Domenico Aquino rettifica la dichiarazione in conferenza stampa del Pm Nicola Gratteri
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Domenico Aquino rettifica la dichiarazione in conferenza stampa del Pm Nicola Gratteri
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Io SOTTOSCRITTO AQUINO DOMENICO porgo alla cortese attenzione le dovute
precisazioni in merito alle affermazioni rese dal Dott. Nicola Gratteri
durante il corso della conferenza stampa del 12/02/2012 relativa alla
cattura del latitante Aquino Rocco e così virgolettata: «Cento uomini per
catturare Aquino»
Il Dott. Nicola Gratteri afferma che i componenti della famiglia “Aquino”
abbiano sporto una denuncia contro la sua persona e contro la Dott.ssa
Miranda. Quindi gli “Aquino” avrebbero sporto una denuncia collettiva,
cioè si sarebbero mossi come dei consumatori esperendo una sorta di class
action di natura penale contro lui e la Dott.ssa Miranda. Beh, illustre
direttore, le risparmio tutti i vari commenti e le battute che
fisiologicamente potrebbero nascere a seguito di siffatte affermazioni. Ad
ogni modo, class action a parte, si contesta fermamente che qualcuno degli
“Aquino” abbia mai denunciato il Dott. Nicola Gratteri, né tanto meno la
Dott.ssa Miranda; se così non è, invito suo tramite, il Dott. Nicola
Gratteri a fornire la prova di ciò che ha arbitrariamente affermato; se è
così ben a conoscenza dei fatti il Dott. Gratteri perché non cita
espressamente nome e cognome di chi lo ha denunciato? Numero di
procedimento, motivazioni per le quali è stato denunciato? Rivolgiamogli
questa domanda aspettando con ansia di ricevere una sua improbabile
risposta. Dico improbabile perché Il Dott. Gratteri ha già in passato
dimostrato insensibilità non rispondendo alle legittime istanze formulate
da mia madre in data 16/11/2011, proprio in merito alla condotta da tenersi
nel corso delle operazione di perquisizione. Credo che chi tace lo fa o
per nascondere qualcosa o perché non sa cosa dire, ma questo ovviamente è
solo un mio modestissimo pensiero. Mi auguro che il Dott. Gratteri questa
volta ci faccia ascoltare la sua voce, e possibilmente lo faccia evitando
di fare la stessa brutta figura che ha fatto, agli occhi di chi sa la
verità ovviamente, durante il corso della conferenza stampa relativa alla
cattura di Aquino Rocco. Non riesco francamente a comprendere come un
Procuratore della Repubblica possa rendere delle dichiarazioni talmente
false.
Visto che è stato trattato l’argomento in quella conferenza stampa,
argomento che proprio lì è il caso di dirlo ci azzeccava proprio come i
cavoli a merenda, è giusto che informi tutti quelli che non ne sono al
corrente, in primis ovviamente il Dott. Gratteri, di come stiano
effettivamente le cose. Ad onor del vero, preciso che è stato denunciato da
me, né dagli Aquino né tanto meno da Aquino Rocco o dai suoi congiunti, un
solo carabiniere dei cacciatori, solo ed esclusivamente tale Alessandro
Romano, non per le insistenze delle perquisizioni, anche perché la
frequenza delle stesse non potevano dipendere da lui, ma bensì per
determinati specifici fatti costituenti reato perseguiti e puniti dagli
artt. 610 c.p. , 590 c.p. e 615 c.p.; fatti che si sono verificati
durante lo svolgimento di una perquisizione presso l’abitazione di mia
madre. Tutto quello che è accaduto in tale occasione è ampiamente
documentato dalle prove che sono state acquisite al procedimento penale che
ne è conseguito nei confronti del Romano Alessandro, e che attualmente
pende presso il Tribunale di Locri.
