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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 07 MAGGIO 2024

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Crisi porto di Gioia Tauro, i sindacati organizzano manifestazione al varco doganale

Crisi porto di Gioia Tauro, i sindacati organizzano manifestazione al varco doganale

Il 22 giugno alle ore 11,00. Il documento approvato dal consiglio regionale. VIDEO

VIDEO-DOCUMENTO SULLA CRISI DEL PORTO DI GIOIA TAURO 

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Crisi porto di Gioia Tauro, i sindacati organizzano manifestazione al varco doganale

Il 22 giugno alle ore 11,00. Il documento approvato dal consiglio regionale

 

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LAVORI CONSIGLIO REGIONALE

 


Il Consiglio ha approvato quello della maggioranza (che si è astenuta sulla votazione dell’altro) firmato dai consiglieri Luigi FedeleGiovanni BilardiAlfonso Dattolo Giulio Serra. Il documento del Consiglio impegna il Presidente della Giunta Regionale “a richiedere con urgenza al Governo un incontro per la verifica immediata sullo stato delle vertenza MCR in considerazione della ipotizzata crisi aziendale che porterebbe alla perdita di centinaia di posti di lavoro, generando una situazione di crisi che rischia di avere delle ricadute rilevanti sull’economia dell’intera regione“. 
Il documento prevede anche che Scopelliti debba “ottenere l’impegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri affinche’ vengano attuati nel periodo di vigenza 2011 – 2015, idonei provvedimenti con correttivo per la riduzione dello squilibrio competitivo dei porto di transhipment del Sud Italia, primo fra tutti Gioia Tauro, verso i porti Nord Africani, con interventi di valenza sociale, in attesa del paventato incremento di volumi che si tradurra’ al 2015, in un aumento della domanda di movimentazione container di circa il 25% per i porti del Mediterraneo” e lo impegna ad “assumere, di concerto con le amministrazioni interessate, le iniziative necessarie affinche’ Gioia Tauro possa integrare l’attuale vocazione di piattaforma di transhipment con un modello di gateway continentale ( nazionale prima e europeo in futuro), favorendo attraverso misure dedicate l’utilizzo delle linee ferroviarie“, ad “adottare misure idonee al fine di facilitare l’insediamento di nuove realta’ industriali e attirare aziende che producano a Gioia tauro e creare opportunita’ concrete e condizioni di vantaggio per sviluppare un area logistica – industriale” ed a “sollecitare Rft a fornire un crono programma per le attivita’ previste nell’Apq firmato dalla Regione Calabria e i ministri competenti“.

In apertura, il Presidente del Consiglio Franco Talarico aveva chiesto ai consiglieri un confronto “operativo, teso ad approvare un ordine del giorno comune per dare maggior forza al presidente Scopelliti per l’incontro di Roma“. Il capogruppo del Pdl, Luigi Fedele, aggiungeva che “l’economia della nostra Regione e di tutto il sud può ruotare intorno a Gioia Tauro, che però vive un momento di crisi. Sarebbe importante approvare un ordine del giorno comune che possa dare maggior forza alla giunta affinchè vada a Roma forti delle indicazioni di tutto il consiglio regionale. Io presento l’ordine del Giorno della maggioranza, ma ci tengo a precisare subito che può essere modificato, integrato e cambiato grazie agli stimoli dei colleghi dell’opposizione perchè vorremmo assolutamente approvarne uno unitario, all’unanimità“.

