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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 15 MAGGIO 2024

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Continua a far discutere l’opinione del giornalista Baldassarro nei confronti del vescovo Morosini

Nucera (Pdl): “L’azione pastorale di monsignor Fiorini Morosini è lucida e determinata”. Imbalzano: “Morosini ha sempre dimostrato un grande amore verso i propri fedeli ed il proprio territorio”. Bombino: “E’ necessario che il Buon Pastore porti addosso l’odore delle sue pecore per accompagnarle al pascolo”

Continua a far discutere l’opinione del giornalista Baldassarro nei confronti del vescovo Morosini

Nucera (Pdl): “L’azione pastorale di monsignor Fiorini Morosini è lucida e determinata”. Imbalzano: “Morosini ha sempre dimostrato un grande amore verso i propri fedeli ed il proprio territorio”. Bombino: “E’ necessario che il Buon Pastore porti addosso l’odore delle sue pecore per accompagnarle al pascolo”

 

 

“E’ appena una settimana che nell’Arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova ha iniziato la sua missione pastorale Mons. Giuseppe Fiorini Morosini. Il nuovo presule, nel cammino già tracciato dal suo predecessore Mons. Vittorio Mondello, ha già espresso chiare le linee del suo ministero, sotto l’aspetto sociale, ma soprattutto religioso, per per rigenerare la comunità diocesana ad una rinnovata conversione”.
E’ quanto afferma il Segretario Questore del Consiglio regionale on. Giovanni Nucera soffermandosi sull’attività di Mons. Giuseppe Fiorini Morosini a pochi giorni dal suo insediamento.
“Mons. Morosini nel suo messaggio di saluto – ricorda l’on. Nucera – ci ha ricordato le origini della Chiesa di Reggio, scaturite dal passaggio dell’Apostolo Paolo, di cui ha ripreso alcuni richiami, che ha definito basilari per la sua missione a Reggio, aprendo quella che può considerarsi la sua sfida, e quella della Chiesa di oggi alla secolarizzazione, “approdo della fine della cristianità”. Ma l’aspetto più importante della sua omelia di insediamento ha riguardato la condizione sociale “che interpella tutti”, analizzata nel contesto di una città difficile, sia sul piano del dialogo che in quello della sicurezza sociale “in cui è diffuso – ha sottolineato – il disagio di tante famiglie per la perdita del lavoro e per la crisi drammatica che viviamo”.
“Una valutazione che ha preceduto il suo monito: “Nessuna istituzione può giocare sulla pelle della gente, ma assieme bisogna impegnarsi per attenuare il disagio, procurando soprattutto il lavoro, per frenare l’emigrazione delle menti giovanili più acute”.
“Un appello che abbiamo il dovere di cogliere e fare diventare motore della nostra azione politica, avendo bene presente che, come ha precisato il nuovo Vescovo in questi giorni, gli interventi della Chiesa, soprattutto locale, sui grandi temi del territorio ‘non sono ingerenza nella vita dello Stato e delle Istituzioni pubbliche e private, ma libera espressione delle forze morali, culturali e sociali presenti sul territorio che si confrontano nel rispetto del gioco democratico”.
“E’ altrettanto importanti risultano i suoi appelli alla conversione, rivolti ai detenuti del carcere di Reggio, messo al primo posto del suo programma di visite pastorali, alla diffusione della legalità e alla lotta alla ‘ndrangheta, ‘che è impegno di fede, perché – ha ricordato l’on. Nucera riprendendo le parole di Mons. Morosini – non ci può essere testimonianza di fede se non si testimonia la legalità, rispettando quelle leggi dello Stato conformi al diritto di natura”.
“Mons. Fiorini Morosini – ha ancora affermato il Segretario Questore del Consiglio regionale – ha dimostrato la caparbietà della sua azione pastorale ponendosi come attento osservatore dei cambiamenti della comunità diocesana, non solo per denunciare le difficoltà di ordine materiale, ma anche per suggerire al Clero della sua Diocesi, così come aveva fatto nella Locride, linee di azione sociale che partendo dal Vangelo promuovono lo sviluppo dell’uomo. Certamente, Mons. Fiorini Morosini, si conferma rispettoso di tutte le Istituzioni, garantista dei diritti di ciascuno e determinato assertore dei principi della legge laica e della morale cattolica”.
“Da Presule attento e assolutamente cosciente delle difficoltà in cui spesso anche la Chiesa è portata ad operare Mons. Fiorini Morosini – ha sottolineato il consigliere regionale Pdl – ha preventivamente avvertito che è inaccettabile giudicare superficialmente l’operato di un Vescovo, perché «è riduttivo della verità ed è anche offensivo della dignità della persona».
“Sono parole e considerazioni che ci hanno convinto ad apprezzarlo, a sostenerlo, in queste sue battaglie per l’affermazione di valori e principi che guidano ed hanno guidato il nostro impegno personale e politico – conclude l’on. Nucera – Accetteremo con rispetto ogni critica che verrà da Mons. Morosini, come stimolo per il nostro lavoro e pungolo alla nostra proposta di miglioramento della società, lo sviluppo ed il benessere dei cittadini. Lo invitiamo, pertanto, ad andare avanti, deciso, sulla strada che ha tracciato e reso pubblica in questi suoi primi otto giorni di Ministero episcopale che si annuncia carico di proposte, di esortazioni, di incoraggiamento, e anche di severi moniti verso chi non dimostra di perseguire, come lui stesso ha affermato, il bene comune”.

