Curiosità sul gioco d’azzardo che forse non conosci Sul gioco d’azzardo esistono leggende, e curiosità davvero interessanti, scopriamole insieme in quest’articolo
Quando si parla di gioco, che l’enigmista italiano Ennio Peres definisce come un’attività fondamentale per gli esseri viventi, ci si rifà a un concetto presente nella vita degli esseri umani fin dalla loro comparsa sulla Terra. Pitture rupestri, affreschi, mosaici e reperti rinvenuti in varie parti del mondo confermano l’origine remota del “gioco”. Dal Gioco Reale di Ur, considerato il primo intrattenimento da tavola dell’umanità datato terzo millennio a.C e rinvenuto intorno al 1920 nell’attuale Iran, una larga parte di questi si sono poi trasformati in giochi d’azzardo: acquisendo successo sia nei maestosi palazzi di imperatori e re, sia fra la gente comune. Sul gioco d’azzardo esistono leggende, e curiosità davvero interessanti, scopriamole insieme in quest’articolo.
Sapevi che anche gli imperatori erano giocatori d’azzardo?
Al giorno d’oggi, come è facilmente immaginabile, a governare i tanti casinò fisici od online, esistono degli organi preposti, uno in ciascuna nazione. Ma sicuramente non sai che la prima legge dell’umanità in assoluto, relativa alla regolamentazione del gioco d’azzardo è stata promulgata nella Roma Repubblicana. Infatti, nell’antica Roma erano all’ordine del giorno giochi con denaro come “Capita aut navia”, letteralmente “barca o testa”, trasformatosi poi nell’odierno “testa o croce”, “Tesserae”, cioè i dadi, e poi ancora differenti “giochi da lancio” simili ai dadi, ma effettuati con ossi di animali, gli astragali. Era un fenomeno molto diffuso, e socialmente accettato, tanto da vedere protagonisti nel gioco anche imperatori quali Augusto, come ci ricorda Svetonio nel Libro II Divus Augustus del De Vita Caesarum. Per disciplinare dunque una dinamica all’epoca sconosciuta, vigeva la “lex alearia” fin dall’età repubblicana, a testimonianza della presenza costante del gioco d’azzardo già nell’antica Roma.
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La parola “azzardo” è araba, proprio come i numeri!
L’influenza araba in Europa è spesso tangibile. Lo si può notare in Spagna, nella regione dell’Andalusia, o nei resti di architettura civile, religiosa e militare fra Sicilia, Puglia e Campania, ma lo si può riscontrare anche nella vita di tutti i giorni. Non soltanto il nostro sistema di numerazione decimale ha origini arabe (con influenze indiane), bensì anche la parola “azzardo”. Molti, credono che tale termine derivi dal francese “hasard”, ma in realtà il percorso di questo vocabolo è nettamente più lungo, e richiama un vero e proprio tipo di gioco: i dadi. Azzardo deriva infatti dall’arabo “az-zahr”, cioè dado, uno degli elementi cardine del concetto di scommessa e di “rischio”, e che evidentemente era già al centro di momenti di convivialità, svago e di ozio per gli antichi arabi.
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È indubbio che analizzando il gioco in generale, e quello d’azzardo nel particolare, si potrebbe ricostruire la storia dell’uomo e delle sue abitudini nei momenti di distrazione e di ricreazione. A questa attività si dedicavano tutte le “classi sociali” e tutte le generazioni, proprio come accade al giorno d’oggi, anche se sono cambiati gli ambienti: attualmente si opta principalmente per giochi online e virtuali. Un fenomeno dunque da sempre presente, e che attualmente rappresenta una risorsa importante in termini di impiego e di opportunità lavorative, alla stregua dei servizi di call center e customer service, e programmazione informatica.