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TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

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Funzionario aggredito dall’assessore regionale Tallini, concluse le indagini

Funzionario aggredito dall’assessore regionale Tallini, concluse le indagini

Emesso il provvedimento con cui il pm Guarascio ha concluso l’attività investigativa. L’assessore calabrese avrebbe spintonato il dipendente dopo avere chiesto informazione su alcune pratiche per il fotovoltaico. Secondo le ipotesi accusatorie, avrebbe accompagnato «gli incaricati della società nei locali del dipartimento». Tallini: “Stupore per la chiusura delle indagini, vicenda grottesca”

Funzionario aggredito dall’assessore regionale Tallini, concluse le indagini

Emesso il provvedimento con cui il pm Guarascio ha concluso l’attività investigativa. L’assessore calabrese avrebbe spintonato il dipendente dopo avere chiesto informazione su alcune pratiche per il fotovoltaico. Secondo le ipotesi accusatorie, avrebbe accompagnato «gli incaricati della società nei locali del dipartimento». Tallini: “Stupore per la chiusura delle indagini, vicenda grottesca”

 

 

CATANZARO – Tentata violenza privata aggravata è l’accusa da cui è chiamato a difendersi Domenico Tallini, assessore al Personale della Regione Calabria, finito sotto inchiesta per una presunta aggressione ai danni di Ercole Lodari, funzionario del settore Politiche energetiche. A carico di Tallini il sostituto procuratore della Repubblica titolare del caso, Domenico Guarascio, ha emesso un avviso di conclusione indagini e adesso l’assessore avrà venti giorni di tempo per espletare ogni attività difensiva utile a dimostrare la propria innocenza, prima che l’ufficio di Procura decida se procedere con una richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione. Le ipotesi d’accusa mosse a Tallini, ancora tutte da dimostrare in sede giudiziaria, sono state formulate a seguito delle indagini dei carabinieri nate dalla denuncia di Lodari che aveva raccontato loro di essere stato aggredito.

E la pubblica accusa oggi è giunta a sostenere che l’assessore avrebbe voluto fare pressioni sulla presunta parte offesa in modo che lui accelerasse «l’iter istruttorio per la richieste di realizzazione di impianti di tipo fotovoltaico» presentate da una società, in particolare prendendo Lodari per la giacca e scuotendolo con violenza. Una pratica, quella in questione, della quale Tallini si sarebbe interessato più volte, chiedendo informazioni e, si legge nell’avviso di conclusione indagini, «accompagnando gli incaricati della società nei locali del dipartimento interessato all’iter autorizzativi». L’assessore, dal canto suo, respinse con forza le accuse fin da quando apprese della denuncia di Lodari ed anzi, ad aprile del 2011, spiegò con una propria nota di voler querelare il funzionario per diffamazione dal momento che quanto raccontato da quest’ultimo ai carabinieri a suo dire sarebbe del tutto falso.

TALLINI: STUPORE CHIUSURA INDAGINI, VICENDA GROTTESCA

“Apprendo con stupore dalla stampa la notizia della chiusura delle indagini su una vicenda che ritenevo conclusa e archiviata con il ritiro della querela nei miei confronti da parte di un funzionario regionale e con la mia parallela rinuncia a controquerelare per le offese subite”. Lo afferma, in una nota, l’assessore regionale Domenico Tallini. “Probabilmente – aggiunge – ho fatto male ad accettare le scuse del funzionario in questione e a non andare fino in fondo nella vicenda. Ritenevo che avere chiarito civilmente la questione con il mio accusatore avrebbe contribuito a rasserenare gli animi e a fornire una buona immagine della Regione e del suo apparato burocratico. Si è voluto ad ogni costo individuare un reato nei miei confronti, anche se tutti sanno che io quella mattina del 12 aprile 2011 mi sono recato nell’ufficio del funzionario solo ed esclusivamente per chiedergli conto di pesanti apprezzamenti verbali fatti in presenza di persone di mia conoscenza. Persone, anzi utenti della Regione Calabria, che erano stati maltrattati dal funzionario che, non soddisfatto, si era poi lasciato andare a gravissimi insulti nei miei confronti. Senza indulgere in formalismi, che non mi appartengono, ho sfidato il funzionario a ripetere ciò che aveva detto sul mio conto. Avrei potuto chiedere l’apertura di un procedimento disciplinare e procedere nei suoi confronti per il reato di diffamazione. Se avessi voluto sveltire una pratica, mi sarei certamente rivolto al Direttore generale del Dipartimento interessato o al collega assessore e non avrei scomodato un funzionario che nel procedimento ha solo un ruolo marginale e sostanzialmente di passacarte. Né mi pare sia un reato per un assessore regionale chiedere informazioni su un atto amministrativo o accompagnare persone conosciute per ottenere informazioni di dominio pubblico. Si è trattato pertanto solo di un chiarimento di natura personale, circoscritto ad uno scambio verbale molto vivace, poiché ritenevo inaccettabile che un dipendente rovesciasse fango nei confronti di un amministratore regionale che, lo si voglia o no, rappresenta l’Istituzione”. “Ho accettato di chiudere la vicenda, che pure meriterebbe di essere approfondita – dice ancora Tallini – solo ed esclusivamente per non danneggiare l’immagine della Regione e non infierire nei confronti di un dipendente già in passato oggetto di indagini e procedimenti disciplinari. Ho sbagliato perché si è approfittato di questo episodio per imbastire un assurdo e falso teorema secondo cui avrei usato violenza per ottenere il disbrigo di una pratica”. “A me non resta, anche in questa circostanza – conclude – attendere con fiducia che un giudice terzo ed imparziale stabilisca la verità dei fatti, approfondendo tutti gli aspetti di questa grottesca vicenda”.