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TAURIANOVA (RC), VENERDì 29 MARZO 2024

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Chiedete e vi sarà dato… esattamente come chiesto! Il nostro coach ci spiega la Legge dell'attrazione partendo dalla parabola dell'uva

Chiedete e vi sarà dato… esattamente come chiesto! Il nostro coach ci spiega la Legge dell'attrazione partendo dalla parabola dell'uva
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Strano come titolo lo so, ma… da qualche parte devo pur cominciare per potermi incanalare in questo nuovo argomento. Come molti dei lettori sapranno, io scrivo sempre di argomenti che il periodo o meglio le persone che vi incontro, mi suggeriscono. Il bello è che lo fanno involontariamente, magari mentre mi raccontano qualche esperienza personale o mi fanno vivere qualche situazione un po più particolare, che mi ispira nella scelta dei temi. In più casi, le esperienze che ho vissuto negli ultimi tempi, hanno fatto riaffiorare nella mia mente alcuni ricordi dell’infanzia e sono ritornato a quando mio padre raccontava a me e mia sorella, quelle barzellette “antiche”che si tramandavano da chissà quante generazioni. All’epoca, con questi racconti riusciva a farci ridere davvero tanto, ma sapeva che la saggezza e i principi, molte volte anche esoterici, che racchiudevano in essi, sarebbero maturati e venuti fuori nel momento giusto. La bellezza delle metafore e delle parabole è sempre stata questa. Mi rendo conto di averli assimilati piano piano e spesso dopo averne fatto l’esperienza diretta. Infatti ogni volta che mi capita qualcosa di particolare, che mi riporta a trovare le analogie in tutti quegli episodi narrati, in quelle favolette, in quelle barzellette e ne scopro il vero messaggio, dico fra me e me: “ecco cosa voleva dire quel…”. D’altronde si sa che per tramandare “il sapere” anche a chi non era in grado di leggere e scrivere, i Maestri delle generazioni passate, hanno usato sempre le immagini, quindi quadri, affreschi, e altre opere che riprendevano le scene che volevano tramandare ai posteri oppure fiabe, racconti, canzoncine e filastrocche, spesso in chiave ironica e divertente, perché le tecniche di mnemonica che ancora si insegnano e si usano, non sono state inventate dagli scienziati attuali, ma si conoscono e si tramandano da millenni, quindi è risaputo che una situazione divertente forse anche banale, ma che in ogni caso crea un’emozione, viene immagazzinata e ricordata dalla mente, più a lungo che di altre informazioni magari tecniche, schematiche e che non ne suscitano nessuna. Quindi, una volta assimilate nella maniera giusta, cessano di essere dei semplici disegni o filastrocche e “consegnano il loro messaggio”, rilasciando la grande illuminazione che portano con se. Ovviamente per molti rimarranno solo dei bei quadri o degli aneddoti divertenti ma non importa. E’ fondamentale preservarli e tramandarli in ogni caso, qualcuno ne coglierà l’essenza prima o poi e la divulgherà.
Io personalmente nutro una grande stima per tutti quegli “appassionati” che tramandano con ogni mezzo la cultura dei luoghi nel tempo. Li reputo figure fondamentali per l’umanità e la sua continuità!

