Confindustria Reggio Calabria prosegue nel suo percorso etico per il rilancio economico della provincia
Lug 09, 2013 - redazione
L’associazione degli industriali reggini ha tracciato il bilancio degli ultimi dodici mesi di attività nel corso dell’assemblea annuale. Il presidente Cuzzocrea ricorda l’imprenditore Lillo Mauro recentemente scomparso e rinnova la solidarietà ad Antonino De Masi. Altissima partecipazione, presenti anche il procuratore De Raho, e il senatore D’Ascola
Confindustria Reggio Calabria prosegue nel suo percorso etico per il rilancio economico della provincia
L’associazione degli industriali reggini ha tracciato il bilancio degli ultimi dodici mesi di attività nel corso dell’assemblea annuale. Il presidente Cuzzocrea ricorda l’imprenditore Lillo Mauro recentemente scomparso e rinnova la solidarietà ad Antonino De Masi. Altissima partecipazione, presenti anche il procuratore De Raho, e il senatore D’Ascola
La fine di un lungo letargo segna il ritorno ad un ruolo da protagonista in ambito economico, sociale e politico, nello scenario cittadino e provinciale. Sono questi i tratti distintivi del nuovo “percorso etico per il rilancio economico” che il direttivo di Confindustria Reggio Calabria, ha intrapreso dodici mesi fa. Un deciso cambio di direzione che il presidente, Andrea Cuzzocrea, ha rimarcato più volte nel corso dell’assemblea annuale svolta nel Salone degli Industriali di via Torrione. Un appuntamento tanto atteso in quanto primo vero riscontro del lavoro compiuto durante l’ultimo anno, con un occhio sempre rivolto ai temi più delicati della vita di una comunità come quella reggina, afflitta da piaghe dolorose e profonde.
In quest’ottica ha assunto particolare valore la presenza al tavolo dei relatori del senatore Nico D’Ascola, componente della commissione Giustizia di Palazzo Madama, che ha relazionato sui limiti all’ingerenza dello Stato nell’iniziativa economica privata e del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, intervenuto in merito all’azione repressiva della magistratura contro le infiltrazioni delle cosche nel tessuto produttivo locale. In una sala conferenze gremita, presenti fra gli altri numerose rappresentanze provinciali e regionali, del mondo politico e produttivo.
Una grande scommessa quella lanciata sul fronte della legalità, «al punto che nei nostri riguardi – ha esordito Cuzzocrea – è sorta una certa diffidenza, e in alcuni casi vera e propria insofferenza, di un pezzo del mondo politico. Ciò significa che Confindustria è tornata a svolgere la funzione che le compete: rappresentare istituzionalmente gli interessi dell’imprenditoria locale».
In una fase così difficile per la storia della città, lo Stato ha fatto la sua parte, anche attraverso l’ottimo lavoro e l’impegno della Commissione Straordinaria. «A Reggio Calabria sono arrivati uomini di grande qualità morali e professionali. In novembre è stata approvata la nuova procedura di pre-dissesto finanziario, che grazie al Senatore De Sena, ha consentito di accedere ai primi fondi per superare le emergenze; di grande importanza infine, il Decreto 35 del marzo scorso, cosiddetto “Sblocca pagamenti”, grazie al quale il Comune ha beneficiato di un’erogazione straordinaria di 187 milioni di euro, la metà dei quali è stata già accreditata presso il conto di Tesoreria. E’ di ieri la pubblicazione dei dati sui pagamenti del Comune; ed è grande la soddisfazione con la quale abbiamo verificato, leggendo le oltre 300 pagine di cifre e di date, che il Comune farà fronte entro il prossimo mese alla totalità dei debiti maturati al 31.12.2012 dai piccoli-medi fornitori, assicurando alle imprese locali l’ossigeno indispensabile alla sopravvivenza».
La situazione però è ancora critica: «pesano le incognite sugli ingenti crediti vantati nei confronti del Comune, sulle oscure vicende delle società miste, sulla soffocante pressione fiscale, sul dramma del terzo settore e sull’enorme difficoltà nel garantire servizi pubblici essenziali».
Sul versante Giustizia Cuzzocrea ha poi citato Calamandrei (“Le leggi sono vive perché dentro queste formule bisogna far circolare il pensiero del nostro tempo”) per ribadire l’apprezzamento e la fiducia di Confindustria «nei confronti del lavoro che Procure e Tribunali stanno conducendo. Puntiamo l’indice, semmai, contro strumenti amministrativi obsoleti e giuridicamente discutibili, come quello dell’informativa prefettizia antimafia che privi spesso dei necessari riscontri, rischiano di paralizzare l’attività di numerose aziende».
Un intervento a tutto campo quello del presidente degli industriali reggini che, inevitabilmente, non poteva eludere i temi legati alla città, all’area dello Stretto, a Gioia Tauro, al settore turistico e ai trasporti.
