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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 24 APRILE 2024

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Consiglio comunale Cittanova, ecco l’intervento integrale di Dangeli Si acuisce lo scontro politico con Cosentino

Consiglio comunale Cittanova, ecco l’intervento integrale di Dangeli Si acuisce lo scontro politico con Cosentino

L’uscita dalla maggioranza consiliare cittanovese del vostro gruppo politico elettoralmente più importante, ha aperto una nuova e per certi versi interessante pagina politica nel nostro paese.
Fondamentalmente quegli esponenti politici imperniano il loro abbandono con due ragionamenti:
il primo, quando scrivono che “lo sfacelo politico e amministrativo è sotto gli occhi di tutti”:
è quanto abbiamo sostenuto nel corso di questi lunghi 9 anni di vostra amministrazione dimostrandolo in ogni consiglio comunale con argomentazioni e dati di fatto.

a voi “sordi rispetto alle critiche costruttive e ciechi rispetto al vuoto che accompagna la vostra giunta” non avete mai voluto discutere, opponendo ai ragionamenti politici la forza delle mani alzate a votare a comando qualsiasi cosa vi interessasse.
Cose, che raramente coincidevano con l’interesse generale:
non sono andate verso l’interesse della collettività tutta le questioni finanziarie, la tassazione, le problematiche legate all’erogazione idrica, l’abbandono delle attività produttive e delle loro infrastrutture.
Né tantomeno è nell’interesse generale il massimo disinteresse che avete dimostrato e dimostrate sulla stesura ed approvazione del Piano Strutturale Comunale che avete completamente dimenticato.
Hanno ragione a sottotitolare nel loro ultimo manifesto che “lo sfacelo politico e amministrativo è sotto gli occhi di tutti”: amaramente possiamo aggiungere che noi lo abbiamo sempre denunciato e che purtroppo quel gruppo politico se n’è accorto troppo tardi o tardi si è assunto la responsabilità politica di manifestarlo. Comunque, meglio tardi che mai!
Il secondo, quando scrive che il sindaco “ha il vizio di non mantenere, sul terreno politico e amministrativo, la parola data” e che “il sindaco è capace di cambiare pelle a seconda delle sue esigenze, tralasciando sistematicamente qualsiasi equilibrio o accordo politico tra forze della coalizione”.
Affermazioni sicuramente gravi perché rappresentano il sindaco, non già come una sorta di camaleonte ma addirittura come un serpente politico che cambia pelle e che nel non mantenere la parola, politicamente ed amministrativamente, parla con lingua biforcuta.
A nostro modo di vedere non c’è peggiore infamia che quella di venire meno alla parola data, anche se politicamente o amministrativamente: in politica come nella vita, infatti, pacta servanda sunt cioè i patti devono essere mantenuti!
Da quanto scritto in quel manifesto dire che il sindaco viene dipinto a tinte fosche è usare un eufemismo ma un ragionamento politico più attento non può far sottrarre altre responsabilità.
Da che mondo è mondo i ragionamenti politici e gli accordi all’interno di una coalizione, qualsiasi coalizione, sono tenuti e mantenuti da ogni componente di quella coalizione, per cui se mancanza di parola c’è stata tale mancanza interessa tutti gli attori di quella coalizione, nessuno escluso.
La verità è che, se il sindaco è quella persona di cui scrivono, è altrettanto vero che anche chi sta a fianco del sindaco ne ha le stesse responsabilità politiche ed amministrative. Tutti i consiglieri di maggioranza che in ogni consiglio approvano quanto viene proposto per essere deliberato; i componenti consiliari ed extra consiliari dei gruppi che compongono la maggioranza: tutti loro, soprattutto se si tratta di una segreteria di partito, avrebbero dovuto garantire il rispetto di quei patti che un certo movimento politico dice non essere stati rispettati! Invece, a quanto pare, tutti a ”cambiare pelle e parlare con lingua biforcuta”!
Fin qui la questione ci appare poco edificante per non dire tragica: avere siffatta classe politica non fa sperare bene il nostro paese!
Però un altro ragionamento insidioso lo introduce il sindaco stesso quando afferma che in quel gruppo politico che ha abbandonato la maggioranza amministrativa “In realtà si nascondono più prosaiche e insoddisfatte richieste” e che “hanno anteposto, magari per tacitare qualche delusione personale dentro il proprio movimento, gli interessi di parte”.