CANDELORO IMBALZANO: PERCHE’ ESPRIMO LA MIA DEVOTA SOLIDARIETA’ A S.E.MONS. GIUSEPPE FIORINI MOROSINI

“Ho avuto il gradito privilegio di ascoltare tante volte nel passato, quale Vescovo della Diocesi di Locri-Gerace, e su argomenti sempre delicati, S.E.
Mons. Giuseppe Fiorini Morosini. Ho sempre riscontrato nelle Sue meditate parole una grande profondità di pensiero ed uno straordinario equilibrio, mai disgiunti da una non comune capacità, da Pastore di anime, di parlare ai cuori, a tutti i cuori”.
E’ quanto afferma il presidente della Commissione “Bilancio, Attività Produttive e Fondi Comunitari” del Consiglio Regionale Candeloro Imbalzano.
“Sia che si rivolgesse alla classe politica, invitandola ad occuparsi maggiormente dei mali antichi della Locride, sia che parlasse ai giovani, invitandoli a non perdere la speranza, (come dimenticare la straordinaria omelia dell’11 maggio a S. Domenica di Placanica di fronte a circa 20.000 fedeli), sia che disquisisse di “Credito ed Etica”, S.E. ha sempre dimostrato un grande amore verso i propri fedeli ed il proprio territorio”, continua Candeloro Imbalzano.
“Confesso di aver provato un profondo disagio, quando ho letto della gratuita offesa personale subita proprio da un Suo collega giornalista. Un attacco che travalica, ovviamente, qualsiasi diritto di critica o di dissenso rispetto ad opinioni o impostazioni non condivise, a maggior ragione se espresse dal nuovo Arcivescovo della Diocesi di Reggio – Bova, che, sono convinto, ancora pochi conoscono e che in tanti, come già noi, impareranno ad apprezzare”, aggiunge Imbalzano.
“Né mi va la distinzione manichea tra garantisti e non. Su questo tema, la Carta Costituzionale è oltremodo chiara ed il dettato non è stato certo frutto di discussioni interessate o di comodo dei nostri Padri costituenti. Il garantismo ha senso, peraltro, solo se accompagnato dal forte e permanente richiamo ai valori della legalità e del rispetto delle regole”.
“Per questo, non posso che esprimere la mia devota e filiale solidarietà a S.E. l’Arcivescovo, convinto come sono che, nel solco del Suo sperimentato magistero spirituale e del rivoluzionario messaggio di Papa Francesco, con la Sua parola e la Sua azione saprà fornire un contributo prezioso per la rinascita della nostra città e dell’intera Diocesi di Reggio – Bova”, conclude il presidente Imbalzano.

Messaggio Morosini, Bombino: “E’ necessario che il Buon Pastore porti addosso l’odore delle sue pecore per accompagnarle al pascolo”
“Il messaggio che Giuseppe Fiorini Morosini consegna alla città, ci pare di capire, è tutto chiuso nella forza idiomatica d’una frase che lo stesso pronunzia ripetutamente durante la processione mariana di sabato scorso: “Reggio …, ti rristau sulu a Maronna …”. E’ quanto afferma Giuseppe Bombino, presidente del Parco nazionale d’Aspromonte. “Il messaggio sembra proporci uno spostamento del piano della comunicazione al più alto e diretto livello con la Divinità, l’unica in grado di riempiere quel vuoto che si avverte oggi in città, in cui le categorie e le convenzionali infrastrutture sociali non riescono ad esprimere l’essenza e l’identità di un popolo e non sono in grado di coglierne il disagio.
Bisogna accostare i pensieri nell’atmosfera delle cosmogonie orfiche per comprendere perché, dalle nostre parti, le Divinità divengono spesso destinatarie di un rapporto esclusivo, diretto e senza intermediari, e assai di più se la Divinità è la Madre, colei che protegge. E’ come se si volesse ricondurre in un orizzonte comunicativo potente e al tempo vero, una istanza di salvezza per Reggio, quale tentativo di legare il transitorio all’assoluto, poiché il rapporto tra l’umano e il divino, celebra il più sacro dei vincoli. Sono tracce di poesia e di sangue tutto calabrese.
Non certo ci interessa  – continua – l’attribuzione in sede scientifica e antropologica dell’invocazione del Vescovo; semmai è la contestualizzazione storico-culturale e il quadro di riferimento simbolico che esprime intensità ed essenza unificanti. Allora, ecco la voce della speranza che diviene preghiera: l’unica formula per affidare altrove e a una responsabilità più alta il futuro della città che in questa temperie è attraversata dalla Madre dell’Assoluto che vede oltre le cose degli uomini.
Ma il genere mitopoietico a cui fa ricorso il nostro Vescovo è, inoltre, in piena aderenza con le scritture vetero e neo-testamentarie che rimandano alla parabola del Buon Pastore e del suo amore agapico e oblativo. Il Buon Pastore, infatti, vive e condivide la sofferenza del suo popolo e quando la miseria materiale genera anche miseria morale e disfattismo, egli non si limita ad elaborare facili indignazioni, ma produce, come ministro di misericordia, trasposizioni e percorsi immanenti che conducano il gregge al superamento di una condizione contingente attraverso cui avviene la trasformazione del male in bene. La straordinarietà, la portata e l’intensità dei significati contenuti nei discorsi che il nostro Vescovo ha pronunziato già dall’atto del suo insediamento in città consiglierebbero, dunque, una più attenta e profonda lettura, e, probabilmente, uno sforzo di “tensione” verso l’alto a cui si accede solo se abbiamo ben chiara l’idea che la giustizia, in sede divina, si riferisce al ruolo del Pastore come Salvatore.
Che ognuno faccia il proprio mestiere, quindi: il Pastore accompagni il suo gregge sugli alti pascoli, anche se il suo odore attirerà i lupi”.