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TAURIANOVA (RC), SABATO 27 APRILE 2024

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Cosenza, 13 arresti per estorsione e spaccio. Progettavano un attentato ad una caserma In corso dall'alba i provvedimenti dell'operazione Doomsday contro la cosca "Rango-Zingari", definita tra le più potenti della città e del suo hinterland - I NOMI DEGLI ARRESTATI

Cosenza, 13 arresti per estorsione e spaccio. Progettavano un attentato ad una caserma In corso dall'alba i provvedimenti dell'operazione Doomsday contro la cosca "Rango-Zingari", definita tra le più potenti della città e del suo hinterland - I NOMI DEGLI ARRESTATI
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Nelle prime ore di oggi, i Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Cosenza hanno dato esecuzione a provvedimenti di fermo di indiziato di delitto nei confronti di 13 elementi di spicco della criminalità organizzata gravemente indiziati in ordine ai reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione e porto illegale di armi.

I provvedimenti sono stati emessi sulla scorta delle indagini coordinate dal Procuratore LOMBARDO, dai Procuratori Aggiunti LUBERTO e BOMBARDIERI e dai Sostituti Procuratori BRUNI e TRIDICO e condotte dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo.

Le indagini hanno consentito di delineare gli assetti della cosca di ‘ndrangheta “Rango-Zingari”, egemone in questo capoluogo e nel suo hinterland, e la sua rapida capacità di rigenerarsi allorquando suoi elementi di vertice sono stati attinti da misure cautelari a seguito anche di recenti operazioni condotte da quest’Arma. L’attività ha consentito di ricostruire come l’associazione, con la disponibilità di armi, fosse finalizzata allo sfruttamento delle ricchezze del territorio mediante la sistematica perpetrazione di estorsioni in danno di imprenditori, nonché gestisse in regime di assoluto monopolio il traffico di sostanze stupefacenti nell’area in cui esercita la propria influenza. Nell’ambito del medesimo procedimento risultano altri 5 indagati non attinti dal provvedimento poiché già detenuti.

Tra i fermati figurano un imprenditore edile assunto al ruolo di referente della cosca nel specifico settore ed alcuni dei soggetti già tratti in arresto poiché ritenuti responsabili degli atti intimidatori in danno degli amministratori comunali di Marano Marchesato (CS).

Tale misura “urgente” si è resa necessaria per una serie di esigenze cautelari sulla base di informazioni ottenute in fase d’indagine, con particolare riferimento:

  • dall’intenzione, accennata da elementi della cosca e percepita dagli operanti in una intercettazione ambientale, di perpetrare un attentato ai danni di una caserma dei Carabinieri di Cosenza;
  • ad interrompere le condotte criminali nei confronti degli imprenditori, poiché vittime di attuali minacce.

I fermati sono stati tradotti presso la casa circondariale di Cosenza.

«Siamo arrivati alla resa dei conti, gli possiamo mettere una bomba alla caserma». E’ questa la frase pronunciata da alcuni degli esponenti della cosca della ‘ndrangheta dei “Rango-Zingari” fermati stamane dai carabinieri di Cosenza nell’ambito dell’operazione chiamata “Doomsday: il giorno del giudizio”.

La frase registrata dai carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Cosenza riguarda i presunti preparativi, da parte degli esponenti della cosca, di un attentato ad una caserma dei carabinieri. Proprio i preparativi dell’attentato dinamitardo sono alla base del provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Catanzaro nei confronti di 13 persone.

Il nome dell’operazione è stato scelto prendendo spunto dalla frase pronunciata da uno dei fermati, Antonio Intrieri, il quale, conversando con altri presunti esponenti della cosca, afferma: «siamo arrivati alla resa dei conti. E’ il giorno del giudizio».

L’operazione è stata portata a termine dai Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Cosenza che hanno fermato tredici persone. Si tratta di elementi considerati di spicco della criminalità organizzata gravemente indiziati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione e porto illegale di armi.

I provvedimenti sono stati emessi sulla scorta delle indagini coordinate dal procuratore Lombardo, dai procuratori aggiunti Luberto e Bombardieri e dai sostituti procuratori Bruni e Tridico  e condotte dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo.

Gli arrestati sono Leonardo Bevilacqua, 34 anni; Cosimo Bevilacqua, 50 anni; Danilo Bevilacqua, 24 anni; Simone Santoro, 34 anni; Antonio Intrieri, 52 anni; Domenico Mignolo, 28 anni; Francesco Vivacqua, 29 anni; Alberto Ruffolo, 26 anni; Francesco Ciancio, 24 anni; Gianluca Cinelli, 29 anni; Gianluca Barone, 42 anni; Mario Mignolo, 25 anni. Domenico Mignolo è già destinatario di un provvedimento di custodia cautelare per le intimidazioni ai danni dell’amministrazione comunale di Marano Marchesato e indagato, assieme a Leonardo Bevilacqua (destinatario di questo provvedimento di fermo), anche per l’omicidio di Antonio Taranto, il giovane ucciso nei mesi scorsi a via Popilia, quartiere popolare di Cosenza.

Le indagini dell’operazione, denominata Doomsday, hanno consentito di delineare gli assetti della cosca di ‘ndrangheta “Rango-zingari”, egemone a Cosenza e nel suo hinterland, e la sua rapida capacità di rigenerarsi dopo gli arresti recenti di alcuni suoi elementi di vertice. L’attività della cosca, che aveva anche armi a sua disposizione, era finalizzata allo sfruttamento delle ricchezze del territorio mediante la sistematica perpetrazione di estorsioni in danno di imprenditori, e alla gestione in regime di assoluto monopolio del traffico di sostanze stupefacenti. I fermati sono stati portati presso la casa circondariale di Cosenza.

I particolari dell’operazione compiuta dai carabinieri sono stati resi noti dal procuratore di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, dall’aggiunto Vincenzo Luberto e dai vertici del Comando provinciale dell’Arma di Cosenza.

«Questo – ha detto Lombardo – è un approfondimento investigativo relativo a due anni di estorsioni che nasce da alcune dichiarazioni del collaboratore di giustizia Foggetti. Indagine che ci ha consentito di delineare il quadro delle attività criminali e gli assetti della cosca Rango-zingari, una più pericolose del territorio».

Sulla frase pronunciata da Intrieri relativamente alla bomba contro la caserma, il Procuratore aggiunto Luberto ha evidenziato che «la valutiamo come un proposito di Intrieri, imprenditore edile collegato alla criminalità organizzata, con rapporti di parentela con alcuni arrestati, che si sentiva perseguitato».

Dalle indagini è emerso inoltre il tentativo di suicidio di un imprenditore vessato dalla cosca, che dopo una serie di ritrattazioni ha iniziato a collaborare con la giustizia.