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TAURIANOVA (RC), SABATO 27 APRILE 2024

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Disparità di trattamento, scoppia la polemica a Cittanova L'opposizione accusa il sindaco e la sua Amministrazione di adottare un diverso trattamento tra forze politiche

Disparità di trattamento, scoppia la polemica a Cittanova L'opposizione accusa il sindaco e la sua Amministrazione di adottare un diverso trattamento tra forze politiche
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Polemica all’ultimo Consiglio comunale di Cittanova. Il gruppo di minoranza “Per Cittanova” accusa il sindaco e la sua Amministrazione di disparità nel trattamento delle forze politiche. L’opposizione, con in testa Cannatà accusa il presidente del Consiglio di aver inserito all’ordine del giorno la discussione della legge Cirinnà sulle unioni civili, chiesta da un singolo cittadino e di aver invece ignorato la richiesta fatta da quattro cittadini e consiglieri comunali allo stesso tempo, tanto da far intervenire il prefetto.

Ecco gli interventi letti in aula durante il civico consesso:

Signor Presidente del Consiglio, Signori Consiglieri di maggioranza,

piacevolmente accogliamo oggi la disponibilità Vostra a voler inserire nell’ordine del giorno dell’odierno Consiglio Comunale il punto richiesto da una formazione politica cittanovese assente, purtroppo, da questa Aula.
Siamo convinti che sia stata una bella scelta perché va verso l’ascolto dei cittadini e verso la compartecipazione della cosa pubblica.
Ogni scelta, comunque, ingenera delle riflessioni che vanno esplicitate e, magari, dialetticamente affrontate.
Oggi codesta Presidenza, espressione più alta della maggioranza consiliare in questa Aula, porta in discussione in Consiglio un argomento proposto da un cittadino cittanovese; argomento interessante ed attuale quale quello della Legge Cirinnà sulle “unioni civili”. Correttamente, aggiungiamo.
Vi chiediamo, però, perché mai, nella primavera scorsa, per ben due volte la stessa Presidenza consiliare e la stessa maggioranza ha rifiutato, scorrettamente alla luce dell’oggi, di portare all’ordine del giorno un argomento proposto da ben quattro cittadini e consiglieri comunali allo stesso tempo, contravvenendo in maniera reiterata non solo a Statuto e Regolamento consiliare ma anche al TUEL, tant’è che è dovuto intervenire Sua Eccellenza il Prefetto di Reggio di Calabria a diffidare codesta Presidenza e con tutta la Sua autorità ad imporre il rispetto della Legge che prevede “l’obbligo” del Presidente del Consiglio di portare all’ordine del giorno le richieste avanzate da almeno un quinto dei consiglieri oltre che l’obbligo alla loro discussione nel termine perentorio di 20 giorni?
Non noi, ma qualcuno potrebbe paventare l’idea che ieri l’argomento da portare all’ordine del giorno non era di interesse dell’attuale maggioranza e che gli estensori della richiesta erano di minoranza e perciò, strumentalmente oltre che illecitamente, l’argomento non doveva essere trattato; mentre oggi l’attuale punto all’ordine del giorno viene inserito come cattura della benevolenza di una forza politica che, direttamente o indirettamente ( questo non è ancora esaustivamente accertato ), ha aiutato l’attuale maggioranza a vincere le elezioni.
Se così fosse codeste Presidenza, Amministrazione e maggioranza tutta oggi celebrano un atto grave: si vestono degli abiti della parzialità e del favoritismo.
Ma noi speriamo che, invece, l’iscrizione del punto all’ordine del giorno odierno sia un riconoscimento di tutti Voi del grave errore fatto la primavera scorsa e se così dovesse essere è come se tutti Voi, oggi, chiedeste scusa del mancato rispetto del TUEL della scorsa primavera.
Altra questione: chiedemmo nello scorso autunno altro inserimento di punti all’ordine del giorno, mentre all’ultimo Consiglio Comunale altro Consigliere fece analoga richiesta per altro argomento. In entrambi i casi, benchè le richieste fossero state effettuate in tempi e modalità regolamentari, la discussione di entrambe venne negata, alla luce dei fatti odierni arbitrariamente, da codesta Presidenza, che, assieme ai vertici dell’attuale Amministrazione, sostenne che trattandosi, i fatti sanguinosi ed efferati di Parigi, di episodio sul quale il Consiglio non poteva determinarsi era inutile accettare il dettato del TUEL.
Per carità, oggi l’argomento inserito all’ordine del giorno è importante, ma signori della maggioranza pensate veramente che il nostro consiglio comunale possa spostare di un micron i lavori parlamentari.
Per noi è, comunque, corretto che l’argomento “legge Cirinnà” venga portato all’ordine del giorno odierno; ma non era altrettanto corretto aver affrontato una discussione sui tremendi fatti di Parigi, nei quali perse la vita una nostra connazionale e venne oltraggiata non solo la vita di tante persone inermi ed innocenti ma anche la stessa nostra cultura?
Vi arrogaste, allora, il diritto di vietare la discussione perché gli argomenti, secondo Voi, non erano importanti e perché il Consiglio non avrebbe potuto far altro che esprimere la propria voce senza alcuna valenza concreta!
Oggi fate l’esatto opposto. Siamo contenti che oggi si discuta di questo argomento proposto da un cittadino non consigliere anche perché, così facendo, ammettete l’ennesimo errore nel quale siete incorsi.
Da oggi, perciò, tutto deve cambiare: ogni proposta di inserimento di punti all’ordine del giorno, da qualsiasi cittanovese venga avanzata, valutata con il contributo della minoranza, senza veti, andrà accolta a meno che non venga deciso altrimenti all’unanimità. Ne va della correttezza di questo Consiglio: se non volete adeguarVi sarà l’ennesima prova che della Democrazia avete solo una vaga idea, personale e pretestuosamente strumentale.
Avete riconosciuto di avere sbagliato, cercate, almeno, di rimediare da oggi in poi.