«Sulle grandi incompiute come il Centro integrato di Mortara o il Palazzo di Giustizia, esigiamo estrema chiarezza. Non esiteremo a tutelare in sede civile gli interessi e i diritti delle aziende di questa provincia. Ci sono stati imprenditori che hanno scritto pagine importanti della storia di questa città, come il compianto presidente della nostra associazione, il commendatore Lillo Mauro, che non si sono mai voltati dall’altra parte davanti all’incalzare dei problemi collettivi».
Piena condivisione inoltre dell’appello rilanciato dal procuratore De Raho: «denunciare l’illegalità – ha affermato Cuzzocrea – è un nostro dovere. Anche per quanto riguarda la pubblica amministrazione. Il prezzo che paghiamo a causa della malaburocrazia è molto alto. Emblematica in tal senso la vicenda di Antonino De Masi a cui rivolgiamo ancora una volta un abbraccio».
Tornando all’analisi del contesto reggino il presidente di Confindustria ha affrontato il capitolo Gioia Tauro, sottolineando l’encomiabile attività svolta da Medcenter e dagli imprenditori terzisti che operano per conto del terminalista.
Di rivoluzione keynesiana ha parlato infine Cuzzocrea, «per ridare fiato all’imprenditoria reggina e all’intero mondo produttivo locale. Noi questa rivoluzione siamo disposti a farla purché essa si accompagni a un risveglio della nostra coscienza civile».
La presenza dello Stato nel mondo economico in generale e nella gestione delle imprese in particolare è un argomento delicato e impantanato in cavilli normative alcune volte anche contradditorie fra di loro. «Se prendiamo in esame l’articolo 41 della nostra Costituzione – ha spiegato D’Ascola – verifichiamo dati alla mano che le imprese trovano nello Stato non solo un alleato ma a volte anche un limite. Spostandoci dai cavilli giurisprudenziali è evidente la sfiducia da parte del mondo economico nei confronti della politica e delle istituzioni. La crisi che abbiamo vissuto e purtroppo stiamo ancora vivendo ha sottolineato l’inefficienza delle misure posto in essere che invece di arginare il problema hanno trasformato una crisi inizialmente finanziaria in una crisi economica profonda. Lo Stato deve capire in quale situazione deve essere presente in maniera preponderante e quando invece deve stare “dietro le quinte” ad osservare da un determinata distanza. In estrema sintesi la libertà di fare impresa deve riscontrare dei forti limiti solo quando è evidente l’illegalità dell’azione. Infine lo Stato deve attivarsi affinché il tessuto imprenditoriale sia omogeneo in tutto il territorio nazionale. E’ inaccettabile constatare ancora oggi il divario economico tra Nord e Sud. Uno stato democratico non può permettere il perdurare di tale situazione. Fra le azioni che noi politici calabresi abbiamo presentato al tavolo del governo ce n’è una che stiamo spingendo fortemente perché, a nostro avviso è foriera di crescita, ovvero la ZES (Zona Economica Speciale) capace di far arrivare nel bacino del porto di Gioia Tauro, grazie agli sgravi fiscali previsti, 15mila aziende straniere. Obbiettivo arduo ma importantissimo per il rilancio economico dell’intera Calabria. Risanare sì i conti economici ma senza dimenticare il benessere della popolazione».
Quando si parla dell’economia reggina occorre fare i conti con quelli che sono i freni che ancora ne impediscono un pieno decollo. «Il presidente Cuzzocrea – ha detto il procuratore De Raho – ha giustamente posto l’accento sull’impegno profuso dal mondo imprenditoriale locale a favore della legalità. Un impegno che non deve essere mai disgiunto dalla realtà in cui vive un’impresa. La nostra coscienza economica insieme a quella civica, devono convivere, sovrapponendosi, in un unico luogo. Gli ultimi ingenti sequestri di cocaina effettuati nel porto di Gioia Tauro, sono stati possibili in larga parte proprio grazie all’utilizzo di fonti confidenziali. Naturalmente non vanno sottaciuti i numerosi problemi che oggi è costretto ad affrontare, specie nel Mezzogiorno, il mondo dell’impresa. Su tutti – ha proseguito De Raho – il sistema bancario i cui meccanismi di controllo non riescono, come invece accade negli Usa, ad arginare il dilagare di numerose operazioni illegali. Il tutto a fronte delle mille difficoltà che un semplice cittadino incontra quando deve chiedere un mutuo. In tal senso l’ultimo capitolo della vicenda De Masi appare emblematico. La collaborazione del tessuto produttivo resta comunque un tassello basilare. Occorre guardarsi negli occhi, isolare quanti operano con la criminalità organizzata e se necessario, dare vita ad una grande denuncia collettiva poiché ciascuno è la forza dell’altro. Questa procedura peraltro, sarebbe nettamente più veloce della stessa raccolta di informazioni mediante intercettazioni ambientali. Questo miracolo tuttavia sarebbe possibile solo attraverso una vasta collaborazione fra tutte le componenti della società civile. Lo scioglimento del Comune di Reggio Calabria è un triste primato che merita una risposta immediata. Acanto alle denunce serve però, anche la bonifica di tanti altri settori della società civile. Sono ottimista per Reggio, in tanti credono davvero alla possibilità di un riscatto sociale».