La storiella di cui voglio scrivere adesso, è una delle tante che mio padre mi raccontò più volte.
Menziono spesso mio padre e i suoi semplici insegnamenti, sia nelle mie pubblicazioni che nei seminari che tengo, perchè lo reputo uno dei miei principali Maestri. Lui è cresciuto in un ambiente genuino e ispirato dai racconti narrati dalle persone dell’epoca e dai libri che il nonno portò dall’America nei primi del novecento, letti e riletti chissà quante volte; che raccontavano di cavalieri e di draghi; di imperi, d’imperatori e di eserciti invincibili; di dame da salvare, di deboli da proteggere, di figure magiche che popolavano la terra; di profeti e messia che andavano in giro per il mondo a portare il Messaggio Divino.
Per questa volta io racconterò appunto del messia per eccellenza (per quanto mi riguarda), Gesù, in uno spaccato di vita quotidiana vissuto all’epoca della sua breve vita da comune mortale, insieme ai suoi Apostoli. In questo come negli altri episodi, un ruolo particolare lo occupava l’Apostolo Pietro, personaggio chiave appunto, che nei racconti viene descritto come un tipo piuttosto maldestro, sbadato, malizioso e furbetto ed egoista allo stesso tempo, cosa che lo faceva prendere di mira da Gesù e anche dai compagni. In poche parole, rappresenta l’essere umano medio limitato, che ancora è solo all’inizio del suo percorso di crescita personale e deve obbligatoriamente redimersi dai suoi comportamenti se vuole raggiungere “l’Illuminazione”.
Il messaggio principale che lascia l’Apostolo stavolta è: la troppa furbizia nel lungo termine non ripaga! Ma anche altri che non sono assolutamente da sottovalutare.

Questa storia iniziava più o meno così:
– Ai tempi di quando Gesù “camminava” in giro per il Mondo con i suoi Apostoli, in una bellissima giornata di settembre, si trovarono a percorrere una strada che attraversava una meravigliosa vigna che non si riusciva a stabilirne il confine per quanto fosse vasta. Non c’erano ne recinti e tanto meno guardiani. L’uva era matura al punto giusto, l’annata abbondante e da li a breve, i contadini avrebbero vendemmiato e prodotto dell’ottimo vino. Il profumo oltre la vista era invitante. Quell’uva doveva essere davvero squisita pensavano gli Apostoli che, per quanto “Santi” ,un certo languorino lo avvertivano. Sapevano però che non gli apparteneva, che non avevano neanche lavorato in quella vigna per aiutare i contadini e che quindi non gli era dato toccarla. Per questo si accontentavano del profumo che si librava spontaneamente nell’aria e della vista incantevole di quei grappoli maturi. Qui, l’unico, come al solito, che si fece avanti, senza che i compagni se ne stupissero, fu il solito Pietro, che rimase un po’ più indietro di tutti, ad ammirare quell’uva quasi a volerla mangiare tutta con gli occhi e non solo quelli.
A un certo punto chiese a Gesù: – Maestro?
-E lui: dimmi Pietro! Senza neanche voltarsi per guardarlo in faccia…
-Maestro lo so che quest’uva non è nostra e non abbiamo neanche aiutato i contadini nel lavoro ma…commetto un peccato se l’assaggio? Voglio dire…potrei prenderne un solo chicco per sentirne anche il sapore oltre al profumo?
– Vuoi un chicco Pietro?
– Si Maestro! Posso prenderlo?
– Certo! Rispose il Maestro continuando a camminare davanti a tutto il gruppo.

Un leggero brusio tra i compagni che per quanto ci avevano fatto l’abitudine alla sfacciataggine di Pietro non riuscirono ad esimersi dal criticare. Infondo erano ancora dei semplici esseri umani anche loro, quindi….. Ma continuiamo il racconto!

