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TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

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Emergenza abusi su bimbi in Colombia Sono le bambine a subire gli abusi peggiori

Emergenza abusi su bimbi in Colombia Sono le bambine a subire gli abusi peggiori
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Sfruttamento sessuale, pornografia, stupri e traffico di organi, sono fra i pericoli
che attentano la sicurezza dei bambini in Colombia. “E’ una situazione raccapricciante”:
così è stato descritto un rapporto stilato dall’ente in difesa dei diritti dell’uomo
colombiano che parla di 18’000 bambini abusati sessualmente nel paese nel 2015. I
dati sono stati forniti dall’Istituto di medicina legale nazionale. Sono invece
circa 1’300 i minori che sono stati abbandonati. La violenza sessuale, che rappresenta
il 26% del totale dei casi di violazione presi in esame, rimane una costante che
si ripete in molti contesti familiari. Nel censimento reso pubblico, si parla, per
quanto riguarda il 2016, pure di 142 omicidi, 32 suicidi e 55 casi ufficiali di malnutrizione,
questi ultimi nei dipartimenti di Magdalena, La Guajira e Tolima. Cifre allarmanti,
tuona Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti [1]”, testimoniano
la brutalità con cui in Colombia sono trattati i minori. Fenomeni quali la povertà,
la violenza e l’abbandono, nonché alcune forme di sopruso come i maltrattamenti,
l’abuso sessuale e lo sfruttamento del lavoro minorile, continuano a colpire in
special modo le bambine. Molti casi rimangono anonimi e non denunciati. L’invito
è’ dunque quello di prestare attenzione e denunciare gli episodi di sfruttamento
e commercio sessuale infantile, lavorando con le autorità e con il settore privato,
specialmente quello turistico, per prevenire, denunciare ed eliminare lo sfruttamento
sessuale. La Colombia è una delle mete del cosiddetto turismo sessuale. Sono 80mila
gli italiani che ogni anno raggiungono il Kenya, la Colombia, Santo Domingo e molti
altri paesi per un turismo che utilizza una rete di schiavisti locali e non solo.
Migliaia e migliaia di persone, molti anche gli italiani che vanno a caccia di piccoli
nei paesi poveri in cerca di “emozioni speciali”.