Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), MARTEDì 07 MAGGIO 2024

Torna su

Torna su

 
 

Crisi senza fine al Porto di Gioia Tauro

La denuncia arriva dal Sindacato Unitario Lavoratori

Crisi senza fine al Porto di Gioia Tauro

La denuncia arriva dal Sindacato Unitario Lavoratori

 

E’ una crisi senza fine quella che sta investendo lo scalo contenitori del porto di Gioia Tauro. L’ulteriore calo di movimentazione containers registrato nel mese di settembre e in queste prime settimane di ottobre, disegna scenari difficilmente gestibili se non ci si attiva immediatamente per invertire tale tendenza.

Di conseguenza, sta aumentando la richiesta di cassa integrazione straordinaria, procedura avviata già dal 2011 quando i danesi della Maersk decisero di lasciare lo scalo gioiese per concentrare i propri traffici in Africa dove i costi sono di gran lunga inferiori e non solo in relazione a parametri come il costo del lavoro ma anche con riferimento alle tasse di ancoraggio o al costo dei carburanti per la trazione dei mezzi.

Ed in questa situazione, a distanza di oltre due anni dall’attivazione della CIGS per ben 486 addetti sui circa 1300 dipendenti della Medcenter Container Terminal SpA, gestore del terminal container a Gioia Tauro, dobbiamo registrare con rabbia e delusione che:
– non si è fatto nulla per tentare di ridurre il gap con i porti africani in termini di competitività e, quindi, rendere maggiormente appetibile il nostro scalo. Si pensi soltanto alla riduzione delle accise sui carburanti consentita dalla normativa europea e completamente disattesa in termini di provvedimenti legislativi nel nostro paese. O anche alle tasse di ancoraggio che nei porti africani non esistono.
– non si è fatto nulla operativamente per collegare il porto al territorio: gateway e polo intermodale rimangono soltanto vuote parole e Gioia Tauro è “strutturalmente” estromessa dal piano nazionale della logistica.

Inoltre, il piano di potenziamento in termini di attrezzature ed equipment da parte del terminalista è in forte ritardo se davvero si vogliono attrarre i nuovi volumi di contenitori che potenzialmente potrebbero essere disponibili nell’ottica della riorganizzazione dei servizi previsti dall’alleanza commerciale registratasi negli ultimi mesi tra le 3 maggiori linee di navigazione a livello mondiale MSC, Maersk e CMA CGM , l’ormai nota P3.

Sulla Zona Economica Speciale a Gioia Tauro, infine, sono stati fatti soltanto alcuni passi, sicuramente importanti ma non risolutivi. Lo stato dell’arte è il seguente: lo scorso 27 giugno è stato comunicato alla Presidenza del Senato della Repubblica il Disegno di Legge d’iniziativa del Consiglio Regionale della Calabria n.894 per l’Istituzione di una Zona Economica speciale nel distretto logistico-industriale della Piana di Gioia Tauro.

Da allora non si è a conoscenza di ulteriori evoluzioni.

Alla luce di quanto detto è chiaro che occorre aprire una nuova vertenza su Gioia Tauro.
Gli impegni assunti non possono continuare ad essere disattesi. Le conseguenze di tale manifesta negligenza già a luglio 2014 parlano di 380 unità fuori dal ciclo lavorativo, così come certificato dal Piano di riorganizzazione Aziendale presentato da MCT a settembre 2012. In altre parole, licenziamenti e mobilità per almeno 380 lavoratori dato che siamo molto lontani dai 3,58 milioni di teus previsti, E comunque nella migliore delle ipotesi licenziamenti e mobilità sono previsti per almeno 250 dipendenti anche al raggiungimento di 4 milioni teus !!!!