Sandro Principe, Capogruppo del Pd, ha risposto in modo molto aperto nei confronti della proposta della maggioranza: “Vedete – ha detto per far capire quanto sia disponibile a metter da parte la propria casacca politica in occasioni importanti – io quando ho letto su Panorama che Scopelliti è diventato un leader della destra Nazionale, ho gioito. Sono felice se la Calabria esprime personalità di rilievo a livello nazionale, sia nella sinistra che nella destra. Quindi oggi siamo pronti a dare il nostro sostegno a Scopelliti per sostenere determinate tesi rispetto al Governo Nazionale. Nella nostra proposta di ordine del giorno che penso si possa integrare con quella della maggioranza, abbiamo chiesto che il tavolo su Gioia Tauro con il Governo diventi permanente, che si lavori molto sulle infrastrutture stradali e ferroviarie per integrare il porto al territorio, e che ci sia un rapporto più chiaro e diretto con l’Unione Europea per avere determinate agevolazioni fiscali. Il nostro documento contiene questo ed è un documento pulito che evita ogni tipo di polemica. Solo cose concrete e di buon senso. Il Consiglio Regionale, pur nella differenza di compiti e ruoli, si deve unire per sostenere a Roma l’impegno per Gioia Tauro che è un’eccellenza per l’Europa intera, in quanto siamo la porta dell’oriente per l’Europa. Gioia è una concreta base per lo sviluppo dell’intera Regione. L’aspetto più delicato è capire cosa vuole fare lo Stato di Gioia Tauro. Riconosco l’impegno della Giunta Regionale molto evidente sotto il profilo verbale che però non raggiunge il risultato di portare Gioia Tauro in evidenza a livello nazionale. Scopelliti deve chiedere a Berlusconi qual’è il ruolo di Gioia Tauro nel sistema portuale Italiano. Serve un impegno del Governo centrale verso le grandi compagnie. Come faceva Prodi con il suo Governo. E poi il porto dev’essere collegato bene con l’autostrada, l’interporto, il sistema ferroviario. Il problema è di competitività. Il costo del lavoro dei grandi porti Africani sul Mediterraneo è molto più basso. E noi che dobbiamo fare? Non certo le gabbie salariali. Ma il Governo deve trattare con l’Ue un pacchetto di agevolazioni fiscali e contributive. E’ un compito del Governo centrale. E poi bisogna attrarre le imprese, con investimenti nella ricerca per i distretti tecnologici della logistica“. 

Sono intervenuti poi i consiglieri Imbalzano (il quale ha sottolineato la difficoltà di contrastare le grandi lobbies del nord che operano per contrastare la crescita dei porti del Sud in un sistema di concorrenza volto a favorire gli scali portuali del settentrione), GiordanoRappoccioMirabelli (che ha parlato di  “indifferenza di tutti i Governi nazionali sul Porto di Gioia Tauro al punto che paradossalmente io, che sono sempre stato contro il federalismo, oggi credo se fossimo una Regione federalista, potremmo contrattare direttamente questi aspetti con l’Ue. Che Gioia Tauro sia zona franca! Spero che il lavoro della Giunta sia presa in considerazione dal Governo perchè la Calabria fa ancora parte di questo Paese e dev’essere tutelata“), Loiero (“non ho mai sentito Berlusconi parlare di Gioia Tauro. Non è nei suoi pensieri nè in quelli di Tremonti, entrambi venuti di recente in Calabria solo per fini elettorali. Asse del Nord con la Lega che punta a valorizzare al massimo le sue risorse. La Calabria ha un ruolo ancillare, è solo un bacino di voti funzionale alle politiche delle Regioni del Nord. Il precedente premier Prodi aveva un atteggiamento completamente diverso. Aveva dato contributi importanti a Gioia Tauro. Nel 2006 dopo la vittoria delle Regionali, Prodi attivò su mia richiesta un piano sulla Calabria. Prodi diceva sempre che la Calabria “è Gioia Tauro”. Io dovevo contraddirlo. Ma lui aveva una grande passione civile e grandi legami con Gioia Tauro” ha detto l’ex Governatore), TripodiDattolo (secondo cui quello del 22 a Roma sarà solo il primo di una lunga serie di incontri che prolungheranno la trattativa tra Governo e Regione per agevolare Gioia Tauro),AdamoBova (anch’esso apparso propositivo sulla possiblità di redarre un documento unitario) e De Gaetano.

