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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 19 MAGGIO 2024

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Cinquefrondi, Galimi (Pd), “Documento sulla grave questione del Porto di Gioia Tauro” Si mette in crisi il porto più grande di Europa del settore (lavorano 1600 dipendenti e circa 4 mila si contano come indotto)e si da, quasi, la licenza di continuare ad inquinare

Cinquefrondi, Galimi (Pd), “Documento sulla grave questione del Porto di Gioia Tauro” Si mette in crisi il porto più grande di Europa del settore (lavorano 1600 dipendenti e circa 4 mila si contano come indotto)e si da, quasi, la licenza di continuare ad inquinare

Documento proposto da Michele GALIMI ed approvato all’unanimità dall’assemblea degli iscritti al PD di Cinquefrondi Sulla grave situazione che si sta creando al porto di Gioia Tauro, invece di proposte concrete per superare il problema,si assiste ad alcune speculazioni stupide, solo per fini elettorali.
Far pagare chi inquina e ‘un provvedimento giusto,ma quando gli armatori per evitare questa tassa lasciano il porto della piana,per approdare a quelli africani o egiziani,al danno si aggiunge la beffa.
Si mette in crisi il porto più grande di Europa del settore (lavorano 1600 dipendenti e circa 4 mila si contano come indotto)e si da, quasi, la licenza di continuare ad inquinare.
Su questa premessa il PD promuova una forte mobilitazione che miri a salvaguardare Gioia Tauro ed accompagnare la transazione ecologica senza profitto per i furbi e penalizzazione per la salute e per lavoratori
Intanto va chiesta subito una moratoria in attesa di soluzioni valide
Va ribadito che le battaglie per un ambiente sano debbono avere una logica di coerenza,non impregnate di populismo e biecero interesse elettorale.
I costi necessari per la transizione ecologica non possono gravare sulle spalle dei lavoratori e delle loro famiglie.
La immediata moratoria sull’efficacia della direttiva europea,serve per evitare tutto questo e le ricadute negative che potrebbero interessare il porto di Gioia Tauro già dal prossimo 1 gennaio