«Le ultime vicende legate alle sanità regionale dimostrano che il presidente Oliverio non conta nulla, né all’interno del governo “amico” né nel suo stesso partito, quel Pd che continua a negargli la guida del settore preferendogli un tecnico la cui opera, tra l’altro, ha determinato un abbassamento dei livelli essenziali di assistenza e peggiorato la situazione dei conti. Il guaio è che a fare le spese dell’irrilevanza politica del governatore è la Calabria nel suo complesso». È quanto dichiara la deputata del M5S Federica Dieni.
«Per più di un mese – prosegue la parlamentare –, Oliverio ha promesso che si sarebbe incatenato davanti a Palazzo Chigi per protestare contro le scelte del governo. Quando però ha capito che in questa battaglia non avrebbe trovato nessuno al suo fianco, a parte qualche consigliere regionale che deve la sua fortuna politica proprio al governatore, ha aggiustato il tiro nel tentativo di evitare una sonora figuraccia. Così ha “costretto” i sindaci – la parte debole del sistema, sempre alle prese con la necessità di far quadrare i conti, anche e soprattutto con le sovvenzioni della Regione – a firmare un documento che non vale nulla e che non ha cambiato di una virgola lo stato dell’arte: la sanità resta commissariata e resta in mano a Massimo Scura».
«Verrebbe da dire – aggiunge Dieni – che Oliverio è tutto “chiacchiere e distintivo”, dal momento che non ha avuto nemmeno il coraggio di portare fino in fondo una protesta che avrebbe quanto meno contribuito a rappresentare in modo evidente lo stato drammatico in cui versa la sanità calabrese. Siamo convinti che affidare il commissariamento al governatore non sarebbe una soluzione, anzi; ma siamo anche del parere che chi ha ricevuto una investitura popolare abbia il dovere di combattere senza risparmio per ciò che ritiene giusto».
«Il governatore – conclude la parlamentare 5 stelle – ha invece dimostrato, ancora una volta, di essere solo un campione di pantomime e di non essere in grado di influenzare in alcun modo le decisioni di quello che è il suo governo. Il suo, in definitiva, è stato il ruggito di un coniglio».