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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 23 APRILE 2024

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Sul piede di guerra i cacciatori contro Occhiuto Emergenza PSA in Calabria. Dopo l'ordinanza n.1 del 19 maggio. Le associazioni venatorie pronte chiedono chiarezza al presidente della Regione Calabria

Sul piede di  guerra i  cacciatori contro Occhiuto Emergenza PSA in Calabria. Dopo l'ordinanza n.1 del 19 maggio. Le associazioni venatorie pronte chiedono chiarezza al presidente della Regione Calabria

EMERGENZA PSA CALABRIA
LE AA. VV. CHIEDONO CONCRETEZZA
All’indomani dell’Ordinanza n. 1 del 19/05/2023 del Commissario Occhiuto, le Associazioni
Venatorie regionali riconosciute (FEDERCACCIA, ANLC, ENALCACCIA, ARCICACCIA,
ANUU, ITALCACCIA, EPS), intervengono nuovamente sulla questione PSA rilevando un approccio
oltremodo burocratico da parte della Regione.
L’ordinanza, evidenziano le AA. VV., tende quasi esclusivamente al divieto tout court di attività
potenzialmente impattanti, piuttosto che ad una rapida e concreta risoluzione del problema e ciò,
evidentemente, con gravi ricadute sul tessuto socio economico del nostro territorio.
“Ci saremmo aspettati un documento di gestione della crisi aderente ai canoni dell’ordinanza
nazionale (n. 2 del 20 Aprile 2023), emanata dal Commissario Straordinario Caputo che, con
lungimiranza, affronta l’emergenza in un’ottica di sinergia con gli stakeholders, data l’enorme mole
e complessità degli interventi che dovranno essere realizzati per arginare l’emergenza” dichiarano
all’unisono i rappresentanti delle associazioni venatorie.
Urge rapidità. Gli interventi da mettere in campo richiedono l’impiego di un elevato “capitale umano”
ed i cacciatori possono fare la differenza: 1°) nella ricerca delle carcasse, 2°) nell’affiancare le
Istituzioni sanitarie preposte alla gestione dell’emergenza, nonché 3°) nelle delicate attività di
depopolamento dei cinghiali. Non si comprende la forte discrasia con l’ordinanza nazionale citata e
si invita il Commissario ad acta Occhiuto a rivedere la posizione circa il totale divieto all’attività
venatoria nei 26 comuni, peraltro in periodo di caccia chiusa, mancando oltre tre mesi all’apertura.
Si sottolinea che questa decisione va in direzione opposta ai contenuti dell’ordinanza del
Commissario nazionale che, in zona rossa (zona infetta e zona di restrizione parte II) consente le
altre forme di caccia non collettiva alle specie diverse dal cinghiale.
Si ribadisce la necessità di un confronto urgente tra Istituzioni Regionali, Commissario Straordinario
ed Associazioni di categoria poiché è indispensabile costruire le condizioni migliori per “fare rete”,
ognuno per la propria parte. Urge altresì la convocazione di un’assemblea dove delineare le azioni
concrete da attuare sul campo al fine di scongiurare l’aggravamento dell’emergenza, ribandendo sin
d’ora la pronta disponibilità del mondo venatorio a dare il proprio contributo costruttivo in termini di
competenza, uomini e mezzi. Si evidenzia che, ciò che più conta in questo momento, è la salvaguardia
del comparto economico agro-alimentare e suinicolo, a difesa delle aziende di un territorio già
fortemente in crisi.
“Chiediamo dunque sinergia ed azioni urgenti e concrete, invitiamo inoltre il Commissario Occhiuto,
l’Assessore Gallo ed i suoi dirigenti a guardare con attenzione l’esperienza piemontese e ligure dove,
a causa di un primo approccio eccessivamente burocratico, si è perso tempo preziosissimo per
arginare il virus con gravi ripercussioni sul territorio, la Calabria può e deve fare tesoro di quelle
esperienze per diventare un modello da imitare. Solo con il contributo di tutti gli attori si può vincere
questa battaglia” concludono i rappresentanti regionali.