Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), DOMENICA 05 MAGGIO 2024

Torna su

Torna su

 
 

Dacci una zampa: “A un mese dall’occupazione, bilancio più che positivo”

“Ma l’amministrazione comunale ci obbliga a dire stop a nuovi ingressi”

Dacci una zampa: “A un mese dall’occupazione, bilancio più che positivo”

“Ma l’amministrazione comunale ci obbliga a dire stop a nuovi ingressi”

 

 

REGGIO CALABRIA – “Quando un mese fa abbiamo deciso di ridare dignità e funzione a una
struttura di proprietà di tutta la città ma colpevolmente abbandonata, non
avremmo mai pensato di poter fare un bilancio così positivo della nostra
attività qui”. A un mese esatto dall’inizio dell’occupazione del canile di
Mortara, la struttura di proprietà comunale finanziata con oltre 650mila
euro del decreto Reggio, conclusa nel 2006, inaugurata nel 2008 e mai
entrata in funzione che i volontari dell’associazione onlus Dacci una zampa
hanno occupato per rispondere all’emergenza randagismo in città, i numeri
sono quelli di un successo rotondo. Oltre 120 cani recuperati, trentadue
già affidati in adozione, e altri cinque che a breve lo saranno se le
persone che ne hanno fatto richiesta supereranno positivamente il controllo
preaffido, altri due cuccioli in partenza per il nord Italia, “questo è
quanto in solo un mese si è riuscito a fare grazie allo slancio generoso
con cui la città ha sposato la nostra battaglia, ma questi numeri
dimostrano anche quanto grave, radicata e ignorata sia oggi l’emergenza
randagismo a Reggio Calabria. Noi ci siamo messi a disposizione per tentare
di arginare il problema, ma a volte abbiamo l’impressione di essere dei
microscopici Davide – cui anche l’amministrazione comunale si preoccupa di
fare lo sgambetto – di fronte ad un immenso Golia, di cui nessuno si vuole
occupare”. C’è orgoglio, soddisfazione ma anche la rabbia e la frustrazione
di chi vorrebbe poter affrontare con i migliori mezzi e nelle migliori
condizioni un problema concreto, ma non ha materialmente tutti gli
strumenti per farlo, nel bilancio tracciato dai volontari di Dacci una
zampa. “Quotidianamente riceviamo migliaia di segnalazioni, decine e decine
di persone ci chiamano, ci scrivono, o si presentano quotidianamente al
canile segnalando cani abbandonati, in difficoltà o in pericolo. Le stesse
forze dell’ordine ci portano animali in pericolo o consigliano ai cittadini
di contattare Dacci una zampa. La stessa cosa fa l’Asp, che non più tardi
di qualche giorno fa ci ha affidato – e un verbale lo testimonia – 8
cuccioli di appena due giorni, che oggi stanno cercando di sopravvivere
grazie alle cure di Zaira, una delle prime ospiti disobbedienti del canile.
Stiamo mettendo tutto il nostro impegno e la nostra passione per rispondere
alle richieste di tutti, ma è quasi un compito improbo”, dicono i
volontari, che ricordano che Dacci una zampa è un’associazione onlus, che
conta solo sulle donazioni che riceve e sui sacrifici personali di soci e
simpatizzanti per dare assistenza e cura agli animali di cui si prende
cura. “Da un mese forniamo alla città quel servizio che competerebbe al
Comune, ma di cui le istituzioni cittadine si disinteressano e solo grazie
ai nostri volontari e ai cittadini possiamo affermare di aver dato vita e
speranza a oltre un centinaio di cani, ma non possiamo che definire questa
situazione come paradossale. È paradossale che il canile di Mortara
occupato sia punto di riferimento per forze dell’ordine e soggetti
istituzionali come l’Asp e al contempo osteggiato da altre, come ben noti
dipartimenti dell’amministrazione comunale. È paradossale che i volontari
tentino di supplire alle lacune del Comune e il Comune stesso non muova un
dito per permettere loro di farlo in sicurezza. È paradossale, che l’onere
di tutelare un patrimonio della città – quali secondo la legge sono i
randagi – ricada solo ed esclusivamente sulle spalle di comuni cittadini
senza alcun supporto da parte della pubblica amministrazione”. È un quadro
semplicemente illogico quello che emerge dalle parole dei volontari di
Dacci una zampa, che oggi si trovano costretti a dichiarare “siamo persone
responsabili e non vogliamo né possiamo assumerci il rischio di condannare
gli animali che tentiamo di salvare. Ad oggi, se non in casi di estrema
necessità, siamo costretti a mettere un freno all’ingresso di nuovi cani
perché rischiamo di non avere le forze e i fondi per poterli mantenere.
Oggi a Mortara ci sono più di 80 cani, di cui 56 sono cuccioli, 14 dei
quali neonati. Cani che mangiano, che hanno bisogno di cure mediche,
assistenza, regolare e puntuale pulizia. E fino a quando qualcuno a Palazzo
S. Giorgio non deciderà di assumersi la responsabilità di questi animali
recuperati, non siamo nelle condizioni di accettarne di nuovi. Ovviamente
non consideriamo una soluzione consona al problema la deportazione degli
animali nei canili di Gioia Tauro, teatro della morte “accidentale di oltre
800 cani” e Taurianova, interdetto per mafia. Il Comune emani un’ordinanza
contingibile e urgente per l’affidamento provvisorio del canile di Mortara
che ci metta nelle condizioni di uscire dalla clandestinità e rapportarci
con i tanti enti e istituzioni che si sono mostrati disponibili a darci una
mano”. Questo non significa – ci tengono a specificare dall’associazione –
una resa “continueremo a lavorare perché i cani salvati fino ad oggi
trovino una casa e una cuccia, faremo il possibile per continuare la nostra
lotta e salvare più randagi possibile, ma abbiamo bisogno dell’aiuto della
città e delle istituzioni della città. Nelle prossime settimane
promuoveremo diverse iniziative di sensibilizzazione e raccolta fondi cui
chiediamo a tutti di partecipare, come a tutti chiediamo di regalarci ore e
forze per assistere gli ospiti di Mortara. Ma soprattutto chiediamo alla
città, come all’Asp e ai vertici delle forze dell’ordine che
quotidianamente fanno riferimento a noi di fare pressione
sull’amministrazione comunale perché ci metta nelle condizioni di
continuare a fornire quel servizio che sarebbe di loro onere e competenza,
ma è toccato a noi sobbarcarci. Allo stesso modo chiediamo all’Asp – che
ben sa come lavoriamo – di sostenerci in termini di prestazioni
veterinarie, forniture di farmaci e sterilizzazioni, che sarebbero di loro
competenza ma ad oggi ricadono solo sulle spalle dell’associazione Dacci
una zampa e di quanti hanno deciso di sostenerci. Non chiediamo la luna, ma
solo di essere messi nelle migliori condizioni per fornire un servizio che
non è un favore, ma un diritto dei cittadini di Reggio Calabria. E non solo
di quelli a quattro zampe”.