di Maria Teresa Bagalà
A pochi giorni dalla festa della Divina Misericoricordia, ovvero la prima domenica dopo Pasqua, così come lo stesso Gesù Cristo ha indicato a suor Faustina nelle sue apparizioni, monsignor Francesco Laruffa, co-parroco della chiesa di Sant’Ippolito martire di Gioia Tauro, si lascia andare ad una riflessione sulla Misericordia e su cosa ci chiede il Papa riguardo ad essa. Ecco le parole del sacerdote: << Alla misericordia non si chiede il conto: “O siamo gente che si lascia amare da Dio o siamo degli ipocriti”. Francesco ha dedicato gli ultimi incontri del mercoledì alla famiglia, e ha meditato sui componenti imprescindibili: la casa, la mamma, il papà, i figli, i fratelli, i nonni … Alla misericordia non si chiede il conto. Cosa ci chiede Francesco in queste due Pasque? Non comunità di eletti, ma peccatori per amore. La predicazione di Francesco apre quotidianamente a questo percorso personale e collettivo di conversione che è quello di effondere la misericordia divina a tutte le persone che la chiedono con cuore sincero: di non condannare eternamente nessuno, di uscire dal proprio recinto per andare a cercare i lontani, di adottare integralmente la logica dell’amore di Dio. Sempre le sue parole si tessono sulle letture ermeneutiche che san Paolo definisce “ i sentimenti di Cristo nella via dell’ipocrisia. O ti lasci amare, accarezzare dalla misericordia di Dio, o fai quello che tu vuoi secondo il tuo cuore che si indurisce sempre di più”. Ma dove non c’è mancanza, è ancora oggi il popolo di Dio che scopre quando trova anche nella Chiesa che è santa, peccatrice, bisognosa, giudici affaristi, viziosi e rigidi, che puniscono nei penitenti quello che nascondono nella loro anima …
Papa Francesco desidera che nella Chiesa regni la misericordia che è il manifestarsi di Dio e anche le due assemblee dedicate alla famiglia e alle sue fragilità sono state pensate e strutturate in modo tale che la Chiesa si possa interrogare su di essa e si faccia carico della misericordia umana e la sollevi a immagine del suo Signore, come è nel Vangelo. “La Chiesa è la casa di Gesù, e Gesù accoglie, ma non solo accoglie: va a trovare la gente”. E se la gente è ferita, cosa fa Gesù? La rimprovera perché è ferita? No! Proprio di questo parla Dio quando rimprovera il suo popolo: Misericordia voglio, non sacrifici! Il Papa si è espresso con molta chiarezza su questo. Purtroppo accade a volte come a Giuda, che non ha saputo leggere la misericordia negli occhi del Maestro. Se, infatti, non si riconosce più il Misericordioso, il cristianesimo si snatura, riducendosi a ideologia, a sistema di idee, delle quali farsi proprietari per poi brandirle come clava verso gli altri: Chi è il Peccatore? “ Innanzitutto io” dice il cristiano. Qualcuno potrebbe ancora replicare: Ma Padre, ci sono tanti peccatori sulla strada … non disprezziamo questa gente. Ma a costui va detto: “E tu? Chi sei? E tu chi sei, che chiudi la porta del tuo cuore a un uomo, a una donna, che ha voglia di migliorare, di rientrare nel popolo di Dio perché lo Spirito Santo ha agitato il suo cuore? Tu chi sei? Neanche io ti condanno. Così Cristo è stato di fronte all’adultera, ha ricordato il Papa. Per concludere: Chiediamo oggi al Signore la conversione alla misericordia di Gesù. Solo così la legge sarà pienamente compiuta, perché la legge è amare Dio e il prossimo, come noi stessi>>.