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Gioia Tauro, dal carcere agli arresti domiciliari Giuseppe Sansotta

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Il Tribunale delle libertà di Reggio Calabria ha sostituito la misura cautelare applicata nei confronti del gioiese Giuseppe SANSOTTA che passa dal carcere agli arresti domiciliari.
Coinvolto nella operazione Joy’s seaside che il 25 marzo 2021 portava in carcere 17 persone accusate a vario titolo di reati, dall’associazione mafiosa all’associazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti ed alla attività di spaccio delle stesse sostanze con base operativa alla marina di Gioia Tauro.
Sansotta veniva condannato ad 8 anni in ragione della frequentazione del circolo Il Pontile dove, secondo l’accusa, i consociati programmavano l’attività criminale, nonché della vicinanza e del rapporto continuo con uno dei promotori del gruppo.
Da questi elementi veniva ritenuta la sua partecipazione alla associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Secondo la Corte di Appello di Reggio Calabria, cui i difensori, Contestabile Guido e Curti Girolamo, si erano rivolti chiedendo di sostituire la misura cautelare della custodia in carcere con quella degli arresti domiciliari, la misura della custodia carceraria sarebbe l’unica adeguata ai reati che vengono contestati a Giuseppe Sansotta.
Contro questo provvedimento i legali proponevano appello al Tribunale delle libertà di Reggio Calabria lamentandosi della decisione negativa adottata dalla Corte di Appello in netto contrasto, tra l’altro, con la sentenza emessa dal Tribunale di Palmi si era già pronunciato sostenendo che quella associazione nella realtà non esiste.
Pertanto, i legali evidenziavano che Sansotta non può considerarsi un frequentatore del circolo Il Pontile, che, quindi, non è nemmeno una base operativa e che le sue frequentazioni non avevano nulla di illecito.
Il Tribunale delle libertà, all’esito della camera di consiglio del 25 gennaio, accogliendo l’appello dei difensori ha sostituito la misura nei confronti del Sansotta scarcerandolo ed applicando gli arresti domiciliari.