Dafne Spirlì “Straordinaria esperienza in Sri Lanka nei caschi bianchi con la Caritas Italiana e la Caritas Dioceana di Oppido-Palmi
redazione | Il 22, Nov 2010
Una straordinaria esperienza damore tra i poveri dello Sri Lanka, uno dei Paesi tra i più poveri della terra. E questa lesperienza fatta da DAFNE SPIRLI, giovane di Taurianova, della Diocesi di Oppido Mam. – Palmi, che ha scelto di fare il Servizio Civile, attraverso la Caritas Diocesana Diocesana di Oppido Mam. Palmi, diretta dal diacono Vincenzo Alampi, nei caschi bianchi in servizio nel lontano Sri Lanka.
Dafne Spirlì “Straordinaria esperienza in Sri Lanka nei caschi bianchi con la Caritas Italiana e la Caritas Dioceana di Oppido-Palmi
Una straordinaria esperienza damore tra i poveri dello Sri Lanka, uno dei Paesi tra i più poveri della terra. E questa lesperienza fatta da DAFNE SPIRLI, giovane di Taurianova, della Diocesi di Oppido Mam. – Palmi, che ha scelto di fare il Servizio Civile, attraverso la Caritas Diocesana Diocesana di Oppido Mam. Palmi, diretta dal diacono Vincenzo Alampi, nei caschi bianchi in servizio nel lontano Sri Lanka.
TAURIANOVA-Una straordinaria esperienza damore tra i poveri dello Sri Lanka, uno dei Paesi tra i più poveri della terra. E questa lesperienza fatta da DAFNE SPIRLI, giovane di Taurianova, della Diocesi di Oppido Mam. – Palmi, che ha scelto di fare il Servizio Civile, attraverso la Caritas Diocesana Diocesana di Oppido Mam. Palmi, diretta dal diacono Vincenzo Alampi, nei caschi bianchi in servizio nel lontano Sri Lanka. Alla fine del suo servizio civile Dafne Spirlì ha portato alla Caritas Diocesana e alla sua terra la testimonianza della esperienza di servizio che ha vissuto nello Sri Lanka. Dafne dopo aver ringraziato la Caritas Diocesana e il suo Direttore il Diacono Cecè Alampi: per averla aiutata a realizzare lesperienza del servizio civile, per esserne stato entusiasta sin dal principio e per la vicinanza affettuosa e spirituale, si è soffermata sulla sua collaborazione allavvio del New Development Program, il programma di sviluppo di Caritas Sri Lanka, supportato dalla nostra Caritas nazionale, in una delle aree più marginali dellisola. Lo scopo primario del programma è stato quello di migliorare le condizioni di vita degli abitanti di sei villaggi target della diocesi di riferimento; attraverso un approccio comunitario, personale locale ed espatriati italiani che hanno collaborato al fine di stimolare il fiorire di una società civile in grado di agire quale attore di decisione e cambiamento sociale. Il mio ruolo ha detto Dafne- si è consolidato nel corso del tempo: il primo periodo è stato dedicato allosservazione della realtà locale. Con mia grande sorpresa, i tre mesi di ambientamento sono letteralmente volati, lasciando in me unondata di sentimenti contrastanti. Lincanto per un paesaggio mai visto in precedenza svaniva immediatamente, facendo spazio allimpotenza dinnanzi a situazioni di estremo disagio, per poi trasformarsi di nuovo, ad esempio in stupore per lospitalità ricevuta. Il resto del servizio è stato un continuo di scoperte, sfide da superare, spesso delusioni da digerire, ma nel suo complesso un carico di vita da assaporare. La volontà di fare bene, adattando conoscenze e capacità al contesto locale, mi ha dato la forza di fronteggiare linconsueto, lo sconosciuto, con lanimo puro di un bambino che si affaccia senza paure ad un mondo che, a primo impatto, non riesce a capire. In questo processo, ogni incontro si è rivelato essenziale: sia con i colleghi dello staff locale, che mi hanno accompagnato e guidato nella comprensione dei contesti in cui abbiamo lavoravamo, sia con gli abitanti dei villaggi del programma, che mi hanno accolto come unospite gradita e, quasi da subito, hanno tentato di rapportarsi a me in quanto essere umano e non solo come straniera, bianca e donna. Non mi è mai mancato lappoggio dei miei referenti in loco, che mi hanno indirizzata, formata e il cui esempio di vita e damore per questo lavoro è per me un modello da seguire. La mia compagna di viaggio, inoltre, è stata il piacevole rifugio da cui ritornare dopo le dure giornate di lavoro sul campo, a conferma che rapporti umani profondi possono nascere e consolidarsi anche tra persone del tutto diverse. È stato insomma un percorso multi direzionale, che a volte mi ha confuso, messo alla prova ma in generale mi ha aiutato a crescere, a capire e credo anche a maturare, non solo dal punto di vista umano, ma anche formativo. Lesperienza srilankese infatti è stata anche molto professionalizzante; oltre ad applicare le pregresse conoscenze accademiche, ho testato con mano le virtù e i limiti della cooperazione internazionale e delle politiche di aiuti allo sviluppo. In particolare, ho potuto scegliere e realizzare un progetto, del tutto personale, sulla tutela ambientale. Grazie alla collaborazione propositiva dei colleghi e degli abitanti dei villaggi, abbiamo creato nuova carta da giornali raccolti per strada da bambini e ragazzi, coinvolto le donne in attività di cucito di assorbenti e pannolini ecologici, nonché di borse di tela per la spesa. Piccoli passi verso ununica grande sfida, quella ambientale, guidati da principi comuni quali riciclaggio, uso consapevole delle risorse e sostenibilità ambientale dei consumi. Una goccia nelloceano è il commento dei più scettici. Tuttavia, lapproccio partecipativo di Caritas potrebbe essere adottato anche nella nostra realtà. In fondo, anche noi sogniamo il cambiamento!.