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TAURIANOVA (RC), VENERDì 26 APRILE 2024

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Da truffato ad associato a delinquere dei propri truffatori e ricettatore

NAPOLI

L’amara storia dell’imprenditore Taurianovese Domenico Avvento, assolto dopo otto anni dal GUP del Tribunale di Potenza dai reati di associazione a delinquere e ricettazione, che oggi a causa di quel processo rischia il fallimento

Da truffato ad associato a delinquere dei propri truffatori e ricettatore

L’amara storia dell’imprenditore Taurianovese Domenico Avvento, assolto dopo otto anni dal GUP del Tribunale di Potenza dai reati di associazione a delinquere e ricettazione, che oggi a causa di quel processo rischia il fallimento

 

 

TAURIANOVA – L’amara storia dell’imprenditore Taurianovese Domenico Avvento, assolto dopo otto anni dal GUP del Tribunale di Potenza dai reati di associazione a delinquere e ricettazione, che oggi a causa di quel processo rischia il fallimento. Per anni ha dovuto fare la spola tra Taurianova e Potenza per difendersi da un’accusa infamante e contraddittoria: fare parte di un’associazione a delinquere che avrebbe truffato, tra gli altri, “La Suprema” la ditta di cui l’imprenditore Taurianovese Domenico Avvento era titolare. L’indagine, condotta dall’ex Pubblico Ministero di Potenza Claudia De Luca – indagata nell’inchiesta Toghe Lucane condotta dall’ex P.M. Luigi De Magistris – vedeva l’imprenditore Taurianovese nella strana duplice veste di imputato e persona offesa da parte, tra gli altri, di se stesso. L’Avvento, in seguito alla perquisizione, su delega della Procura della Repubblica di Potenza, presso la propria abitazione a Taurianova chiese di essere ascoltato dalla dottoressa De Luca ma le sue istanze non furono accolte. Solo in seguito alla notifica dell’avviso di conclusioni indagini, avvenuto alcuni anni dopo, venne ascoltato dagli ufficiali di polizia giudiziaria di Potenza, in seguito alla richiesta del suo legale avvocato Antonino Napoli, producendo una mole di documenti da cui emergevano le truffe ai suoi danni commesse dai suoi presunti sodali. Le accuse nascevano dal rapporto commerciale che la ditta “La Suprema” di Taurianova ebbe con la ditta “Club Tan” di Potenza, gestita dal commercialista Aldo Fanizzi e da Michele Saluzzi, agli inizi del 2002, quando la ditta potentina acquistò costosi macchinari per l’abbronzatura e bagno turco e prodotti per l’estetica di cui la Suprema era rappresentante per il meridione d’Italia. In seguito a numerosi insoluti, che raggiunsero oltre 90.000 euro, il Saluzzi ed il Fanizzi si recarono a Taurianova, presso la sede della Suprema, lasciando al cognato dell’Avvento – Vincenzo Falleti, che per questo è stato accusato di ricettazione – due assegni circolari della Safety International Bank delle Seychelles: uno di € 89.500,00 e l’altro di € 98.950,00. Nel vedere gli effetti l’Avvento rilevava delle anomalie poiché si trattava di assegni tratti su una banca straniera e per un importo totale superiore alla somma del suo credito e, per tale ragione, chiedeva al Falleti di restituire gli effetti a Saluzzi e Fanizzi e di farsi pagare con modalità più affidabili. La copia dei predetti assegni è stata consegnata dal Falleti al P.M. che li aveva aveva precedentemente, anche all’insaputa di Avvento, fotocopiati. Successivamente, la moglie dell’Avvento, legale rappresentante della “Suprema”, ha presentato una querela con cui ha chiesto al P.M. il sequestro dei macchinari che non è mai avvenuto ed in seguito ha chiesto, al Tribunale di Palmi, l’emissione di un decreto ingiuntivo. Il Pubblico Ministero di Potenza aveva chiesto per 20 imputati il rinvio a giudizio contestando, a vario titolo, i reati di associazione a delinquere, diverse truffe, falso in atto pubblico, minacce, violenza privata e ricettazione. All’udienza preliminare, Avvento e Falleti, difesi dall’avvocato Antonino Napoli, hanno scelto il rito abbreviato. La Pubblica Accusa aveva chiesto per entrambi la condanna per associazione a delinquere e ricettazione. L’avvocato Antonino Napoli nella lunga arringa in difesa dei propri assistiti ha contestato le conclusioni del P.M., fornendo una lettura alternativa delle intercettazioni telefoniche e disquisendo su un recente orientamento delle Sezioni Unite che, pur riconoscendo la configurabilità del dolo eventuale in materia di ricettazione, richiede la rappresentazione della concreta possibilità della provenienza delittuosa della cosa da delitto e della relativa accettazione del rischio Il GUP di Potenza, dottoressa Rosa Larocca, accogliendo in toto le conclusioni del difensore ha assolto entrambi gli imputati da tutti i reati contestati. Nel frattempo, tuttavia, la ditta “La Suprema” da solida realtà imprenditoriale, a causa anche delle indagini che hanno determinato la revoca del contratto di rappresentanza esclusiva per il mezzogiorno di una grossa casa produttrice di macchine solari e di estetica, rischia oggi il fallimento.

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