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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 08 MAGGIO 2024

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Cannatà mette faccia e petto: “Noi la primavera” Elezioni comunali Cittanova: partita anche la “bicicletta” della civica di centrodestra

Cannatà mette faccia e petto: “Noi la primavera” Elezioni comunali Cittanova: partita anche la “bicicletta” della civica di centrodestra
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di Agostino Pantano

È finalmente partita anche la “bicicletta” della civica di centrodestra, sia detto senza offesa – perché così nel gergo della prima Repubblica si chiamavano le liste che mettevano assieme anche nella grafica del simbolo due gruppi – e la presentazione di quella che Alessandro Cannatà ha definito “squadra composita” completa il primo giro di questa gara a tre. Questa volta, a differenza del varo di VivaCittanovaViva di Domenico Antico, le sedie della piccola biblioteca sono bastate anche per i candidati: anche se 2 dei 16 aspiranti consiglieri erano assenti e il leader dello schieramento ha portato il loro saluto, che sembra arrivare anche da fuori regione. E questa volta, a differenza del battesimo di Cittanova Cambia di Francesco Cosentino, l’effetto entusiasmo non è rimbombato in piazza perché la minaccia di pioggia ha consigliato scenari diciamo più sicuri.

Sala inondata da un doppio opuscolo con il programma, diretta facebook superefficiente, e però tradizionali microfoni per lunghi tratti tarati per produrre un fastidioso eco, che comunque – sia consentita la metafora narrativa senza scatenare l’insolenza del popolo dei social – ben si attaglia, per il suo effetto “parla uno ma sembrano due”, ad una coalizione composta da più anime riunite all’ultimo momento in un mix di vecchio e nuovo di cui a breve si dirà. “Per Cittanova 4.0” e “Cannatà sindaco”, le due ruote politiche della coalizione, ripuntano sul sindaco sconfitto 5 anni fa apparso come quei gladiatori attenti a spargere il sangue giusto, incontestato al punto da riconoscere i recenti meriti anche “dell’amico Domenico Fonti” che, per ironia del caso e pentito senza ancora dire come, si è andato a scegliere una seggiola accanto a quelle di tre ex assessori a cui nei due mandati di Cannatà aveva dichiarato guerra di comizio in comizio. “Siamo insieme per battere un’amministrazione fallimentare e senza aver fatto accordi sotto banco”, così Cannatà ha liquidato l’argomento locale del centrodestra riunito dietro al suo nome sebbene non tutti, visibilmente, fossero d’accordo tanto da avere in Mimmo Bovalino l’antagonista pronto, il giovane erede di un cambio generazionale agognato, durato solo un paio di numeri di giornale e nemmeno tanti like su facebook.

Nessuna chirurgia plastica, però, e questo è il gran merito di chiarezza del medico che è stato vicepresidente della Provincia, di questo ex democristiano ancora combattivo che ha esposto “petto e faccia” davanti ad una platea fatta più di capelli bianchi per la saggezza di mille stagioni politiche traguardate che di ricci scompigliati in cerca di quella “primavera” promessa dal leader in coda al suo discorso. Cannatà non ha mai pronunciato le parole destra, sinistra o centro; quando ha fatto citazioni ha squadernato nel campo avverso, rievocando il sindacalista Di Vittorio e un cantante americano forse della beat generation; infine, e per ora questo è il sale del limite politico-elettorale di una coalizione di ex avversari, ha esordito dicendo “non vogliamo parlare del passato”, salvo poi richiamarlo spesso – il tempo andato – usando troppo quel “noi” in riferimento alle cose fatte dalle sue due vecchie amministrazioni che molti suoi odierni alleati avevano mal digerito.

Che combaci l’immagine dell’ex sindaco sconfitto dal centrosinistra 5 anni fa e dell’ex sindaco che ci ritenta contro chi l’ha battuto, non c’è nulla di male – saranno le urne a dire se la scelta di accarezzare la rivincita piena è stata azzeccata – ma quel che conterebbe, ora, è misurare quanto rischio ci sia che il discorso letto dal giovane architetto Antonino Cosma sulla “smart city”, o quello esposto da Rossana Zito sulla necessità di un Garante comunale per i minori, oppure la confessione resa da Mario Bruzzì che viene da una “famiglia che sta dall’altra parte politica”, non vadano a sbattere in un ipotetico futuro contro quelle logiche politiche e personali che in passato hanno portato alla frantumazione, a volte prima dei suoi giorni, del centrodestra di governo. E su questo punto politico-metodologico nevralgico Cannatà, nel suo discorso del “petto” per gli avversari e della “faccia” per i cittadini, è stato un abile scattista evitando di scalare un centrosinistra che, dopo aver amministrato, appare una roccia.

Ha attaccato a testa bassa e senza nominarlo il sindaco Cosentino – nella parte dell’intervento dedicata a quelle che ha definito “le nostre risposte” -, sfiorando il consigliere Francesco D’Agostino per i suoi vecchi mandati alla Provincia, e senza mai criticare alcunché della terza lista che candida Antico e vorrebbe approfittare del quadro che sembra immutato. Strategia “militare” dipanata, tra motti pronunciati in dialetto e filosofie amministrative tradotte dall’inglese, a metà tra “l’uno contro tutti” che difende il suo passato e cerca il futuro di nuovo grazie agli altri, e il parafulmine di un’epoca giudicata sconfitta dagli elettori e che non si rassegna.

“Il problema più grande di Cittanova – ha detto Cannatà – è l’isolamento istituzionale in cui è stata cacciata da questa amministrazione che ha fatto promesse da marinaio: non facciamo parte di consorzi intercomunali, non contiamo nel Parco e nella Città metropolitana”. Nella narrazione del candidato a sindaco, quella filiera del potere di centrosinistra che Cosentino rivendica a proprio sostegno e merito, è diventata bersaglio per denunciare che “ci sono voluti 13 anni per iniziare la rotatoria del quadrivio Bombino e ancora aspettiamo l’illuminazione sulla Sp1”, solleticando con ciò l’ex consigliere provinciale D’Agostino.

Sassolini politici, dunque, prima di agitare la mannaia su bilancio e Psc con spiegazioni e promesse che, certamente, infittiscono la trama amministrativa della campagna elettorale. “Non è vero che abbiamo lasciato le casse vuote – ha attaccato il candidato – visto che si sono potuti aumentare le indennità. È vero, la nostra bozza di Piano strutturale aveva difficoltà, perché comprendeva un territorio fino ad Anoia, ma loro dopo l’uscita non hanno fatto nulla e oggi siamo a rischio commissariamento”. Cannatà ha garantito di poter abbassare i tributi per commercianti e possessori di fondi industriali, in un crescendo di rinfacci, agitazioni, ping pong dialettici che dai manifesti di questi 5 anni in cui è stato all’opposizione, ora si trasferiscono sui palchi: vince chi avrà più voti, non necessariamente chi ha la “smart city” più seducente.