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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Cinquefrondi, Festa del lavoro Cgil: gli interventi dal palco Le testimonianze dell'imprenditore Nino De Masi, del giornalista Michele Albanese e di don Pino Demasi, a corollario degli interventi del segretario pianigiano Nino Costantino, del segretario regionale Angelo Sposato e del sindaco di Cinquefrondi Michele Conia

Cinquefrondi, Festa del lavoro Cgil: gli interventi dal palco Le testimonianze dell'imprenditore Nino De Masi, del giornalista Michele Albanese e di don Pino Demasi, a corollario degli interventi del segretario pianigiano Nino Costantino, del segretario regionale Angelo Sposato e del sindaco di Cinquefrondi Michele Conia
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di Giuseppe Campisi

CINQUEFRONDI – Lavoro, sviluppo ma soprattutto legalità sono stati i temi ricorrenti
nell’incontro-dibattito per la seconda edizione della “Festa del Lavoro”
organizzata dalla CGIL e tenutasi a Cinquefrondi nel corso della quale è
intervenuta Susanna Camusso, segretario generale della stessa
organizzazione sindacale. Ha aperto gli interventi, coordinati dalla
segretaria provinciale FLC CGIL Elisabetta Gambello, Nino Costantino,
segretario generale CGIL della Piana di Gioia Tauro che ha auspicato un
agire collettivo per debellare i mali atavici della Calabria attraverso
“una reazione civica per sconfiggere la mafia e creare modernizzazione”
indicando proprio nella Piana di Gioia e nel suo porto “che ha solo il
trashipment ma non il retroporto” una questione nazionale che deve
essere preminente nell’agenda del Governo. “Che senso ha – si è
domandato il sindaco della città, Michele Conia nelle sue considerazioni
– avere 20 euro in più in busta paga se poi il cittadino deve pagarsi il
resto dei servizi?” spiegando chiaramente la grande difficoltà in cui
versano i comuni per via dei tagli e della spending review, puntando il
dito contro l’attacco costante ai diritti dei cittadini e insistendo nel
chiedere a gran voce quale sia l’idea di sviluppo per la Calabria. Un
filo conduttore quello dei diritti e della legalità ripreso anche
dall’imprenditore rizziconese Nino De Masi, che ha rivendicato “in un
complesso territoriale difficile come questo” la centralità della lotta
alla criminalità organizzata e serie politiche per il sud. “Abbiamo
sbagliato tutto – ha proseguito De Masi – anche come cittadini a votare
persone sbagliate” invitando a non essere popolo silente ed a non
svendere la propria dignità nei confronti dei mafiosi . “Qui – ha detto
poi rivolgendosi alla Camusso – la gente ci sta mettendo la faccia e a
volte anche la vita per cambiare” indicando anche nei magistrati “uomini
che stanno facendo la storia di questo paese”. Particolarmente incisivo
il contributo di don Pino Demasi, referente di Libera per la piana di
Gioia Tauro. “Non bisogna prostituirsi di fronte al potente di turno,
sia esso mafioso o politico” ha chiarito il presule indicando nei
calabresi la vera chiave di volta per il riscatto per la Calabria per
“dischiudere cammini di speranza” spiegando che “il lavoro che manca è
solo una faccia della medaglia in quanto ne manca anche la dignità”. Per
quanto riguarda la ndrangheta che dà lavoro don Demasi ha riferito
trattarsi “di un lavoro che rende ancora più subalterni” spingendo i
giovani “ad avere la schiena dritta di fronte al lavoro ed al potente di
turno ed a vivere in questa terra per cambiarla” rifuggendo il male del
lavoro nero altro male su cui ha invitato il sindacato ad agire. Il neo
segretario regionale della CGIL, Angelo Sposato ha parlato del sindacato
come protagonista di una nuova stagione che intende mobilitarsi per
sollecitare il Governo a verificare i veri bisogni del sud. “C’è la
necessità – ha chiarito Sposato – di costruire un nuovo modello sociale.
L’unico scudo è il lavoro e noi abbiamo posto seriamente al centro i
temi della legalità e sicurezza perché ci sono territori che devono
essere liberati dalla ndrangheta”. Il giornalista e responsabile del
settore legalità della Federazione Nazionale della Stampa, Michele
Albanese, con un filo di evidente amarezza, ha voluto ringraziare per la
vicinanza “la gente onesta di Cinquefrondi” e la CGIL della Piana con i
suoi dirigenti “che in questa lotta impari contro un nemico liquido ed
invisibile, resistono” soffermandosi poi sulle recenti inchieste della
DDA reggina che hanno svelato l’esistenza dei “riservati” motivando
l’emigrazione come figlia di una situazione di commistione tra malaffare
e politica, rilevando come “il campo di battaglia è questa terra”.
Quindi, mutuando don Ciotti ha chiosato: “Questa società ha bisogno di
recuperare il senso del noi” facendo leva sull’esperienza di “fare rete
come unica possibilità per cambiare questa terra”.