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TAURIANOVA (RC), SABATO 27 APRILE 2024

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Caso Ruby, Consulta: “Cassazione decide su competenza”

Caso Ruby, Consulta: “Cassazione decide su competenza”

Longo-Ghedini: “Competenza è del tribunale ministri”

Caso Ruby, Consulta: “Cassazione decide su competenza”

Longo-Ghedini: “Competenza è del tribunale ministri”

 

(ANSA) ROMA – Se l’obiettivo è trasferire il processo a carico del premier Berlusconi sul ‘caso Ruby’ dal tribunale di Milano a quello dei ministri, il conflitto tra poteri dello Stato davanti alla Corte Costituzionale rischia di cadere nel vuoto e di essere fermato da una pronuncia di inammissibilità. E questo perché – spiega all’ANSA un’importante e qualificata fonte di Palazzo della Consulta- sulle questioni di giurisdizione decide la Cassazione e non la Corte Costituzionale, “secondo quanto previsto dall’art.37, secondo comma, della legge 87 del 1953” sul funzionamento della Consulta. Negli stessi ambienti si auspica che tali norme siano tenute in conto nel caso in cui la Camera o la Presidenza del Consiglio decidano di sollevare il conflitto. La norma citata prevede che il conflitto tra poteri dello Stato è risolto dalla Corte costituzionale “se insorge tra organi competenti a dichiarare definitivamente la volontà del potere cui appartengono e per la delimitazione della sfera di attribuzioni determinata per i vari poteri da norme costituzionali”. Ma la stessa norma, al secondo comma, precisa che “restano ferme le norme vigenti per le questioni di giurisdizione”. Quindi, se la questione verrà posta per risolvere il nodo della competenza funzionale (nel telefonare in questura a Milano per chiedere il rilascio di Ruby Berlusconi ha agito o no abusando della sua funzione di premier tanto da dover essere giudicato dal tribunale dei ministri?) la Consulta dovrebbe rigettarla, dichiarandola inammissibile e senza entrare nel merito. La sollecitazione in ambienti di Palazzo della Consulta è dunque quella di “valutare bene” la strada del conflitto tra poteri. E se questo dovesse essere sollevato, si tenga conto che il conflitto non sospende il procedimento in corso. Inoltre – fa notare la stessa fonte qualificata – tra ammissibilità e decisione nel merito mediamente passa oltre un anno prima che la Consulta si esprima sui conflitti. “Potremmo anche ridurre i tempi arrivando a sei mesi ma – viene ribadito – non si dimentichi che è la Cassazione a decidere sulle questioni di competenza”.

LONGO-GHEDINI: COMPETENZA E’ DEL TRIBUNALE MINISTRI – ”Il Parlamento ha gia’ detto che la competenza e’ del tribunale dei ministri”. Lo sostengono gli avvocati del premier Berlusconi, Piero Longo e Niccolo’ Ghedini, in un’intervista al Mattino. Il tribunale di Milano, secondo i legali, non e’ competente ne’ per il reato di concussione, ne’ per quello di prostituzione minorile. Per quest’ultimo, ”sarebbe stato di competenza dei magistrati di Monza – aggiungono – una tesi, questa, che non e’ stata presa in considerazione dal gip. Ma questo non significa che e’ caduta e che sia non valida. Noi finora siamo stati spettatori”, perche’ ”in questa fase il codice non ha consentito e non consente la nostra partecipazione”. Longo e Ghedini rilevano anche che ”per la prostituzione minorile la legge prevede che si proceda per via ordinaria, pertanto, la richiesta del rinvio a giudizio da parte della procura di Milano, doveva essere valutata dal giudice in sede di udienza preliminare”. La composizione tutta femminile del collegio che giudichera’ Berlusconi non costituisce un problema per i due avvocati, secondo i quali ”giudici donne gia’ ci sono nel processo Mills. Ma va benissimo, le donne sono gradite e qualche volta anche gradevoli”. E’ una questione di ”probabilita’ statistiche”, aggiungono, dal momento che ”ormai in magistrartura le donne sono maggioranza”.

redazione@approdonews.it