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Don Cannizzaro, parroco di Reggio, rinviato a giudizio

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Un’intercettazione telefonica lo vedrebbe vicino al boss Crucitti

di SILVIO MARAGUCCI

Don Cannizzaro, parroco di Reggio, rinviato a giudizio

Un’intercettazione telefonica lo vedrebbe vicino al boss Crucitti

 

di Silvio Maragucci

 

 

“La mente umana fa l’abitudine a qualsiasi aberrazione”. Ebbene si, ormai non ci si stupisce più di nulla, nemmeno del rinvio a giudizio di don Nuccio Cannizzaro, parroco della chiesa di Condera di Reggio Calabria.

Il prelato era già indagato per false dichiarazioni rese all’avvocato nell’ambito delle inchieste denominate “Raccordo” e “Sistema”. I fatti contestati al parroco risalgono al 2004, anno in cui l’imprenditore Tiberio Bentivoglio gli avrebbe chiesto di svolgere il ruolo di assistente spirituale in una associazione socio-culturale. Proposta che avrebbe ricevuto un diniego da parte del Cannizzaro, consigliando inoltre di non instituire l’associazione in questione. Gli inquirenti sostengono che, durante un colloquio il prelato, rivolgendosi al boss Santo Crucitti relativamente a quanto dichiarato al suo avvocato, avrebbe detto: “Vai a leggerti le carte e vedrai come ho testimoniato a favore tuo”. La frase sarebbe stata intercettata durante le indagini condotte dalle forze dell’ordine che si concludono, almeno nella loro fase preliminare, con il rinvio a giudizio disposto dal gup del tribunale di Reggio Calabria nei confronti di don Nuccio Cannizzaro. Sono 14 in tutto i rinviati a giudizio tra cui Santo Crucitti per il quale si sono interrotti i termini di custodia cautelare.

La vicenda ha ovviamente scosso oltre che le istituzioni ecclesiastiche anche l’intera comunità cittadina che adesso attende giustizia e chiarezza in merito alla faccenda. È importante ricordare che nel nostro ordinamento vige un principio sacrosanto secondo cui tutti sono innocenti fino ad una sentenza di condanna che sia passata in giudicato. Alla luce di questo ci aspettiamo che il prete, come tutti gli imputati, possano difendersi in giudizio per dimostrare incontrovertibilmente la loro eventuale innocenza.

redazione@approdonews.it