Per essere delusi occorre che qualcuno faccia illudere: ad esempio qualora la vostra coalizione aveva stabilito che un gruppo politico esprimesse il nome o i nomi di eventuali componenti in giunta la delusione poteva nascere solo se gli altri ne avessero garantito la fattibilità, altrimenti nessuno poteva dirsi deluso. Proprio parlando di delusione il sindaco alimenta il sospetto della propria doppiezza! Ma a noi non importa: fatti loro, hanno imparato con chi hanno a che fare e forse hanno conosciuto l’amarezza di essere stati utilizzati come taxi gratuito per ricollocare alcuni personaggi politici. Verrebbe da pensare che abbiano scoperto di trovarsi di fronte a qualcuno affetto dalla sindrome del beneficato!
In realtà le cose sembrano ancora più complesse e poco edificanti perché il sindaco afferma che l’abbandono “nasconde più prosaiche e insoddisfatte richieste”.
Anche se dipinto da un certo gruppo politico come persona inaffidabile “politicamente ed amministrativamente” va dato il merito al sindaco di ponderare le parole e di utilizzarle per descrivere al meglio il proprio pensiero. Per cui quel “prosaiche” dovrebbe voler dire “richieste non proprio lecite per l’interesse generale ma finalizzate a questioni delle quali è meglio non parlare”.
Sicché lancia il sasso e tenta di nascondere la mano: dice che qualcosa di poco chiaro è stato chiesto ma non dice né il chi né il cosa.
La funzione istituzionale che riveste avrebbe dovuto consigliargli di far conoscere queste richieste e l’identità di chi le aveva avanzate: perché se sono prosaiche, poco chiare o poco lecite è giusto che vengano portate all’attenzione della comunità tutta in maniera che la stessa comunità sappia con chi ha a che fare. Non rendendo edotta la propria comunità dopo aver formulato siffatte accuse il sindaco acquisisce un altro demerito: quello di essere omertoso, sempre politicamente ed amministrativamente parlando. Forse per questa suo modo di fare nell’estate del 2016 il PD locale affisse un manifesto in cui sosteneva che bisognava andare in prefettura per praticare percorsi di legalità in seno alla maggioranza (la stessa di oggi) dell’epoca?
Neanche in quell’occasione si volle far sapere le ragioni di quella affermazione limitandosi solo a mandare messaggi a chi poteva comprendere. Alla faccia della trasparenza! Comunque quelle “prosaiche richieste” sono rimaste insoddisfatte: meno male!
Però bisogna capire se quelle richieste sono alla base dei malumori: cioè se erano state avanzate magari nella preparazione della lista o della giunta. Perché se sono irricevibili oggi avrebbero dovuto esserlo anche allora. Come si fa ad accettare richieste “prosaiche”? Ma soprattutto come si fa ad illudere qualcuno che proprio quelle richieste potrebbero essere esaudite o realizzate? Ci viene da pensare che pur di tenersi attaccata la poltrona certe persone non solo nasconderebbero le delibere della Corte dei Conti ma farebbero patti anche con il diavolo: infatti con le sue parole il sindaco afferma di aver fatto illudere un certo gruppo politico portatore di richieste prosaiche che ha dovuto tacitare qualche delusione personale interna. Delusione subita da chi? Da chi prima lui o gli altri pezzi grossi della sua maggioranza avevano illuso?
Gradiremmo nel rispetto della collettività cittanovese che a queste domande fossero date risposte credibili e concrete, ma non ci speriamo, conoscendo gli attori di questa sceneggiata.
L’augurio della conoscenza di questi fatti lo rivolgiamo ai tanti consiglieri comunali di maggioranza giacché anche loro, nella loro interezza hanno il diritto di conoscere fatti ed antefatti per poter esprimere al meglio i propri giudizi.
Per noi rimane la tristezza che un matrimonio che sembrava solido come una quercia e radioso come il sole a mezzogiorno finisca in divorzio inaspettato dove volano più stracci di quanto il più malizioso cittanovese potesse immaginare con grande sconfitta dei sensali e dei paraninfi che si erano e si sono adoperati finora per evitare il ripudio.
A dirla con un vecchio detto “non era amore vero ma ‘vrodu i ciciari”. Fondato su interessi personali e di parte, alla faccia e all’insaputa del popolo cittanovese!