FdI, “Reggio sprofonda: conosciamo i responsabili!” L’indagine della qualità della vita del Sole 24 Ore, purtroppo, fa registrare un altro dato drammatico per Reggio Calabria
L’indagine della qualità della vita del Sole 24 Ore, purtroppo, fa registrare un altro dato drammatico per Reggio Calabria. In fondo alla classifica delle 107 province italiane in 101esima posizione, perde sei posizioni in un anno; la nostra città sprofonda negli abissi di quelli che sono degli indicatori socio-economici fondamentali per il benessere della popolazione. Ricchezza, lavoro, ambiente, servizi, cultura e tempo libero sono alcuni dei target di riferimento dell’indagine, che attesta l’incapacità amministrativa di un Comune colpevole di non saper sviluppare una visione o di dare un contributo di normalità ad una città sfigurata nella sua bellezza e inibita nelle sue potenzialità.
Oltre sette anni di gestione Falcomatà hanno prodotto danni e macerie. Non solo per il processo Miramare, le cui vicende giudiziarie hanno impantanato la città oltre modo, per via della sospensione di vari componenti della Giunta e del Consiglio, ma soprattutto per la strutturata inadeguatezza a innalzare la qualità della vita dei cittadini reggini.
Manca un progetto e una visione di rilancio dell’intero territorio, intere comunità, rischiano di perdere la speranza, perché rassegnate ad un’inerzia ammnistrativa che non riesce a garantire i servizi essenziali. I grandi temi rifiuti, infrastrutture, servizi, lavori pubblici e mobilità non compaiono nell’agenda politica di questo Comune; la cui classe politica non sa darsi degli obiettivi perché consapevole di non poterli raggiungere per manifesta insufficienza di competenze.
La nostra città ha tanto da offrire ma non riesce ad agganciare neanche i minimi standard di ordinarietà, per mancata programmazione e per un’inspiegabile incapacità di spesa delle risorse europee previste per le Città Metropolitane e che avrebbero dato un respiro più ampio alle criticità che attanagliano la città capoluogo.
E in ultimo, non certo per importanza, questo dato del Sole 24ore, certifica l’inesistenza di una prospettiva solida per i giovani. Studenti, giovani lavoratori e professionisti costretti a lasciare Reggio per spostarsi in ogni parte del mondo, in cerca di futuro, di certezze; o forse, di un orizzonte che in riva allo Stretto non esiste. Confidiamo nel Pnrr e nella governance delle sue risorse per arrestare questo esodo inesorabile.
Occorre costruire un vero e proprio patto sociale con la Regione Calabria e con il Governo – ma con le istituzioni in generale ai vari livelli – e con le realtà imprenditoriali, affinché idee e progetti di sviluppo, prendano forma e consistenza. Quella del Pnrr, è l’ultima occasione per Reggio per creare quelle ricadute occupazionali che rimarginerebbero la ferita aperta dalla fuga dei nostri giovani.