Si rimarca che la denuncia è seguita solo a fronte del comportamento
fuorilegge del soggetto denunciato e non per le perquisizioni subite come
si vorrebbe far intendere; io ed i miei familiari abbiamo sempre
collaborato durante il corso di tali operazioni di polizia e non abbiamo
mai ostacolato il loro regolare svolgimento e, dall’altro lato, gli altri
soggetti appartenenti alle forze dell’ordine che hanno sempre mantenuto un
comportamento decoroso e rispettoso non sono stati destinatari di alcuna
denuncia ad eccezione del sig. Romano Alessandro; e di fatti a seguito di
ciò è stata sporta denuncia, ma, non perché, come sostiene il Dott. Nicola
Gratteri, tale elemento fosse il migliore, ma solo perché è stato l’unico a
tenere un comportamento illecito; se poi violare la legge equivale ad
essere i migliori possiamo affermare che l’Italia è piena di eroi e che
Romano Alessandro sia uno di essi. Ritengo che un rappresentante dello
Stato che agisce con il “codice in mano” deve avere il pieno rispetto della
dignità di una persona senza prevaricare sol perché pensa che il portare
una divisa lo possa rendere immune e impunito per qualsiasi abuso che egli
possa perpetrare. Ebbene all’ennesimo abuso sono stato costretto a sporre
denuncia, perché non si può stare zitti, è doveroso che chi non rispetta le
leggi venga perseguito sia esso cittadino, appartenente alle forze
dell’ordine o alla magistratura. Credo altresì, che il Dott. Nicola
Gratteri, che non era presente all’accaduto, dovrebbe quanto meno evitare
di commentare, se non altro, per il sol fatto che della vicenda se ne sta
già occupando la Giustizia ordinaria, che saprà ben valutare tutti gli
elementi che saranno rappresentati. Non sono né il primo e, purtroppo,
credo che non sarò neanche l’ultimo cittadino che sporgerà denuncia per un
abuso subito. Spesso accade che non si ha il coraggio di denunciare; la
gente ha paura, la verità è che si ha paura delle ritorsioni e non si
denunciano gli innumerevoli abusi che si consumano ogni giorno da
parte di *alcune
mele marcie* appartenenti purtroppo alle forze dell’ordine e, affermo
alcune, perché ci sono moltissimi carabinieri onesti, che tutelano i
cittadini e ne rispettano i diritti.
Mi preme sottolineare che nel momento in cui un cittadino subisce un abuso
ha due alternative, o tacere o denunciare. Se si propende per la seconda
scelta si agisce nella piena legittimità e non si vede come una denuncia
possa essere vista con stupore o come segno di sfida; una denuncia è solo
una denuncia cioè il mezzo legale per tutelare una violazione di legge,
nulla più di questo, proprio quello che il sottoscritto ha fatto. Chi la
biasima porta un cattivo esempio al cittadino che lo ascolta. Non riesco a
capire perché il Dott. Gratteri cerchi di alludere ad altro e più
specificatamente al fatto che qualcuno dovesse o volesse intimorire i
Carabinieri, poiché nessuno ha mai pensato di intimorire i carabinieri ma
ha soltanto preteso che si rispettasse la legge ed i diritti dei cittadini
per come previsto dal codice e dalla costituzione; poi mi chiedo cosa ci
sia mai da temere nell’affrontare un processo se si è agito nella piena
legittimità. In questi giorni ho imparato tanto, vengo a scoprire che
denunciare un reato equivale ad intimorire; vi chiedo gentilmente di dirmi
che ho sognato questa frase e vi prego di svegliarmi il prima possibile
perché detesto gli incubi, se invece è un film vi prego di spegnere la
televisione perché qualche bambino guardandola potrebbe seguire un cattivo
esempio. Il popolo italiano ha pagato a caro prezzo il raggiungimento
della democrazia e la conseguente nascita della nostra Costituzione,
proprio per il riconoscimento dei diritti inviolabili dell’uomo e quasi
quasi ci si lamenta perché c’è qualcuno che cerca di tutelarsi invocandone
il rispetto. Non viviamo in una zona di frontiera, dove le regole sono
dettate dalla ragione del più forte o del più potente; non viviamo nella
giungla facciamo parte dell’Italia, dell’Europa e dell’Occidente. Ma quante
battaglie devono fare ancora i cittadini perché vengano rispettati i
principi fondamentali? A quanti soprusi dobbiamo ancora assistere?
