Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), SABATO 27 APRILE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Giorgia Meloni e Maurizio Lupi, “(con)gelano” il Ticket Occhiuto-Spirlì La leader di Fratelli d'Italia a Catanzaro, prima "pesiamoci" e poi nominiamo. La stessa posizione è quella dell'ex ministro Maurizio Lupi a pochi chilometri di distanza

Giorgia Meloni e Maurizio Lupi, “(con)gelano” il Ticket Occhiuto-Spirlì La leader di Fratelli d'Italia a Catanzaro, prima "pesiamoci" e poi nominiamo. La stessa posizione è quella dell'ex ministro Maurizio Lupi a pochi chilometri di distanza

Tanto tuonò che piovve e così fu che quelle che erano delle fondamenta solide prima, adesso sembrano (utilizziamo il condizionale), costruite sulla sabbia. Come quei castelli fatti dai bambini sulle spiagge.
Quel famoso “Ticket” che in altri contesti ha un’altra valenza, come in sanità, adesso utilizzato in politica sembra anch’esso avere le sue condizioni di “esenzione”.
Presentato in pompa magna dal leader del Carroccio Matteo Salvini, e non è che visti i rapporti interni nella Lega si può dire che navighi in buone acque, vedi lo scontro con i governatori regionali di Alberto da Giussano, il cui personaggio sembra non avere più la lancia (dura e) dritta, causa il “Green Pass”.
Dopo la discesa in Calabria della “Giovanna D’Arco” della Destra, in arte Giorgia Meloni, dove tutti si aspettavano una sua presa di posizione (quasi scontata, viste le polemiche dei mesi scorsi), non ha deluso le aspettative né le anticipazioni, a volte anche azzardate, ma azzeccate, fatte da alcune testate giornalistiche (noi compresi), sulla “rinegoziazione” dell’oramai famoso “Ticket” Occhiuto-Spirlì.
Nei fatti, Roberto Occhiuto favorito alla vittoria finale anche per meriti del centrosinistra (spaccato in tre pezzi), avrebbe dovuto nominare come vicepresidente l’attuale presidente ff Nino Spirlì, ovvero la stessa scelta che fece la compianta Jole Santelli dopo la sua vittoria, eletta dal popolo, il 26 gennaio del 2020.
Nei fatti Spirlì senza candidarsi né partecipare alla competizione elettorale per cercare i consensi dal popolo e stabilire il proprio peso politico, sarebbe entrato dalla porta principale con un passepartout salviniano.
C’è da dire che lo stesso Spirlì il 21 giugno scorso dichiarò, “Non è per paura o per timore di non prendere voti, ma voglio servire la Calabria fino alla fine”. Ovvero, solo per uno spirito di servizio per la carica ricoperta. Non stiamo scrivendo una baggianata, ma se andate a fare una ricerca ha dichiarato proprio questo.
Ieri a Catanzaro si è consumata la “tragedia”, utilizziamo questo termine meramente convenzionale e non per descrivere drammi. In quanto Giorgia Meloni leader di Fratelli d’Italia ieri ha dichiarato testuali parole: “certe scelte si decidono all’indomani del voto, e penso che parlare di presunte divisioni di ruoli senza tenere conto del voto dei cittadini, sia una mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini. Siamo una coalizione che ha sempre trovato soluzioni. Io non rivendico niente prima del voto, voglio chiedere ai calabresi che cosa pensano, e di quale deve essere il peso di Fratelli d’Italia e sulla base di questo farò le mie rivendicazioni. Il palazzo appartiene ai cittadini non ai partiti, questo dobbiamo ricordarlo sempre”.
Le parole in politica vanno sempre analizzate, noi ci proviamo seppur tutto è sindacabile. La Meloni parla di “peso elettorale”, ovvero di numero di consensi e se tali faranno pesare la forza di FdI, rivendicherà il suo ruolo. Ma se Spirlì non si è candidato, quale “peso” potrebbe esserci, per poi confrontarsi con il resto della coalizione? Ed è qui che nascono i primi dubbi, strutture portanti dell’esistenza cartesiana, da parte di tutti quanti noi osservatori della politica, e così nei fatti ogni testata giornalistica in merito al “Ticket” ha tratto le proprie conclusioni.
Ma attenzione c’è un altro passaggio che pochi hanno considerato ed è quando la Meloni, con a fianco Roberto Occhiuto, quindi il governatore della Calabria in pectore, quello che dovrebbe nominare Spirlì alla vicepresidenza, dice, oltre a rivendicare l’unità del centrodestra la quale non è mai stata messa in discussione,
“(…) sicuramente discusso, dopodiché sicuramente la Calabria è un luogo quale il centrodestra complessivamente ha sempre ottenuto ottimi risultati. Mi pare che si stesse facendo un ottimo lavoro prima che la povera Jole Santelli se ne andasse, e penso che quel lavoro vada ripreso”. Osservate le ultime affermazioni, “Mi pare che si stesse facendo un ottimo lavoro prima che la povera Jole Santelli se ne andasse”, e dopo? Con Nino Spirlì ff il lavoro è stato ottimo? Senza alcuna polemica, ma la presidenza di Jole Santelli è durata, purtroppo e con grande dolore per la triste scomparsa, dal 26 gennaio al 15 ottobre, quasi nove mesi, mentre Spirlì da quasi un anno. Noi non azzardiamo scenari inquietanti né maliziosi, ma riflettete bene, la Meloni dichiara questo e attenzione, con a fianco Roberto Occhiuto.
A stretto giro di posta, a pochi chilometri da Catanzaro un altro esponente di spicco del centrodestra, l’ex ministro Maurizio Lupi dichiara, “I cittadini ci chiedono di anteporre la politica a qualsiasi corsa per le poltrone, quindi anche per la scelta del vicepresidente della futura giunta più che gli accordi precedenti serve vedere quello che accadrà nell’urna”. Nei fatti anche Lupi parla di “peso elettorale”, ovvero di consensi.
Ed i consensi si ottengono candidandosi… e quindi ricordando la frase di Warner, in Calabria abbiamo scoperto che la favola inizia con “Se sarò eletto…”
(GiLar)