Occorrono, quindi, provvedimenti urgenti e immediati sul porto. Un’agenda fitta di impegni che deve vedere tutti concentrati sulla vertenza Gioia Tauro.
1 – Governo e parlamentari calabresi in prima linea per spingere l’approvazione della Zona Economica Speciale al fine attrarre investimenti e di conseguenza nuovi posti di lavoro nel retro porto gioiese. Poter usufruire di grandi vantaggi fiscali e disporre alle spalle di un terminal collegato con i maggiori porti a livello mondiale è la vetrina che è necessario offrire alle grandi aziende affinchè giudichino più conveniente insediarsi a Gioia Tauro piuttosto che nei paesi dell’est europeo o addirittura in Africa come già sta avvenendo.
2- Regione Calabria ed Autorità Portuale di Gioia Tauro per il decollo del polo logistico: il gateway e il raccordo efficiente alla rete ferroviaria nazionale , il ferro bonus non possono più attendere. Sono passati oltre 2 anni dalle promesse del viceministro Ciaccia in visita a Gioia Tauro ma si attende ancora l’operatività del progetto mentre Rete Ferroviaria Italia (RFI) tra l’indifferenza generale si allontana senza che la politica intervenga per rivendicare gli impegni assunti anche a fronte delle ingenti somme assegnate proprio ad RFI dall’Accordo di Programma Quadro su Gioia Tauro.
3- Medcenter Container Terminal SpA e Ico BLG Automobile Logistics Italia SpA, gli unici due operatori nel terminal di Gioia Tauro, devono fare chiarezza una volta per tutte sui loro impegni nel porto . Immense aree occupate senza essere adeguatamente utilizzate vanno rimesse nella disponibilità dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro perché messe a gara possano attirare altri operatori che considerano davvero Gioia Tauro una porta da e per l’Europa. Occorrono da subito investimenti per il rinnovo del parco mezzi – Gru di banchina e Straddle Carriers – per la manutenzione dei piazzali operativi al fine di poter garantire la lavorazione di contenitori anche gli oltre 4 milioni di teus, potenzialità che il terminal può offrire, assodata la grande professionalità degli operatori, solo a fronte di un potenziamento sensibile dell’equipment presente.

Infine, non bisogna dimenticare la necessità di ripristinare “parametri di competitività reale” tra i terminal di transhipment italiani, di cui Gioia Tauro è l’emblema, e quelli africani: abbattimento delle tasse di ancoraggio, riduzione delle accise sul gasolio – zavorre inesistenti sull’altra sponda del Mediterraneo – valgono un impegno di pochi milioni di euro all’anno per il Governo. Pochi milioni di euro che invece di essere stanziati in Cassa Integrazione e, se si rimane fermi a guardare, tra qualche mese in indennità di mobilità , potrebbero servire ad attrarre nuove linee – o anche vecchie – che oggi scalano Port Said in Egitto a causa dei costi eccessivi da sostenere.

Come Organizzazione Sindacale non possiamo rimanere impassibili mentre il porto muore. Occorre scendere in campo.
Per prima cosa noi crediamo fermamente, considerato lo stato di crisi attuale che genera forti ripercussioni e non solo di tipo economico sugli operatori portuali, che il potere contrattuale e di trattativa debba essere gestito dalla base e, dunque, dai lavoratori attraverso le loro rappresentanze dirette: la RSU (Rappresentanza Sindacale Unitaria) direttamente eletta dai lavoratori diventa il cardine essenziale affinchè nella trattativa ci sia un’interlocuzione priva di intermediazione e quindi aderente alle istanze reali dei lavoratori.
Abbiamo, infatti, già avviato come previsto dal CCNL tutte le procedure per indire le elezioni per la RSU e ridare ai lavoratori la gestione diretta delle relazioni sindacali con l’azienda Medcenter che è il gestore dello scalo container di Gioia Tauro.
Ci siamo attivati con Autorità Portuale di Gioia Tauro affinchè si avvii una verifica dei Piani industriali dei concessionari per poter sviluppare, nell’interesse del porto e dei suoi lavoratori, un progetto di rilancio delle attività e rendere il porto polifunzionale.
Abbiamo concordato con Medcenter un tavolo paritetico presso l’Autorità Portuale per discutere delle operazioni terziarizzate in un’ottica di condivisione del disagio complessivo del “Sistema Porto” perché la crisi di commesse e, quindi, il ricorso agli ammortizzatori sociali non ricada esclusivamente sui lavoratori di Mecdenter.
Abbiamo chiesto alla Regione Calabria, la riattivazione delle “Politiche Attive” per sostenere il reddito dei lavoratori in cassa integrazione attraverso la realizzazione di percorsi formativi.
Siamo al fianco dei sindaci del territorio, della Provincia e della Regione per fornire,un contributo operativo alla nascita della Zona Economica Speciale per il distretto logistico-industriale della Piana di Gioia Tauro. E proprio con i sindaci della Piana stiamo collaborando attivamente per creare e sfruttare tutte le sinergie possibili affinchè tale progetto possa essere avviato e si possa finalmente rilanciare in termini occupazionali il territorio scongiurando un’implosione sociale altrimenti inevitabile. In tale ottica confidiamo che la visita a Gioia Tauro della delegazione del Senato guidata dal senatore calabrese Antonio Caridi prevista per venerdi 25 ottobre tracci una strada ben definita sulla ZES che possa essere percorsa nel più breve tempo possibile perché di tempo per agire ne è rimasto davvero poco.

La Segreteria Regionale SUL – Calabria

Ufficio Stampa