Crisi Porto di Gioia Tauro,Cgil: “Il fallimento di una classe politica”
redazione | Il 23, Mag 2011
E’, purtroppo,certezza che non basteranno le parole per dare un futuro al Porto di Gioia Tauro; se così fosse saremmo già usciti dalla crisi
Crisi Porto di Gioia Tauro,Cgil: “Il fallimento di una classe politica”
E’, purtroppo,certezza che non basteranno le parole per dare un futuro al Porto di Gioia Tauro; se così fosse saremmo già usciti dalla crisi
GIOIA TAURO – E’, purtroppo,certezza che non basteranno le parole per dare un futuro al Porto di Gioia Tauro; se così fosse saremmo già usciti dalla crisi. La Regione Calabria ha speso fiumi di intervento sul Porto, il Governo Nazionale se ne occupato solo a “chiacchiere”. Sarebbe ora che tutti prendessimo atto che i problemi si affrontano e si risolvono e che non si può più andare avanti gettando fumo negli occhi. Ci hanno deluso, infatti, le poche parole sull’hub di Gioia Tauro pronunciate da Matteoli, venuto in Calabria a partecipare all’ennesima “kermesse” per l’inaugurazione di una mostra e seppur si trovasse a pochi chilometri dall’infrastruttura gioiese, non ha avvertito la sensibilità di rendersi conto di persona dello stato dell’arte; dubitiamo,addirittura, che possa conoscere fisicamente il nostro scalo e dubbitiamo del fatto che mai, il porto di Gioia Tauro ed il destino delle famiglie calabresi, possa interessare a qualche membro del governo. Nel merito è davvero marginale ciò che ha usato il Ministro a difesa d’ufficio del Governo . Dalla crisi non si esce con scelte deboli e investimenti di sole risorse finanziare, figuriamoci a cosa possono servire 50 milioni per il futuro di uno dei Porti principali del Mediterraneo se non si attuano politiche di sistema. È ancora più grave avocare meriti che non gli appartengono come la riduzione delle tasse di ancoraggio, infatti il ministro non dice il vero quando ne rivendica l’azione, perchè questo è solo merito del Comitato Portuale , dell’Autority , delle parti sociali e il governo non ha fatto altro che accodarsi ad una decisone già presa qui nel nostro territorio; soprattutto non ha il merito di aver concesso l’autonomia finanziaria. Diciamo da anni che necessita una riforma dell’intero sistema del trashipment e che serve una forte autonomia per permettere che il territorio possa tempestivamente intervenire per programmare lo sviluppo e prevenire le situazioni di crisi. E’ ingiusto che il transito di containers che trasportano per il mondo immense ricchezze non lascino nemmeno un centesimo del gettito iva prodotto. Questo già da solo sarebbe utile a sostenere l’ammodernamento continuo dell’infrastruttura , sostenere e promuovere insediamenti distrettuali produttivi, legandoli alla vocazione logistica e alle potenzialità. Non riusciamo a capire, come negli altri porti del mediterraneo, i governi investono, incentivando anche l’insediamento produttivo di aziende nel retroporto, attivando delle zone franche per la lavorazione delle merci ed invece, da noi e tutto così bucraticamente lento. Forse perché mancano le reali invenzioni di investimento e di miglioramento, di una parte del paese che da anni è sempre più abbandonata a se stessa? Dal Governo niente di tutto questo, anzi c’è solo un Piano Nazionale della logistica che parla a vuoto di Gioia Tauro; Non c’è niente in Finanziaria che dia un segno tangibile dell’impegno del governo, infatti solo briciole nel mille proroghe a fronte di investimenti che vanno su Vado Ligure , nel Piano per il Sud sembra ci sia solo Propaganda. Come si fa a dire che il Governo Bossi-Berlusconi non abbandona il sud? Spostando la valutazione di merito, sperando sempre che l’incontro di martedì possa smentirci, anche dalla Regione fino ad oggi solo parole, parole, parole …. A tutt’oggi e sotto gli occhi di tutti che il tanto declamato APQ per Gioia Tauro, senza realizzazione concreta, rimane solo in quel libro dei sogni milionari che Scopelliti e Mancini hanno “venduto” in ogni angolo di Calabria nel mentre si perde competitività e lavoro, le compagnie abbandonano Gioia Tauro (vedi maesk) e scelgono altri lidi, sotto la totale indifferenze della nostra classe politica. Da organizzazione sindacale seria , pur criticando il metodo dei tavoli divisi, perché è sbagliato non condividere con le parti sociali il confronto tra regione e MCT, riteniamo che sia davvero giunto il momento di assumere impegni concreti e di garantire priorità politica: serve il coraggio di incalzare il governo nazionale perché intervenga ad evitare che si perdano posti di lavoro . Non ci basta più che Scopelliti dica che non si perderà lavoro lo deve dimostrare con i fatti e farlo capire a Berlusconi al quale è legato dallo stesso colore politico. C’è bisogno di rilanciare il porto e di tutelare le migliaia di famiglie, che grazie al porto vivono, e questo lo può fare solo una classe politica capace di guardare al presente gettando lo sguardo anche sul futuro, progettando in maniera concreta lo sviluppo . Gioia Tauro 23 .05.2011
Sergio Genco Segretario Generale Cgil Calabria
Antonino Calogero Segretario Generale Cgil Piana di Gioia Tauro