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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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Cittanova, FdI, “Ammujna, confusione e ambiguità” primi nemici della trasparenza, della legalità e della democrazia Lungi da riferimenti personali, è notoriamente noto ai più e in particolar modo agli addetti ai lavori, che le ipotesi disciplinate dalla legge in astratto, che prevedono il caso d’incompatibilità del Consigliere comunale per i motivi specificamente previsti, comportano un “vulnus politico” nella formazione degli atti che il Consiglio va ad approvare. Un conto, infatti, è la libera determinazione di chi partecipa alle decisioni, sia esso di maggioranza ovvero di opposizione, altro è il trovarsi in una situazione, seppure incresciosa, che vede un componente del Consiglio potenziale “ostaggio” nei casi che la legge indica con puntualità

Cittanova, FdI,  “Ammujna, confusione e ambiguità” primi nemici della trasparenza, della legalità e della democrazia Lungi da riferimenti personali, è notoriamente noto ai più e in particolar modo agli addetti ai lavori, che le ipotesi disciplinate dalla legge in astratto, che prevedono il caso d’incompatibilità del Consigliere comunale per i motivi specificamente previsti, comportano un “vulnus politico” nella formazione degli atti che il Consiglio va ad approvare. Un conto, infatti, è la libera determinazione di chi partecipa alle decisioni, sia esso di maggioranza ovvero di opposizione, altro è il trovarsi in una situazione, seppure incresciosa, che vede un componente del Consiglio potenziale “ostaggio” nei casi che la legge indica con puntualità

Il Circolo F.D.I. di Cittanova di recente ha inteso sollevare un problema che ritiene sia stato in passato ed anche oggi, foriero di mal funzionamento “democratico” di un organo istituzionale, qual è il Consiglio Comunale, non fosse altro per la mancanza di libertà e serenità di determinazione da parte di chi si trova in una delle condizioni previste dalla legge (conflitto d’interessi), che implicitamente mina le fondamenta della democrazia, nei vari momenti in cui essa si esplica:
Le deliberazioni del Consiglio comunale.
Lungi da riferimenti personali, è notoriamente noto ai più e in particolar modo agli addetti ai lavori, che le ipotesi disciplinate dalla legge in astratto, che prevedono il caso d’incompatibilità del Consigliere comunale per i motivi specificamente previsti, comportano un “vulnus politico” nella formazione degli atti che il Consiglio va ad approvare.
Un conto, infatti, è la libera determinazione di chi partecipa alle decisioni, sia esso di maggioranza ovvero di opposizione, altro è il trovarsi in una situazione, seppure incresciosa, che vede un componente del Consiglio potenziale “ostaggio” nei casi che la legge indica con puntualità.
Nel secondo caso è di tutta evidenza che chi si trova in tali condizioni non è imparziale nel rappresentare gli interessi generali dei cittadini amministrati.
F.D.I., pure non avendo rappresentanti nel Consiglio comunale, ha inteso, quindi, sollevare un problema nell’interesse della comunità cittadina affinchè non abbiano a ripetersi incresciose situazioni, probabilmente già verificatesi in passato, in cui il Consigliere comunale che si trovava in situazioni d’incompatibilità, non svolgesse con serenità e imparzialità, al di fuori d’interessi personali, il proprio ruolo secondo il mandato conferitogli dagli elettori.
Riteniamo che
la legalità vada praticata e non solo enunciata (o peggio predicata).
Proprio partendo dalla formazione delle decisioni è necessario che via sia la piena trasparenza e regolarità del processo deliberativo dell’ente di cui si fa parte, partendo dalla regolare composizione del consesso di fronte alla legge.
Amministrare non è un “volemose tutti bene”, come sovente accade, facendo addirittura passare per banalità la questione o peggio ancora ergersi a difensori della “democrazia” che, secondo alcuni commenti, sarebbe menomata se il Consiglio o l’Ente locale in genere, dovesse procede nel rimuovere la situazione d’incompatibilità del Consigliere perché in conflitto d’interessi.