***

Signor Presidente, Signori colleghi,

intorno al disegno di legge “Cirinnà” sono state spese tante parole. Quella più ricorrente è stata “diritti”. Ma diritti di chi? Degli adulti. Come il diritto dell’adulto ad avere un figlio. Noi, invece, vogliamo parlare dei diritti dei più piccoli, dei bambini. Il punto più dibattuto è proprio quello che riguarda le adozioni da parte di coppie dello stesso sesso. Questa proposta di legge, nata per il riconoscimento dei diritti dei singoli e delle unioni tra persone dello stesso sesso da una parte e delle convivenze di fatto dall’altra, ha perso la sua natura originaria introducendo un altro “diritto”, quello alla genitorialità, che è inopportuno.

Con l’introduzione delle adozioni da parte di persone dello stesso, o della stepchildadoption, questo disegno di legge ha snaturato il ruolo di riconoscimento dei diritti civili della convivenza. La nostra cultura ci chiede di difendere l’unicità della famiglia e di rispettare i dettami previsti dalla nostra Costituzione. La famiglia è un istituto che non può essere assolutamente confuso con quello delle unioni civili.

Per questo credo bisogna opporre tre no alla “Cirinnà”:

  • Il primo no è all’equiparazione dell’unione civile con il matrimonio. Farlo equivarrebbe a svilire il valore della famiglia tradizionale e del matrimonio che è difeso, per come sappiamo, dalla nostra Costituzione. L’istituto del matrimonio non può essere confuso con altre situazioni, che pure vanno disciplinate. Si tratta di dare alla famiglia un valore da tutelare e non da stravolgere. Ritengo, personalmente, che sulla scia del grande atteggiamento di apertura su alcuni temi, sia positiva una legge che deve rimuovere eventuali discriminazioni ma non introdurre il diritto alla genitorialità
  • L’art. 5 della Cirinnà consente di adottare un figlio biologico del partner anche alle coppie dello stesso sesso. Ma questo è una novità, per me inopportuna, per la nostra Costituzione: basti pensare che non più tardi del 2010 la sentenza n. 138 della Consulta ha sottolineato come matrimonio e famiglia possono essere attribuiti in via esclusiva all’unione di due persone di sesso opposto. Per cui il diritto alla genitorialità non può prevaricare il diritto del minore ad avere una mamma ed un papà. L’art. 5 apre un varco pericoloso, anche per la conseguente pratica dell’utero in affitto. Mai nella storia repubblicana è stata introdotta una norma che sancisce il diritto alla genitorialità senza tenere conto del diritto del minore. Forse anche per questo il Presidente della Società Italiana di Pediatria ha scritto:” Non si può escludere che convivere con due genitori dello stesso sesso non abbia ricadute negative sui processi di sviluppo psichico e relazionale nell’età evolutiva”. I diritti dei figli, dei più piccoli, non possono essere subordinati e schiacciati dai diritti della coppia, qualunque essa sia, eterosessuale od omosessuale. Crediamo che bisogna rimettere al centro i diritti del minore.
  • Il terzo no è all’utero in affitto. In Francia è stata lanciata la Carta per l’abolizione universale della maternità surrogata. Si tratta di un documento che mette al bando globale la pratica dell’utero in affitto. La procreazione non deve diventare un mercato. Al di là di ogni convinzione credo che dietro questa sacrosanta battaglia ci sia il diritto della donna, di ogni donna, a non trasformarsi in un oggetto di mercato. Così come un bambino non può essere ceduto come se fosse una cosa, allo stesso modo il corpo di una donna non può essere oggetto di baratto, come se fosse una merce. Difendiamo la dignità della donna! I bambini non possono essere ignorati, non si può “rottamare” la famiglia!