Il Dott. Gratteri sostiene che le persone che lavorano con lui rispettano
le leggi e che lui viaggia con il codice in mano; il codice non basta
tenerlo in mano ma bisogna aprirlo, leggerlo, capirlo e rispettarlo; dalla
lettura del codice non emerge in alcun modo che un magistrato possa
autorizzare la polizia giudiziaria ad andare a casa altrui ed offendere le
persone che vi trova, le sue cose e quant’altro. Un rappresentante dello
Stato che agisce con il “codice in mano” deve avere il pieno rispetto della
dignità di una persona senza prevaricare. Aggiungo che non mi sento affatto
impaurito dall’espressione usata dal Dott. Gratteri, a mio avviso
gravissima perché essa fortemente intimidatoria, laddove sostiene che non
c’è solo un carabiniere ma i carabinieri, o addirittura che se ne va uno ci
sono a migliaia, e lo stesso dicasi per i magistrati. Non ho alcun timore
ne di 100 carabinieri e ne di 1000 ed altrettanti Magistrati , perché sono
un libero cittadino che pago le tasse e non faccio niente di cui posso aver
timore; se qualcuno pensa di violare i miei diritti e di comprare il mio
silenzio sotto la minaccia delle manette si è fatto un’idea sbagliata; si
può perpetrare un abuso ma alla lunga la verità viene fuori e, come sono
previste le manette per i cittadini, ritengo che siano previste anche per
quella parte delle forze dell’ordine e magistrati che violano le leggi.
Nessuno è immune. Quello che mi rende esterrefatto è come il Dott. Gratteri
affronti in una conferenza stampa, relativa alla cattura del latitante
Aquino Rocco, l’argomento della denuncia del Carabiniere dei Cacciatori e
della denuncia da lui subita unitamente alla Dott.ssa Miranda senza essere
neanche a conoscenza dei fatti; lui, rappresentante dello Stato, affronta
tale argomento ignorando la realtà dei fatti con una tranquillità
disarmante, come di chi sa perfettamente che si può dire qualsiasi cosa per
la posizione che si occupa senza la preoccupazione che qualcuno lo possa
contraddire, o possa obiettare che si sta confondendo, che ignora le cose,
che sta affermando il falso. In questo Stato, taluni magistrati, ripeto
taluni, è come se si sentissero intoccabili, come se sapessero
perfettamente che la loro forza è talmente ampia a tal punto da poter dire
qualunque cosa gli venga in mente rimanendo non solo impuniti ma
addirittura con la consapevolezza che nessuno li contraddirà. Ebbene non
sempre è così, ogni tanto c’è chi ha il coraggio di rompere il muro del
silenzio, c’è qualche cittadino che si stanca di subire e osa dire come
stanno le cose e questo brucia, questo non va bene. Perché? Perché non si
può contraddire un simbolo dell’antimafia. Non importa che si contraddica
una affermazione falsa, l’importante è che non si tocchi il simbolo
dell’antimafia, perché con tale simbolo si è liberi di spadroneggiare e di
decidere il destino della vita di migliaia di cittadini. Non è così. Il
simbolo dell’antimafia deve essere il simbolo del giusto, della verità. In
nome della “Giustizia” e dello stato democratico scrivo per dire come
stanno le cose. Non solo lo scrivo ma ho le prove di quello che dico. Io
non scrivo né libri, non faccio convegni, né tantomeno sono un magistrato
con tutto questo potere. Sono solo un semplice cittadino che dice come
stanno le cose perché qualcuno si è preoccupato di fare il contrario.
Concludo con la convinzione (mi auguro di sbagliare) che la magistratura
risponderà a questa lettera non prendendo posizione sui contenuti, che
saranno certamente abilmente glissati, ma con l’ emanazione o di
un’ordinanza di custodia cautelare o di qualche altro provvedimento che
miri a screditare l’immagine di chi ha osato dire come stanno le cose.
Spero che lei Voglia pubblicare queste mie precisazioni, ben Consapevole
delle sanzioni penali nel caso di dichiarazioni mendaci.