Caso Shalabayeva, Napoli: “Calpestata la convenzione di New York sull’infanzia”
Lug 16, 2013 - redazione
“I minori stranieri – evidenzia il vicepresidente dell’Osservatorio – anche se entrati clandestinamente in Italia, sono titolari di tutti i diritti garantiti dalla Convenzione di New York sui diritti del Fanciullo del 1989 ed in tutte le decisioni riguardanti gli stessi deve essere tenuto prioritariamente in conto il loro superiore interesse”
Caso Shalabayeva, Napoli: “Calpestata la convenzione di New York sull’infanzia”
“I minori stranieri – evidenzia il vicepresidente dell’Osservatorio – anche se entrati clandestinamente in Italia, sono titolari di tutti i diritti garantiti dalla Convenzione di New York sui diritti del Fanciullo del 1989 ed in tutte le decisioni riguardanti gli stessi deve essere tenuto prioritariamente in conto il loro superiore interesse”
Sul caso Shalabayeva interviene l’Osservatorio sui Diritti dei Minori che, con una nota del vicepresidente, avv. Antonino Napoli, evidenzia come: “Lo Stato Italiano abbia dimostrato che le leggi e le convenzioni sui minori sono solo carta scritta”.
“E’ da considerarsi gravissimo il prelievo dalla casa di residenza di Alua, figlia di soli sei anni di Alma Shalabayeva e del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov – afferma il legale – senza che dell’operazione siano stati redatti verbali, per essere affidata a tre persone diverse nel giro di tre giorni, in assenza di alcun provvedimento scritto dell’Autorità giudiziaria presso il Tribunale dei minorenni e con pareri positivi del PM sempre riferiti come orali”.
“I minori stranieri – evidenzia il vicepresidente dell’Osservatorio – anche se entrati clandestinamente in Italia, sono titolari di tutti i diritti garantiti dalla Convenzione di New York sui diritti del Fanciullo del 1989 ed in tutte le decisioni riguardanti gli stessi deve essere tenuto prioritariamente in conto il loro superiore interesse. Nel caso di specie, non si è dimostrata inadeguata la normativa nazionale e quella convenzionale ma le persone che a vario titolo si sono occupate della vicenda. Ancora una volta – a parere di Napoli – non si è affrontato il problema, non sono state date delle risposte, ma si è cercato di giustificare la propria condotta con il consueto e mero “io non sapevo” ed intanto noi italiani ci dobbiamo vergognare al cospetto del mondo intero per come calpestiamo i diritti fondamentali dei bambini”.
Il legale conclude con un appello al presidente del Consiglio, Enrico Letta: “S’impegni affinché l’Italia non retroceda ulteriormente sul piano della civiltà giuridica minorile, della quale siamo stati pionieri”.