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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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Gioia Tauro, avrebbe voluto che le sue ceneri fossero disperse in mare, ma il Comune dice no

Gioia Tauro, avrebbe voluto che le sue ceneri fossero disperse in mare, ma il Comune dice no

Singolare vicenda è quella che stanno vivendo i familiari di un cittadino gioiese morto qualche giorno fa e che su suo esplicito desiderio, una volta cremato, avrebbe voluto che le sue ceneri fossero disperse a largo della costa della sua città

di MARIA TERESA BAGALA’

Gioia Tauro, avrebbe voluto che le sue ceneri fossero disperse in mare, ma il Comune dice no

Singolare vicenda è quella che stanno vivendo i familiari di un cittadino gioiese morto qualche giorno fa e che su suo esplicito desiderio, una volta cremato, avrebbe voluto che le sue ceneri fossero disperse a largo della costa della sua città

 

di Maria Teresa Bagalà

 

Stefano Agrillo è il nome del defunto il quale, come tanti conterranei, aveva lasciato la propria terra tanti anni fa per andare a lavorare alla FIAT e quindi trasferirsi in Piemonte, precisamente a Settimo Torinese. Agrillo però negli ultimi quattro anni si era ammalato di cancro e, nonostante la sua forza d’animo lo abbia portato a lottare contro il male fino alla fine, aveva deciso comunque di “fare testamento” nel quale aveva lasciato ai suoi cari tutte le disposizioni riguardo il suo funerale e la sua sepoltura. Egli infatti nel documento aveva disposto la sua cremazione e dal momento che, nonostante avesse vissuto tanto tempo lontano dalla città del Porto, aveva sempre portato nel cuore il suo paese natio ed il suo mare, avrebbe voluto che le sue ceneri fossero lanciate nelle acque di Gioia Tauro.
Una richiesta che però non è stato possibile esaudire perché quando l’agenzia di pompe funebri piemontese ha contattato il Comune di Gioia Tauro, l’ ufficiale di stato civile ha risposto che la cosa non era possibile in quanto vietata dalla legge. L’ impiegato, inoltre, avrebbe aggiunto durante la telefonata, che se la famiglia di Agrillo avesse dato seguito al volere del proprio congiunto sarebbe potuta finire in galera in quanto avrebbe effettuato una cosa illegale.
Una risposta questa che suona quasi come una “burla” e che ha costretto i cari del cittadino gioiese ad optare per il mar ligure di Monterosso come posto per disperdere le sue ceneri. Una decisione che però essi non hanno preso a cuor leggero in quanto non gli ha permesso di rispettare fino in fondo le volontà del defunto e perché, a differenza di quanto affermato dall’ ufficiale di stato civile, esiste in realtà una legge dello Stato datata 30 marzo 2001 che indica le disposizioni in materia di cremazione e dispersione delle ceneri nella quale è prevista la procedura richiesta dagli Agrillo. L’articolo 3, infatti, di suddetta legge che si occupa di polizia mortuaria, prevede che: “La dispersione delle ceneri è consentita, nel rispetto della volontà del defunto” e ancora “La dispersione in mare, nei laghi e nei fiumi è consentita nei tratti liberi da natanti e da manufatti”.
Una legge alla quale però, la Calabria non si sarebbe ancora adeguata nonostante l’articolo 6 prevedesse che entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della norma le regioni avrebbero dovuto mettersi in linea con le disposizioni statali.
Una storia che ha pertanto del paradossale e che vede una famiglia amareggiata per non aver potuto fino in fondo rispettare i desideri del proprio congiunto a causa della burocrazia.