Pietro, una volta avuto il permesso da Gesù, allungò le mani su di un tralcio e invece di un chicco, prese per se un bel grappolo. Pensò:
– Tanto…una volta che mi ha dato il suo permesso che cosa cambia? C’è tanta di quell’uva qui….
Il Maestro, in quanto tale, sapeva con chi aveva a che fare. Lui conosceva le intenzioni di chiunque ancora prima che sorgessero nelle loro menti. Pietro sempre ultimo rispetto ad Egli e a tutti gli altri, convinto di essere stato più furbo degli altri, ma consapevole di aver tenuto un atteggiamento scorretto nei confronti del suo Maestro e dei suoi compagni, di nascosto, incominciò a mettere in bocca i primi acini. Proprio nell’istante in cui quei chicchi gli entrarono in bocca, prima di finire sotto i denti, il Maestro chiamò di scatto:
– Pietro? E Pietro per poter rispondere al suo Maestro con il dovuto rispetto, sputò velocemente i chicchi ancora interi e:
– Eccomi Maestro, cosa vuoi? Ed Egli:
– Nulla Pietro, nulla!
Passò qualche attimo e Pietro rimise le mani nella sua sacca e prese degli altri acini con l’intento di mangiarli. Nel preciso momento in cui li mise in bocca e prima di masticarli si sentii chiamare di nuovo:
– Pietro? Come prima si liberò velocemente la bocca per rispondere e:
– Eccomi Maestro, cosa vuoi? Ed Egli:
– Nulla Pietro caro, nulla!
Andò avanti questa storia per un bel po’ alternandosi tra chiamate e risposte, che il povero Pietro non riuscì ad assaporare un solo chicco di quell’uva, fino a quando nel tascapane gli rimase solo il raspo con l’ultimo acino attaccato. In quel momento, il Maestro imperterrito, senza che lo avesse degnato di un solo sguardo per tutto il tragitto gli disse:
– Ecco Pietro, adesso finalmente puoi mangiare l’unico chicco d’uva che mi avevi chiesto. L’unico a cui io avevo acconsentito!

A quel punto, sia Pietro che tutti i suoi compagni rimasero atterriti per la grande, l’ennesima, lezione che il loro Maestro aveva dato loro:
– Chiedete e vi sarà dato Disse! Ma fate in modo che le vostre richieste siano ben scandite e dettagliate. Chiare.
– State attenti a ciò che chiedete e a come lo chiedete, perché io quello vi darò!
– Non ho nulla in contrario ad esaudire i vostri desideri se questi faranno il bene vostro e dei vostri fratelli. E gli Apostoli, compreso Pietro capirono!

Vi è piaciuta la storiella?
A me molto! Questa come tante altre, mi hanno accompagnato nel mio percorso di vita e chissà per quanto tempo continueranno a ripresentarsi e a riproporsi. In poche parole, io già conoscevo una delle più affascinati Leggi Universali che ero un bambino: la Legge dell’Attrazione, che prevede che ogni pensiero immesso nell’etere si materializzi esattamente così come espresso! Per chi non conosce tale Legge e anche le altre, mi propongo di parlarne in maniera più dettagliata prossimamente.
In ogni caso, vi esorto a fare prima di tutto chiarezza nella vostra mente e stabilire cosa volete ottenere esattamente da quella grande “vigna” che è la metafora dell’Abbondanza e della Provvidenza Divina. Esprimete il vostro pensiero nell’etere, a “Colui che tutto può” in maniera dettagliata, senza tralasciare alcun particolare; ricordatevi sempre che l’Universo apprezza la chiarezza e la velocità e che non ha nulla in contrario a realizzare i vostri desideri, ammesso che siano i vostri. Mi spiego meglio…Molti dei nostri desideri non si avverano solo perché fondamentalmente non sono “nostri” ma magari stiamo emulando qualcuno. L’Universo apprezza molto anche l’autenticità!
Siate quindi autentici e sinceri! Se volete un “grappolo”, chiedete un grappolo e non un solo chicco, in modo tale che Chi elargisce ogni tipo di Risorsa, dopo aver stabilito che quel grappolo fa al caso vostro e vi farà del bene, non avrà nulla in contrario ad assecondare totalmente la vostra richiesta.

Dopodichè se avete approfittato della situazione e invece del chicco avete sottratto l’intero grappolo, non cercate di mangiarlo di nascosto, Vi farà sputare fino all’ultimo chicco, credetemi. Sono sicuro che se Pietro, il protagonista della nostra metafora, avesse condiviso quell’uva con i compagni, il suo Maestro lo avrebbe apprezzato, ammirato e anche premiato.
C’è abbondanza di ogni cosa nell’universo, non porre limiti alla Provvidenza.
Chiedi, tenendo conto di tutti questi principi, e ti sarà dato esattamente come hai chiesto.
E’ l’Universo che lo dice!

Vi ringrazio

Althea
Comunicazioni & Pubbliche Relazioni
Domenico Versace