungo le vie del centro storico e sull’isola pedonale di corso Mazzini, tra le statue del museo all’aperto. Il chilometro zero sarà però nei pressi della sede Rai di viale Marconi. E si pedalerà verso il versante opposto della Calabria, quello jonico, percorrendo la statale 19 prima e la 533 poi, fino a sbucare sulla 106 a Sibari. Da lì si risale, valicando il confine lucano dopo Rocca Imperiale. L’arrivo è a Matera, dopo 203 chilometri.