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Compravendita minore, arrestato medico Asp Reggio

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PALMI – In data 26 gennaio 2017 è stata eseguita nei confronti di M.R.I, medico dipendente dell’Asp di Reggio Calabria, l’ordinanza di applicazione di misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Gip presso il Tribunale, dott. Carlo Indellicati, su richiesta avanzata dal Pm titolare del procedimento, Anna Pensabene. La professionista risulta indagata unitamente al coniuge di nazionalità bulgara Z.Z.N, allo stato irreperibile.

Le indagini, delegate alla sezione di Polizia Giudiziaria, hanno avuto inizio nel febbraio del 2017, a seguito di una segnalazione pervenuta alla responsabile della citata sezione, con cui veniva messa a conoscenza del fatto che insieme all’indagata, M.R.I., viveva una bambina, minore di età, alla quale veniva impedito di uscire di casa e che era costretta a vivere in un ambiente malsano. Compiuti gli accertamenti preliminari, al fine di individuare i componenti del nucleo familiare e verificare la presenza di minori nell’abitazione di residenza dei coniugi, il 27 gennaio 2017 la Polizia si è recata sul posto dove aveva modo di constatare la veridicità delle informazioni pervenute dalla fonte e, soprattutto, che la bambina con loro convivente, T.M.Z.Z., era in condizioni igieniche precarie, con indosso abiti logori e sporchi, non della sua taglia, e i capelli annodati che denotavano la totale assenza di igiene personale.

La minore era priva di espressioni verbali, deambulava con difficoltà, e portava ancora il pannolino malgrado fosse prossima a compiere quattro anni. La dottoressa, che all’arrivo degli operatori di Polizia aveva dapprima negato la presenza in casa di una bambina, ha poi ammesso che si trattava della figlia naturale del marito, al momento assente in quanto rientrato in patria per motivi familiari. Alla luce di quanto è successo è stato indispensabile richiedere l’intervento dei servizi sociali di Palmi dopo aver avvisato il Pm di turno presso la Procura per i minorenni di Reggio Calabria. La Procura dei minori ha disposto il temporaneo affidamento ai servizi sociali con collocazione della bambina presso una struttura protetta. La minore, nelle more, è stata sottoposta a visita medica specialistica presso il reparto di pediatria dell’ospedale civile di Polistena. La successiva attività investigativa ha consentito di accertare, inoltre, che vi era richiesta di adozione da parte dell’indagata presso il Tribunale dei minorenni di Reggio Calabria poi revocata in seguito al diniego del cittadino bulgaro di sottoporsi ad accertamenti genetici disposti dal Tribunale per verificarne l’effettiva paternità.

Tale test è stato successivamente effettuato mediante prelievo di materiale organico dell’uomo effettuato in collaborazione con il personale del locale commissariato di P.S. e comparato, a cura del Simef di Reggio Calabria, con quello della minore, risultando che i due profili genotipici erano incompatibili. Pertanto le dichiarazioni rese dall’uomo all’ufficio anagrafe del Comune di Palmi, e negli atti allegati alla richiesta di adozione, si sono rivelate false. A corollario delle indagini sono state ascoltate persone a conoscenza dei fatti nonché sono state interessate l’ambasciata bulgara in Italia e l’ambasciata italiana in Bulgaria per acquisire documentazione di valenza probatoria presso il luogo di nascita della minore. I conseguenti accertamenti bancari, estesi anche ad istituti esteri, riguardanti le movimentazioni di denaro di entrambi i coniugi, all’esito hanno fornito ulteriore elemento indiziario circa l’avvenuta compravendita della bambina.