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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 01 MAGGIO 2024

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Emigrazioni italiane nell’Africa settentrionale a confronto con quelle dal Sud verso il Nord Speziale ospite dell’ Uniter di Lamezia Terme

Emigrazioni italiane nell’Africa settentrionale a confronto  con quelle dal Sud  verso il  Nord Speziale ospite dell’ Uniter di Lamezia Terme
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di Lina Latelli Nucifero


 

Il confronto tra le migrazioni italiane dal nord verso sud e quelle africane dal sud verso il nord è stata la tematica dell’ incontro “Specchio del presente: l’emigrazione italiana in Africa settentrionale tra l’età moderna e contemporanea”, organizzato dall’Uniter di Lamezia Terme, presieduta da Italo Leone. Il relatore Salvatore Speziale, docente di Storia dei Paesi islamici Università di Messina e di Storia dell’Italia moderna presso l’Università per stranieri di Reggio Calabria, ha proposto i risultati di una ricerca sulle emigrazioni italiane in Africa mediterranea, dall’età moderna all’età contemporanea, che sta conducendo insieme all’Università La Sapienza, l’Università di Messina e l’Università di Tunisi. Partendo dal 1500, Speziale ha tracciato un excursus delle grandi emigrazioni per concludere con quelle italiane dei nostri giorni attingendo a fonti documentarie di archivi del Mediterraneo ( tra cui gli Affari Esteri) e ad interviste condotte personalmente durante una serie di missioni realizzate in Africa negli ultimi anni. «La costa dell’Africa settentrionale – ha affermato il professore Speziale – è così vicina alla Sicilia che bastava una notte di viaggio in barche, guidate da pescatori esperti, perché i migranti la raggiungessero, certi di potervi restare senza essere costretti a convertirsi all’Islam e di poter ritornare in breve tempo nella propria terra. Così, fin dal 1500 emigrarono in Tunisia, Egitto, Marocco e nel delta del Nilo e in altre aree, rinnegati, mercanti, ebrei sefarditi, corallari napoletani, tonnaroli, pescatori stagionali e nei secoli successivi altri migranti provenienti dalle varie regioni d’Italia, tra cui la Campania, la Calabria e la Sicilia. Il fenomeno dell’emigrazione aumentò durante i moti del Risorgimento tanto che si precipitarono in Africa: anarchici, democratici, repubblicani, mazziniani, carbonari, ex napoleonici tra cui Garibaldi, che prima di imbarcarsi per le Americhe, soggiornò in Tunisia, punto di partenza per altri siti, per due anni ( 34-35). Fu proprio in questi anni che si manifestò la prima emergenza umanitaria con l’ondata di 400 esuli, sia napoletani che siciliani, che giunsero in Tunisia mediante «piccoli e fragili bastimenti, sprovvisti di passaporti e anche dei mezzi necessari per campare» ha spiegato Speziali. Il fenomeno è continuato fino ai nostri giorni registrando anche dei respingimenti ( 1945 e 1955) e anche una richiesta all’Italia di un controllo più severo delle coste. Accadeva spesso che le imbarcazioni degli emigranti venivano sballottate per più mesi da una parte all’altra perché non li voleva nessuno. Intanto in Africa gli italiani avevano costituito piccole Italie come Capace grande, Piccola Calabria e Piccola Sicilia dove diventava sempre più forte il legame con le popolazioni attraverso il confronto e la collaborazione. Furono tanti gli italiani che, per motivazioni varie, scelsero di vivere in Africa come Bettino Craxis che si stabilì in Tunisia dove c’è ancora la sua villa e la sua tomba, diventata meta di visitatori. Altri dall’Africa si trasferirono in Italia come Claudia Cardinale, nata nella piccola Sicilia della Goletta da genitori siciliani, Edwige Fenech, nata a Bona Algeria da padre maltese e madre di Acate, come pure letterati ed artisti. «Oggi – ha precisato Speziale – molti imprenditori sono emigrati in Africa ed anche pensionati che, qui, farebbero la fame per la forte pressione fiscale» ha precisato Speziale.