In passato, riteniamo, che probabilmente ci siano stati dei casi di conflitto d’interessi, attivi o passivi che fossero, rimasti in sordina purtroppo per mentalità e/o ambiguità, di chi era alla guida del Comune, situazioni sui cui oggi non sta a noi certamente fare chiarezza.
Riteniamo che se in passato la questione sia rimasta tale, oggi il Consiglio non debba rimanere inerte e/o tacere e l’Amministrazione, da parte sua, tramite l’apparato amministrativo debba verificare l’esistenza di eventuali altri casi.
Né è pensabile che la casistica omissiva del passato sia invocabile oggi quale precedente, non potendo certo fare “giurisprudenza”, come magari qualcuno ritiene o vorrebbe fare intendere, né riteniamo sia corretto sproloquiare di democrazia e di legalità buttandola in “ammujna”, in modo tale da non fare intendere ai cittadini l’esatta portata del problema.
La nostra presa di posizione sul problema non era e non è diretta sul singolo nominativo (poco importa), ma va letta nella direzione corretta che abbiamo voluto porre all’attenzione degli addetti ai lavori e dei cittanovesi. Il rispetto del principio di legalità nella formazione del Consiglio che passa certamente attraverso il rispetto della legge che ne disciplina la formazione e i casi, nello specifico, d’incompatibilità, ritenendo irricevibili le considerazioni di “alta politica” da parte di una componente politica dell’attuale maggioranza.
Su detta questione forse volutamente da parte di taluni si è voluto generare confusione e ci chiediamo se la medesima non sia, come dice una nota canzone “se sei figlia della solita illusione”.
Per questo non accettiamo che:
1) la sinistra per molti anni al governo del Comune, abbia a ergersi a paladina di legalità quanto piuttosto essendo formata da “esperti navigati” che sanno bene come procedere senza fare sconti a nessuno, lo facciano sul serio e nei riguardi di tutti, non soltanto verso chi è a loro inviso. Anche riguardo a eventuali consiglieri appartenenti al loro schieramento, quindi. Il passato insegna. Negli ultimi 28 anni (dal 1993) ha amministrato il Comune per ben 21 anni e 8 mesi, senza probabilmente osservare le norme in vigore in materia, sia prima che dopo del 2000, anno in cui è entrato in vigore il TUEL, che disciplina in modo più dettagliato i casi di incompatibilità, che riteniamo ci siano stati (e loro lo sanno).
2) taluni “pseudo” politici non intendano volutamente accettare che tale questione debba essere trattata sia sul piano giuridico sia sul piano politico (Le regole vanno rispettate aldilà dei desiderata personali).
Nel primo caso, auguriamo che il tutto possa risolversi per come auspicato dall’interessato, essendo certamente un suo diritto personale, ma sul piano del rispetto della norma di cui all’art 63 del TUEL e politico, sollecitiamo l’amministrazione affinchè agisca con solerzia al fine di sollevare tutte le probabili incompatibilità senza alcuna esclusione, se presenti all’interno del Consiglio comunale:
Il rispetto della democrazia passa prima di tutto dal rispetto della legge
3) tale confusione possa generare in taluni “calamari comuni e ondivaghi” (fossero almeno ripieni), che si arrogano di disquisire ovvero di elargire consigli al solo fine personale, per ambire ad abbandonare le profondità delle acque, peraltro sporche, dove sono relegati per salire in superficie alla ricerca spasmodica di “ossigeno e visibilità”.
A costoro suggeriamo il dialogo e il confronto, se ne hanno le capacità, altrimenti tacciano, svestendosi del ruolo di “consigliori”, vuoti di contenuti e competenze, che rappresenta il loro modus operandi, altrimenti sorgerebbe un dubbio legittimo: “Siete uomini o caporali o meglio ancora calamari”.
Il nostro intervento politico ci sarà sempre come c’è sempre stato, anche davanti ad azioni subdole tese a interdire la nostra iniziativa sempre improntata a rivendicare il rispetto della legalità.