Le parole di elogio del vicepresidente del Consiglio regionale Alessandro Nicolò
Conservatorio Reggio, il direttore lascia dopo 25 anni
Le parole di elogio del vicepresidente del Consiglio regionale Alessandro Nicolò
“Per il direttore Antonino Sorgonà, che ha da poco lasciato il Conservatorio di “Francesco Cilea” di Reggio Calabria, dopo 25 anni di impegno ed entusiasmo, non poteva esserci saluto più bello di un concerto dedicato all’onorevole Giuseppe Reale, fondatore e primo presidente della casa della musica in riva allo Stretto”.
E’ quanto afferma il vicepresidente del Consiglio regionale Alessandro Nicolò che aggiunge: “Si può ben dire – e tutti lo possono confermare- che, per lui, il Conservatorio è stata la sua seconda casa. Da insegnante prima, e da direttore dopo, il Maestro ha dato lustro alle realtà musicali emergenti di Reggio e della sua provincia. La sua è testimonianza di un amore indiscusso per una Istituzione che è stata nel tempo innovata anche negli ambienti e negli spazi strutturali destinati alle attività orchestrali e corali”.
“Se il Conservatorio di Reggio Calabria è oggi punto di riferimento nel panorama nazionale delle Istituzioni deputate a trasmettere e a diffondere la cultura musicale fra i giovani, lo si deve soprattutto alla direzione ed al corpo docente che in questi anni hanno saputo mantenere alti impegno e passione- continua il vicepresidente-. Lo si deve a questa figura che, con umiltà e concretezza, ha saputo incentivare e stimolare le giovani leve, accompagnandole in un percorso di crescita della persona, prima ancora della sua professione, dove sensibilità e formazione concorrono a costruire il giovane del domani a cui affidare le scelte decisive della nostra società”.
Nicolò conclude così: “Ed allora, ringraziamo il Maestro per tutto quello che ha saputo realizzare, contribuendo a forgiare musicisti che hanno dato prova del loro talento esibendosi su palcoscenici nazionali ed internazionali e ricordiamo il carisma della sua persona e quello sguardo, dal palco con cui, ancor prima che con la bacchetta, Antonino Sorgonà sapeva stabilire intesa e complicità con i suoi giovani”.
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