Editoriale di Maurizio Compagnone
Fracking nuova arma di distruzione di massa
Editoriale di Maurizio Compagnone
Bucarest nasconde alla popolazione il disastro ambientale che la Chevron sta compiendo
per produrre shale gas. Ma sarà difficile che la popolazione ne venga a conoscenza
visto che la famiglia Basescu è socia della società che sta frammentando il sottosuolo
provocando contaminazione delle acque, continui smottamenti, terremoti e inquinamento.
Le trivellazioni della Chevron che dovevano aprire la strada all’indipendenza energetica
a detta del presidente Basescu, stanno creando un disastro ambientale spaventoso.
Ma la stampa rumena tace, le autorità le hanno messo il bavaglio alla bocca. Il
piccolo comune di Pungesti nel nord della Romania di appena 3500 abitanti è sempre
in piazza contro i soprusi di Basescu che nel 2012 ha espropriato loro i terreni
per darli in concessione alla Chevron che li sta sottoponendo al fracking per estrarre
shale gas contenuto nella roccia argillosa.
Questo metodo distruttivo è proibito in Francia e Bulgaria. Negli USA va per la
maggiore.
Il governo di Bucarest ha concesso le concessioni alla Chevron dietro compenso di
fior di biglietti verdi, cadeau della compagnia petrolifera che ha permesso
alla Chevron di ottenere le licenze con cui hanno fatto partire le perforazioni nel
sottosuolo rumeno, che secondo gli esperti, insieme all’area di Donbass in Ucraina
rappresentano i più grossi giacimenti di gas, subito dopo la Polonia e la Francia.
Basescu ha colto la palla al balzo la Romania dipende per il 90% dal gas russo e
il sottosuolo porterà ricchezza alla Romania e a tutto il suo entourage. La popolazione
non è stata neppure avvertita ne è venuta a conoscenza a contratto firmato. Numerose
associazioni hanno impugnato l’accordo presso vari tribunali del paese ma si sono
scontrati contro un muro di gomma. La Chevron da produttore di oli ha saputo ben
ungere le giunture dei politici, uomini di stato e delle istituzioni, un grande business
per tutti meno che per il popolo rumeno che sta vivendo sulla sua pelle i danni del
fracking. In cosa consiste questo tipo di tecnica vietata per il rischio alle falde
acquifere che provoca inquinamento chimico altamente canceroge
no
all’uomo?
Per estrarre il gas nel terreno argilloso si procede con trivellazioni verticali
che creano gli alvei da cui si sprigionerà gas, ma per liberarlo dalla roccia che
lo racchiude, è necessario fratturare il terreno. Per procedere con il fracking
nella roccia indebolita dalle trivellazioni, di iniettano 15 Mil lt di acqua ad alta
atmosfere per ogni frattura aperta, la pressione è tale che sarebbe in grado di
sollevare una vettura di 2 ton. immaginate che tsunami si genera nel sottosuolo.
Mentre la pressione dell’acqua continua a creare danno nel sottosuolo, in superficie
si avverte uno sciame di scosse sismiche.
In profondita la roccia si disintegra rilasciando il prezioso gas.
Questi terroristi dell’ambiente dopo aver profondamente ferito la terra, non contenti,
iniettano attraverso le crepe un mix di agenti chimici misti ad acqua e sabbia per
impedire che si possano richiudere le fratture.
I composti chimici sono estremamente pericolosi e cancerogeni.
Gli esperti inglesi della EA Agenzia per l’Ambiente, hanno messo in guardia le autorità
per l’alto rischio di contaminazione provocato dal rilascio del gas, esso è presente
nelle vicinanze di sorgenti di acque e quindi facile ad entrare nel ciclo alimentare.
Pensiamo solo per un momento al rischio che si corre bevendo acqua contaminata dal
mix di agenti chimici usati per il fracking.
Questo tipo di tecnica non solo avvelena le sorgenti d’acqua ma provoca continui
sciami sismici di bassa intensità, cosa può accadere se le onde sismiche incontrano
una faglia? Una domanda a cui è difficile dare una risposta, ci auguriamo solo che
questo non accada mai.
Quale catastrofe ci dovremmo aspettare in caso di esplosione del gas a 4000 mt di
profondità? Esplosioni a catena che potrebbero incidere pesantemente sul magnetismo
terrestre.
Purtroppo assistiamo a comportamenti incredibili degli scienziati rumeni che minimizzano
la portata del rischio a differenza dei loro colleghi stranieri che mostrano preoccupazione.
Questa la dice lunga sul grado di corruttela che esiste nelle istituzioni rumene.
Ad altre latitudini in Ucraina orientale un popolo, al contrario, si fa massacrare
per difendere le loro terre dalle voraci compagnie petrolifere statunitensi, un gesto
esemplare di cui farne tesoro.
Maurizio Compagnone
Opinionista de “La Gazzetta italo brasiliana” e “Piazza Italia” di Caracas