A chiusura del dibattito è intervenuto il Governatore Scopelliti, che ha esordito con ironia: “Nel tavolo di Prodi del 2006 non so se si mangiasse o se si parlasse di Gioia Tauro: risultati concreti non ne abbiamo mai visti“. Dopo questa battuta, il Governatore è entrato nel merito della questione del porto di Gioia: “una Regione con un Governo nazionale può attivare procedure per investimenti sul polo della logistica, non altro. E’ questo che possiamo e dobbiamo fare, non altro. Dal 1995, quando è nato il porto, ad oggi nessuno ha fatto nulla. E’ quello che noi stiamo facendo oggi. Il porto è nato 16 anni fa, in questo tempo nessuno ha messo in campo azioni per evitare che Gioia Tauro diventi uno strumento di buisness per una sola impresa, cioè MCT che gestisce tutto il porto. MCT fa quello che vuole al porto, e non è giusto. Noi vogliamo lavorare per mantenere il trashipment, sviluppando il polo della logistica. Sullo scenario delle grandi compagnie, ovviamente, ci sono logiche di mercato su cui non è che possiamo incidere più di tanto. Possiamo provare, come enti, a condizionare questo scenario, ma non risolveremmo comunque il problema. Chi, comunque, prima di noi ha fallito, oggi dovrebbe quantomeno aspettare il nostro lavoro per giudicarci a fine legislatura. Invece inseguono la logica della gelosia e dell’invidia e fanno discorsi del tipo ‘se ho fallito io, ora devono fallire anche gli altri’. Noi invece non lavoriamo con queste logiche. Stiamo lavorando moltissimo per Gioia Tauro. Abbiamo triplicato il valore dell’Apq e l’abbiamo firmata e avviata, mentre prima di noi c’erano state solo chiacchiere. Ed è vergognoso che ci siano operazioni scandalose in questo senso; nei prossimi giorni lo scoprirete, non abbiamo fretta di documentare il tutto. C’è una lettera che è firmata con nome e cognome e che è davvero vergognosa. Ma ne parleremo in altra sede. Torniamo all’Apq: si riferisce all’area industriale che sta dietro al porto, lì ci sono grandi opportunità per li futuro. La crisi di Gioia Tauro è provocata dal fatto che l’azienda Maersk è andata via, e lo ha fatto perchè preferisce investire su altri porti più economici, gestendo e governando in assoluto un porto. Nessuno di noi può impedirlo o dirgli nulla. Sono strategie e logiche di mercato. Così come sono venuti da soli per determinati interessi, adesso se ne vanno per altrettanti interessi. La soluzione è lavorare con MSC, che è un’altra grande compagnia, confrontandoci con loro, e in questo non siamo stati fermi. Purtroppo tra costo del lavoro, accise e tasse di ancoraggio i porti non comunitari riescono a garantire grandi vantaggi che i porti Ue non possono garantire. Come possiamo aggredire questo fenomeno? Secondo noi la partita si gioca sulla capacità attrattiva del polo della logistica, creando tanti di quei capannoni per far fare alle aziende investimenti di prospettiva. Abbiamo incontrato decine di grandi aziende. Il vero grande obiettivo è la logistica, capannoni in cui le merci di spacchettino e si facciano ripartire e in questo i fondi del’Apq possono creare una maggior attrazione per le imprese. Con la ferrovia possiamo superare il gommato per raggiungere in poche ore il nord Europa. Il ragionamento che faremo al Governo non sarà il solito piagnisteo per i posti di lavoro.Andremo lì per chiedere la fiscalità di vantaggio e l’azzeramento dell’Irap per le imprese e altre cose, come l’allargamento della zona franca. E poi c’è il discorso delle mega-navi: 118 sono in costruzione, e sono il futuro del trasporto via mare. Pensate che oggi di queste navi ne ha 12 la Maersk e 18 la Msc e che tra le 118 in costruzione, solo 4 sono della Maersk, ben 19 la Msc. In Italia e nel Mediterraneo, Gioia Tauro e Cagliari sono i porti privilegiati, per strutture tecniche di fondali, pronti ad accoglierle: il nostro è un porto appetibile e dal 2015 in poi potrebbe esserlo ancora di più grazie all’ingresso di queste mega-navi.  Condivido che il sindacato chieda alla MCT di liberare parte delle banchine. MSC vuole entrare nella società di MCT, ma non può perchè MCT non fa uscire Maersk. L’idea della MSC sarebbe quella di fare di Gioia il “suo” porto. Queste strategie di mercato sono così talmente tanto più grandi di noi che non c’è mdoo di intervenire, sono strategie aziendali, come le scelte che fanno sugli altri porti del nord. Loro determinano gli scenari: è il mondo dei privati dove il pubblico non può fare quello che gli pare. Fino al 2015 il retroporto è un’opprotunità, il polo della logistica è un investimento, dobbiamo attrarre le nuove imprese. L’attuale lavoro del porto non porta ricchezza al territorio. Cotnainer smistati e basta“.

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